Charles Leclerc

Mea culpa Leclerc «ma Ferrari inguidabile». Frustrazione Rosse, Vettel amaro: «Per fortuna tifosi assenti»

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MONZA - Garbo nei toni ma concetti forti. Sebastian Vettel e Charles Leclerc non possono che essere frustrati e delusi dopo il flop di Monza, peggior gran premio di sempre in casa senza se e senza ma. Un delitto non riuscire a sfruttare la giornata in cui anche le imprendibili Mercedes steccano. Il tedesco, la cui gara dura appena otto giri per un guasto ai freni in fiamme, è costretto a schiantarsi contro il polistirolo alla prima variante, definisce il weekend come un «incubo» e ringrazia il fatto che i tifosi non abbiano potuto assistere dal vivo questa debacle: una inversione a U decisa per chi, fino a poche settimane fa, si lamentava della desolazione degli spalti vuoti. Il monegasco, invece, si assume la colpa per l’errore alla Parabolica a metà gara dopo la safety car prolungata che ne aveva rilanciato le ambizioni con un velo di fortuna, ma non fa mistero della drammatica condizione aerodinamica della Ferrari: «La macchina di quest’ anno è molto difficile da guidare, io ho dato il massimo ma ho commesso un errore. Non so se ho chiesto troppo alla vettura, ma alla fine ho preso il muro».

Siamo ben lontani dal paragone fatto da Prost tra la Ferrari e il «camion» progettato nel 1991 - parole che gli costarono il licenziamento immediato - ma il senso delle parole di entrambi appare sulla stessa scia. Binotto, martoriato sui social ma difeso dai vertici, non può che fare mea culpa e chiedere venia ai milioni di tifosi del Cavallino per le prestazioni scadenti della Ferrari, ora sesta in classifica costruttori e braccata dalla Alpha Tauri dei miracoli: «Non demordiamo. Non dobbiamo dimenticare ma imparare dai nostri errori, questa stagione ci insegnerà qualcosa per il futuro. È la peggior conclusione possibile di un weekend difficile. Non c’è nulla di peggio di non finire la gara con entrambe le auto, specie per un problema di affidabilità come capitato a Vettel».

Lo sfogo del tedesco («meglio che non ci siano i tifosi a guardarci») racchiude una grande verità: il pubblico di Monza è appassionato ed esigente e avrebbe fatto fatica a digerire un così mesto spettacolo. Enzo Ferrari, mortificato dopo i fischi nel 1971 (altro gran premio con due Ferrari ritirate), decise di non presentarsi più nel tempio della velocità. Al Mugello si celebreranno i 1000 gran premi della Ferrari - con qualche fortunato sugli spalti - ma, salvo miracoli, ci sarà poco da festeggiare: le prestazioni potrebbero andare meglio perché le ali saranno meno scariche ma il podio sembra un lontano miraggio. Lo conferma Binotto: «Ci contiamo nel nostro riscatto ma ora promettere cose diventa difficile». 

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Domenica 6 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 08-09-2020 14:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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