Le Iron Dames alla 24 Ore di Le Mans dello scorso anno. Da sinistra la svizzera Rahel Frey, l altoatesina Manuela Gostner e la danese Michelle Gatting c è un italiana,

Manuela Gostner è una “Iron Dames”. Al via della 12 Ore del Golfo sulla pista Yas Marina di Abu Dhabi

di Franco Carmignani
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ABU DHABI - Rosa di moda quest’anno nel motorsport, in particolare nell’endurance. Dopo la positiva esperienza di Le Mans tornano in scena le “Iron Dames” che la prossima settimana saranno al via della 12 Ore del Golfo sulla pista Yas Marina di Abu Dhabi dove si è appena conclusa la stagione della F1.

Chi sono le “Iron Dames”? Tutto nasce dall’omonimo progetto portato avanti dalla francese Deborah Mayer, ambasciatrice Ferrari per il motorsport nel mondo che vanta diverse esperienze al volante nell’ambito del Ferrari Challenge, i programmi Ferrari XX e i campionati GT. E grazie alla sua passione la Mayer in partnership con il Kessel Racing ha dato vita a questo programma, supportato ufficialmente dal “FIA Women in Motorsport” finalizzato alla promozione e alla crescita delle donne nelle corse.

Lo scorso giugno per la prima volta tre “Iron Dames” hanno corso la 24 Ore di Le Mans con una Ferrari 488 GTE, concludendo al decimo posto di categoria (GTAm). Con la svizzera Rahel Frey e la danese Michelle Gatting c’è un’italiana, l’altoatesina Manuela Gostner, che ci parla di queste grandi esperienze.

“La 24 Ore di Le Mans è il sogno di ogni pilota, l’apice di una carriera! Io ho iniziato a correre solo cinque fa e non avevo mai pensato di correre a Le Mans. Poi è arrivato il progetto della signora Mayer e, fortunatamente sono stata scelta. Uno degli obiettivi clou del progetto era la partecipazione alla 24 Ore. Ci siamo iscritte al campionato Le Mans Series e siamo state accettate tra gli equipaggi selezionati per la corsa di giugno, una grande emozione anche per le mie compagne più esperte. Una settimana intera a Le Mans, dal lunedì al dopo gara domenica pomeriggio, fantastico, un mondo a parte, tutto così importante, tutto così bello, con i piloti più forti, le squadre più famose, è tutto più grande rispetto a ogni altra gara.

Il lunedì al peso c’era tutta la città! E in migliaia scandivano i nostri nomi. La gara è molto difficile e complessa, pericolosa e richiede un grandissimo impegno. Essere riuscite a portarla a termine senza errori, ed era la nostra prima volta come equipaggio, è stato un grandissimo successo”, a Manuela brillano ancora gli occhi...

“Sul rettilineo di Hunaudieres si va molto molto veloci, ma anche in curva a 240 km/h, come la Ford o la Indianapolis, il cuore e anche il fondoschiena si stringono parecchio! no, non è possibile rilassarsi...”. “Rahel, Michelle ed io veniamo da esperienze diverse, però insieme siamo una bella squadra e siamo molto affiatate. La Frey ha una carriera incredibile, ha corso in tutti i campionati, compreso il DTM. Una perla.

Curiosamente abbiamo altezze diverse, Rahel è la più piccolina, Michelle arriva a un metro e ottantuno, così io che mi colloco in mezzo a bordo sono quella che sta più comoda”. “Le mie figlie? Cerco di dedicare loro più tempo possibile, quando sono via per le corse stanno con la nonna, ma sono orgogliose di me, anche se mi vedono solo come una mamma!”

 

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Giovedì 19 Dicembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 20-12-2019 15:28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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