Ford Gt 2016

Le Mans, per Ford è ritorno al futuro: l'Ovale Blu sarà di nuovo alla 24 ore

di Giampiero Bottino
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LE MANS - A Dearborn, storica sede del quartier generale Ford, riesplodono antichi amori. Testimoniati dall’annuncio ufficiale che verrà dato oggi, non a caso alla vigilia dell’edizione n° 83 della 24 Ore di Le Mans. Dal prossimo anno, chiunque abbia aspirazioni di vittoria avrà un avversario in più con cui misurarsi: la Ford, appunto, che ufficializza per il 2016 il suo rientro nella gare di durata con la nuova GT, la supercar che, fin dal recente debutto all’ultimo Salone di Detroit (poi replicato in Europa a Ginevra), aveva fatto intendere di non essere solo un nostalgico omaggio alla straordinaria GT40, dominatrice di Le Mans nella seconda metà degli Anni Sessanta.

Non è infatti un caso che il suo esordio commerciale, annunciato nel 2016, coincida con il 60° anniversario del trionfo di Ford che nel 1966 sul leggendario circuito della Sarthe monopolizzò il podio.

Ciliegina sulla torta del grande rientro, la scelta di Bill Ford - pronipote del fondatore e presidente esecutivo del gruppo - come starter onorario della gara che prende il via domani alle 15, seguendo in questo le orme dello zio Henry Ford II che ebbe lo stesso onore proprio in occasione della trionfale 24 Ore del 1966, anno zero del ciclo vincente Ford nella più spettacolare ed estenuante delle gare di durata

Un ciclo che ebbe proprio in Henry Ford II, all’epoca numero uno di Ford Motor Company, il più convinto sostenitore e il principale artefice, l’uomo che lanciò la sfida all’apparentemente imbattibile Ferrari, dando inizio a quella che l’inevitabile enfasi giornalistica definì la “guerra dei quattro anni” tra il Golia d’oltreoceano e il Davide di casa nostra. Una guerra industriale e sportiva figlia – come spesso accade – del fallimento di un accordo di pace: quello rappresentato dalla trattativa avviata nel 1963 con l’obiettivo di dare vita a un’alleanza strategica (leggi acquisizione) che avrebbe permesso al gruppo americano di beneficiare del know how del Cavallino - negli anni in cui spadroneggiava nel Campionato mondiale Sport Prototipi (oggi Mondiale Endurance) - per accelerare sulla strada della competitività.

Un affare da 10 miliardi di nient’affatto svalutate lire sfumato proprio sul filo di lana per l’ennesima dimostrazione del carattere fumantino attribuito al grande Enzo Ferrari, che interruppe la riunione, congedando bruscamente gli interlocutori americani quando la delegazione Ford, pur consentendogli sulla carta la piena autonomia in tema di gestione sportiva, pretendeva che Dearborn fosse informata di qualsiasi iniziativa e ne autorizzasse l’attuazione. La burrascosa conclusione della vicenda costrinse Ford a ripartire da zero puntando su un altro cavallo: nel trio dei candidati alla fine il progetto Lola fu preferito a quelli di Lotus e Cobra.

Da questa base, e sotto la guida di un impareggiabile preparatore come l’ex pilota Carrol Shelby, nacque la Ford GT40 che, dopo un avvio stentato caratterizzato da autentiche lezioni impartite dalle Ferrari, raggiunse la maturità, e con essa le vittorie. Nel 1966 e 1967 trionfarono le GT40 Mk II e IV con le insegne della scuderia Shelby American inc, affidate rispettivamente alle coppie Bruce McLaren-Chris Amon (neozelandesi) e Dan Gurney-Anthony J. Foyt (americani), mentre nel biennio successivo il successo andò alle GT40 MKI della scuderia britannica John Wyer guidate da Pedro Rodiguez-Lucien Bianchi e da Jacky Icks-Jackie Oliver.

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Venerdì 12 Giugno 2015 - Ultimo aggiornamento: 18-05-2016 04:06