Nella foto, la Porsche di Bamber-Tandy-Vanthoor

Porsche batte Audi per un soffio e vince una incredibile edizione della 24 Ore di Spa

di Massimo Costa
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Quella vinta dalla Porsche del team tedesco Rowe con i piloti Laurens Vanthoor, Nick Tandy ed Earl Bamber, è stata una delle edizioni più belle, combattute, divertenti, incerte, che la 24 Ore di Spa abbia mai offerto. Tradizionalmente, la classica belga si disputa nel mese di luglio, quest'anno per i problemi derivanti dal Covid-19, è stata spostata al weekend del 25 ottobre, voluta fortemente da SRO. Ma tutti, si ponevano parecchi dubbi per quanto riguarda il meteo: in Belgio, a fine ottobre, sarà impossibile correre, magari nevicherà, si diceva. Osservazione corretta se si pensa che l'anno scorso, a fine luglio, la gara venne interrotta per ben otto ore durante la notte per temporali continui. E invece, è accaduto che la temperatura in questa edizione non è mai scesa sotto i 10 gradi: la pioggia non è certo mancata, ma mai in maniera tale da far pensare alla direzione gara di esporre la bandiera rossa. Bizzarrie del cambiamento climatico, non c'è dubbio. 

Dunque, nuovamente la Porsche sul gradino più alto del podio, proprio come nel 2019 quando a vincere era stata la 911 del team GPX. La squadra tedesca di Michael Zehe e Hans-Peter Naundorf, fondata nel 2008, aveva vinto la 24 Ore di Spa del 2016 schierando le BMW, poi è passata alle Porsche all'inizio del 2019. Earl Bamber, 30enne neozelandese, è alla sua terza vittoria in una 24 Ore: nel 2015 e 2017 aveva conquistato Le Mans con la Porsche LMP1. Anche Tandy è salito sul gradino più alto del podio in altre due 24 Ore e sempre con Porsche: nel 2018 ha fatto sua la gara del Nordschleife, nel 2015 ha vinto Le Mans con la LMP1 proprio con Bamber. Vanthoor, che è belga di Hasselt, cittadina posta vicino al circuito di Zolder, con l'Audi aveva già trionfato alla 24 Ore di Spa del 2014, nel 2015 ha tagliato per primo il traguardo al Nordschleife e nel 2016 ha vinto la 24 Ore di Dubai. Passato in Porsche nel 2017, è al primo importante successo con tale marchio.

La corsa, come detto sopra, ha offerto un menu vastissimo di possibili vincitori. Nella fase iniziale, sembrava incontenibile la Mercedes AKKA di Marciello-Fraga-Boguslavskiy con il pilota italiano che teneva un ritmo indiavolato. Verso sera, era emersa la Lamborghini FFF con Mapelli-Caldarelli-Lind, ma verso le 22, Marciello aveva ripreso le redini della corsa. Problemi ai freni, lo hanno estromesso dalla corsa in piena notte e la Lamborghini è tornata leader. Alle 3, è stato il turno della Ferrari AF Corse prendere il comando con Pierguidi-Calado-Nielsen mentre il team FFF diceva addio ad ogni speranza di vittoria quando Lind, alle 7, è andato a sbattere al Raidillon. Dietro alle Ferrari, erano rinvenute minacciose le Audi Attempto e Sainteloc mentre quelle targate WRT sono presto naufragate. Tra le 10 e le 12.30, il risultato era quanto mai incerto, con le due Audi a darsi battaglia e terza incomoda la Ferrari che però, con l'arrivo della pioggia costante, leggera ma consistente, ha perso il passo sia con James Calado sia con Alessandro Pierguidi.

E' in questa fase che le Porsche Rowe e GPX, che avevano viaggiato sempre molto veloci e nelle vicinanze delle posizioni che contano, ma sembravano nascondersi, hanno attaccato forte. In particolare, è emersa la 911 Rowe con Nick Tandy che nulla ha sbagliato. Si è fatto largo con accortezza e quando a poco più di 60 minuti dall'arrivo ha preso la prima posizione superando le battagliere Audi, non ha più mollato la presa. Dietro di lui, ha resistito Patric Niederhauser con l'Audi Attempto che non gli permetteva di respirare. Sempre a 2", pronto ad approfittare della minima sbavatura dell'inglese. Che non è arrivata. Su questa vettura si è cimentato Mattia Drudi, sempre veloce nei suoi stint. Negli ultimissimi giri si è fatto largo con classe Matteo Cairoli che con la Porsche non si è risparmiato nei sorpassi all'Audi di Dorian Boccolacci e alla Ferrari di Pierguidi garantendo un altro grande risultato alla Dinamic dopo la vittoria alla 6 Ore del Nurburgring di settembre. Con lui, hanno corso altrettanto bene Sven Muller e Christian Engelhart. La Porsche GPX si è persa nel gruppetto retrostante a chi lottava per il podio e non è riuscita più a raggiungere i fuggitivi. Ci riferiamo a quella di Campbell-Pilet-Jaminet, quarti davanti alla Ferrari.

E a proposito delle vetture del Cavallino, la 488 SMP si difendeva altrettanto bene, lottando per il podio con Molina-Rigon-Sirotkin, ma proprio il russo nell'ora finale è finito contro le barriere dopo un contatto con la Porsche di Pilet. Una maggior accortezza da parte di Sirotkin, che ha chiuso il francese comunque in ritardo, era doverosa. L'Audi Sainteloc che sognava la vittoria con Boccolacci-Winkelhock-Haase, ha chiuso soltanto sesta davanti alla prima Mercedes al traguardo, quella HRT di Engel-Stolz-Abril. Troppo poco per la Casa di Stoccarda. Bello il nono posto della Honda, seppur a 1 giro, di Cameron-Van der Zande-Farnbacher mentre ha centrato la top 10 non senza fatica la Bentley K-Pax di Pepper-Gounon-Soulet.

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Martedì 27 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 28-10-2020 12:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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