Il paddok della Formula E a Città del Messico

«La FE è ancora agli inizi», Agag alla vigilia del primo ePrix della nona stagione.

di Mattia Eccheli
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CITTÀ DEL MESSICO - «La Formula E è ancora all'inizio», sorride Alejandro Agag, uno dei fondatori del circuito elettrico, nato nel 2014. «Dal punto di vista tecnologico ci sono possibilità infinite, a cominciare, dall'adozione di un motore per ciascuna ruota. Ma è solo un esempio. E siamo agli inizi anche dal punto di vista commerciale – insiste il manager spagnolo – perché la Formula 1, il campionato più conosciuto al mondo, esiste dal 1950, noi solo da nove anni fa».

Sul palco del media centre del circuito di Città del Messico accanto a lui è seduto Alberto Longo, un altro dei padri del campionato a zero emissioni. Entrambi si godono l'interesse e il successo per la Formula E, che in Messico è un grande evento. Il parco dell'Autodromo intitolato ai fratelli Rodriguez è, in parte, ancora un cantiere perché il grande afflusso non è ancora cominciato. Ci sono quasi solo stand in costruzione quando alle prime libere mancano solo poche ore (la gara scatta alle 14 di sabato, le 21 italiane): «Qui è sempre così – ammette una persona che è venuta spesso a Città del Messico – ma non si sa come, alla fine, quando serve, tutto è pronto».

Agli oltre duemila metri di quota a due passi dall'aeroporto internazionale della capitale messicana comincia una nuova avventura che porterà il campionato in nuovi stati (India, Sud Africa e Brasile) e nuove città. Il tetto di spesa imposto a costruttori e scuderia impone una certa disciplina: in Formula E non ci sono eccessi e la sobrietà è la norma. Ogni squadra è impegnata a veicolare la propria immagine e persegue legittimamente i propri interessi: più o meno tutti devono far quadrare i conti e cercano di stipulare gli ultimi contratti.

Anche per questo il primo dei 16 ePrix di questo campionato è importante: una vittoria o un buon piazzamento e la conseguente eco possono venire trasformati in importanti accordi. Nessuna risorsa va sprecata: nel nuovo accordo con il fornitore degli pneumatici, la Hankook, è implicito che le gomme debbano degenerarsi di meno ed essere più sostenibili. Per ogni auto e per ogni fine settimana di gara, le scuderie hanno a disposizione appena 8 ruote. Gli pneumatici, tra l'altro con “allegri” bordi arancioni, sono più duri, ma hanno un po' meno grip. La presa che conta, però, è quella con il pubblico. Che dovrebbe accorrere numeroso, anche perché il meteo sembra clemente.

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Domenica 15 Gennaio 2023 - Ultimo aggiornamento: 18:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA