Nella foto, Marko mentre abbraccia Gasly (secondo con la Toro Rosso) dopo il GP di San Paolo 2019

La follia di Marko, Red Bull: organizzare un campus per far contrarre il virus ai suoi piloti...

di Massimo Costa
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Helmut Marko, da sempre consulente Red Bull, ex apprezzato pilota di F1 negli anni Settanta, fautore della Junior Red Bull Academy, riesce sempre a far parlare di sé e da diverso tempo soltanto in negativo. I suoi metodi con i piloti allevati nella Academy, l'arroganza che il 76enne austriaco braccio destro del grande boss Red Bull Dietrich Mateschitz mostra, sono sempre più insopportabili. Poi, certo, ha lanciato lui Sebastian Vettel e Max Verstappen, ma ci sarebbe riuscito chiunque considerando il talento enorme dei suddetti piloti... e così passerà alla storia per aver illuso e poi bruciato negli ultimi venti anni decine e decine di giovani piloti, non ultimo Daniel Ricciardo, sacrificato all'altare di Verstappen.

Non una bella carta di identità insomma, ma in Red Bull continua ad essere tenuto in grandissima considerazione. Ebbene, cosa ha combinato di nuovo Marko? Mentre il mondo della F1, Red Bull compresa, sta offrendo attivamente le proprie tecnologie per combattere il Coronavirus, all'emittente televisiva austriaca ORF ha raccontato: "Abbiamo quattro piloti di F1, e altri 8 o 10 nel programma junior. L'idea era di organizzare un campus per sfruttare questo tempo morto a livello mentale e fisico. Sarebbe stato il momento giusto per avere l'infezione". In poche parole, Marko avrebbe voluto che gli alfieri Red Bull e AlphaTauri contrassero a tavolino la malattia, così da esserne immuni alla ripartenza del campionato.

Una logica folle: basta informarsi per scoprire che, ad oggi, non si ha alcuna certezza che una volta guariti dal virus non sia possibile essere nuovamente contagiati. E il decorso della malattia può avere risvolti imprevedibili, se non drammatici. "Sono tutti giovani uomini in ottima salute", ha assicurato Marko, ma purtroppo il Covid-19 non ha risparmiato nemmeno loro coetanei, per quanto atleticamente non in forma come può esserlo un corridore di F1. Per fortuna, in casa Red Bull ha vinto il buon senso e questa scellerata proposta non è stata approvata. "Diciamo che non è stata ben recepita", ha confermato il 76enne Marko con la consueta schiettezza. Le sue sparate sono cosa nota. Ma adesso è chiaro che non scherzasse, quando già alcuni giorni fa consigliava velatamente al suo pupillo Max Verstappen di accogliere il Coronavirus nel proprio organismo. "Sarebbe meglio. Mi ha raccontato al telefono che è terrorizzato dalla possibilità di diventare infetto", si leggeva sul quotidiano Kronen Zeitung. "Ma ha 22 anni, non è in una categoria a rischio. Ne diventerebbe immune e poi potrebbe lottare per il titolo".

Contro Marko c'è stata una sollevazione popolare e durissimo è stato, tra gli altri, Jean-Marie Vergne, padre di Jean-Eric, due volte campione della Formula E e cresciuto nella Junior Red Bull Academy fino a correre in F1 con la Toro Rosso per tre stagioni, salvo poi venire inspiegabilmente bocciato dal manager austriaco. Il papà del pilota francese, ha augurato via Twitter a mister Marko le peggiori cose... 

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Venerdì 3 Aprile 2020 - Ultimo aggiornamento: 07-04-2020 19:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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