Il testacoda di Vettel a Silverstone

La crisi di Vettel parte da lontano: mancanza di fiducia, bugie, le attenzioni a Leclerc

di Massimo Costa
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L'ennesimo testacoda, l'ennesimo errore. Poi, una gara tutta in salita, difficile, condizionata da una strategia non perfetta mentre Charles Leclerc volava al quarto posto finale dopo il terzo della settimana precedente. Il circuito di Silverstone si è rivelato un incubo per Sebastian Vettel, due weekend consecutivi che hanno fatto dimenticare quanto di buono mostrato in Ungheria, dove aveva fatto valere la sua esperienza battendo il compagno di squadra non solo in pista, ma anche sulla visione gara costringendo il team a cambiare strategia per le gomme da impiegare. Una scelta che aveva pagato quella di Vettel. Ma in Gran Bretagna tutto è cambiato.

Il team ha deciso di modificare pesantemente l'assetto delle due SF1000 rendendole più scariche per guadagnare velocità in rettifilo, considerando la pochezza del motore. Leclerc si è adeguato, anzi, si è trovato quasi meglio con una vettura con poca aderenza in curva, ma il tedesco è sprofondato, perdendo sicurezza, feeling, fallendo addirittura l'accesso alla top 10 nelle due qualifiche. Il team principal Mattia Binotto ha anche aperto alla possibilità di un cambio di telaio, prima del prossimo round in Spagna: "Siamo aperti a valutare qualsiasi soluzione, se può aiutare". La sostituzione della scocca è sempre fra le strade più radicali, quando un pilota non rende come ci si immagina.
 
"Non ho capito bene cosa sia successo quando mi sono girato alla prima curva", ha spiegato Vettel. "Ho pensato che mi avessero toccato, poi ho capito che si trattava del cordolo, e ho perso improvvisamente il controllo della vettura". Purtroppo, un altro episodio che dà adito ai suoi detrattori, nel periodo forse peggiore della carriera in Formula 1. Ma Vettel ha criticato la strategia decisa ai box. Il suo messaggio radio di sfogo è stato trasmesso in mondovisione: "Siamo dove non volevamo, ne abbiamo parlato questa mattina, sapete di aver fatto confusione". Parole che sono state poi definite meglio a motori spenti: "Dicevamo che non aveva senso fare la sosta e tornare nel traffico, esattamente ciò che è stato fatto. Abbiamo montato anche la gomma dura, per soli dieci giri, forse neanche, non aveva nessuna logica", ha sottolineato. "Voglio dire, perché usare la hard per dieci giri e poi la media per 20?".

Binotto ha risposto: "Ha fatto una gara in salita perché si è girato in partenza. Non credo che la nostra strategia lo abbia penalizzato, sarebbe arrivato comunque dodicesimo". Parole che lasciano intendere un rapporto ben lontano dall'idillio di un tempo, e l'ipotesi di una separazione anticipata, rispetto a quella già decisa per fine Mondiale, non è così improbabile. Che l'ultimo anno di Vettel alla guida della Rossa si trasformasse in un tale calvario era francamente impossibile da credere. "Ho esaurito le risposte", diceva sabato. Vedremo se a Barcellona, cambiando pista e magari telaio, ci  sarà anche un cambio di rotta. Quantomeno per salvare il campionato.

Ma qualcuno parla già di divorzio immediato. Vettel ha completamente perso la fiducia nel team. Non si fida più del team principal Mattia Binotto, colui che la scorsa primavera lo aveva sempre ritenuto (a parole) uomo indispensabile per la Ferrari, ma in realtà nello stesso tempo stava portando avanti la trattativa con Carlos Sainz, andata a buon fine. Vettel si è sentito tradito quando è stato accusato dalla coppia Elkann-Binotto di non avere accettato il rinnovo del contratto sulle basi da loro proposte, una bugia che Seb ha svelato in occasione della prima corsa iridata: "Non mi è mai stata presentata nessuna reale offerta, nessuna trattativa è stata fatta". Messo all'angolo, Binotto ha dovuto dare ragione a Vettel. Un comportamento ambiguo quello della Ferrari che poco sta facendo per venire incontro alle esigenze del pilota tedesco. Mentre al contrario, è tutta orecchi per Leclerc.

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Martedì 11 Agosto 2020 - Ultimo aggiornamento: 14-08-2020 10:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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