A bordo pista il mare con i fiammanti yacht del GP di Miami

Il GP di Miami ha vinto per l'immagine e i VIP presenti, ma il tracciato è stato bocciato dai piloti

di Massimo Costa
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La Formula 1 è arrivata per la prima volta a Miami lo scorso weekend, famosa metropoli americana della Florida, città che incarna il divertimento, la ricchezza, come abbiamo visto tutti in serie televisive e film. Liberty Media e la FIA hanno impacchettato al meglio l'evento invitando una miriade di VIP del cinema, della musica, dello sport, i quali vagavano nel paddock con aria soddisfatta alla ricerca di un ulteriore secondo di popolarità. I piloti hanno partecipato, nei giorni precedenti l'accensione dei motori, a numerosi eventi, hanno lanciato palline da golf, palloni ovali e tirato con mazze da baseball a fianco dei campioni delle rispettive discipline. Tutto come da copione. Poi, si è andati in pista. Già chiamarla pista è una parolona. Il Gran Premio di Miami si è svolto in un terreno ricavato attorno all'Hard Rock Stadium, praticamente un enorme parcheggio. Lontano dal mare, ma poteva mai il tracciato di F1 non avere qualche yacht da mostrare? Ecco così che con una specie di plastica azzurra si sono inventati a bordo pista il "mare" e vi hanno pure trasportato dei fiammanti yacht, vedi foto di apertura. Da rimanere senza parole davanti a una tale americanata. Ma veniamo al tracciato non disegnato dal solito Hermann Tilke, bensì dallo studio britannico Apex. E si è visto.

Ne è venuto fuori un circuitino con alcune curve veloci, piuttosto piatte, con alcuni punti estremamente lenti e anche pericolosi. Per esempio, la chicane, curve 14-15, secondo l'ideatore del tracciato Clive Bowen, doveva essere un punto capace di impegnare parecchio i piloti nella guida. In realtà è stato solo un inutile generatore di rischi senza senso. Le sconnessioni, i cordoli da prendere con violenza, e i muri in cemento (roba che in F1 non si vede più) hanno creato un mix pericoloso: ne sanno qualcosa Carlos Sainz ed Esteban Ocon, che pur sbattendo a velocità non altissime hanno sofferto contraccolpi violenti, più del normale. In FP3 addirittura di 51G per il francese, che ha dovuto saltare la qualifica per i danni riportati dal telaio della sua Alpine e che si è portato dietro un gran dolore alle gambe. Non sarebbe accaduto con uno strato di barriere elastiche: una grave pecca di sicurezza da parte degli organizzatori e della FIA, che per giunta hanno dato poco ascolto agli appelli per correttivi.

E veniamo ai giudizi di coloro che hanno dato vita al Gran Premio. Il campione del mondo Max Verstappen: "La chicane 14-15 poteva essere bella se avessimo corso in kart, ma è completamente inadatta a monoposto di F1". Daniel Ricciardo, pilota McLaren: "Sembrava un tracciato per Topolino". Pierre Gasly dell'Alpha Tauri è rimasto deluso perché era difficile trovare punti per sorpassare: "Molto pochi, pensavo avessero progettato un tracciato migliore". E questo nonostante la rivoluzione aerodinamica per favorire i sorpassi. Ma che serve a poco se poi si allestiscono tracciati ostili ai duelli. E Miami sarà anche una località affascinante, ma almeno a Montecarlo, dove superare è impossibile, ci sono decenni di storia del motorsport. Il magnate Tom Garfinkel, organizzatore del Gran Premio, proprietario dei Miami Dolphins di football e dello stadio Hard Rock, ha promesso che si lavorerà per migliorare nel 2023. Ma più di tutto, serve che i padroni del Circus capiscano che non basta la confezione a rendere speciale il contenuto.

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Martedì 17 Maggio 2022 - Ultimo aggiornamento: 18-05-2022 10:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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