FE, un simulatore personalizzato per i piloti Nissan. Accordo in vista della stagione 12 con la Dynisma
Nissan, Qashqai e X-Trail con l'ibrido da favola. Si rifornisce nel modo tradizionale ma la spinta è quella di un motore ad elettroni
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MADRID – Oliver Rowland è sorridente e rilassato. Arriva da una stagione incredibile, che ha chiuso con due vittorie e il quarto posto assoluto nella classifica finale al suo rientro in Nissan: «Non mi guardo indietro – dice – anche perché, onestamente, non credo che sarei riuscito a conquistare il titolo vedendo con quanti punti si è imposto Pascal (Wehrlein, la guida della Tag Heuer Porsche, ndr). Magari sarei arrivato secondo o terzo, ma io sono qui per vincere».
Rowland era stato costretto a saltare i due ePrix americani di Portland per motivi di salute: «Portare a casa i punti della seconda gara di Misano Adriatico sarebbe stato diverso, certo. Ma vale quello che ho già detto», insiste.
Parliamo del futuro, allora: com'è la Gen3 Evo?
«Un bel passo in avanti. La trazione integrale e le gomme diverse con più grip contribuiranno a rendere più divertenti le gare. Però solo dopo i test di Madrid capiremo veramente a che punto siamo».
Vedremo ancora le monoposto in “plotone”?
«Credo di sì, almeno in partenza. Poi, secondo me, le gare si accenderanno più velocemente. E con le soste per la ricarica veloce ci sarà spazio per strategie diverse».
Da rientrante come lo scorsa stagione a favorito in questa, come ci si sente?
«Tengo i piedi saldamente per terra. Non mi aspetto niente».
Però adesso non sei più, come dire, una sorpresa.
«Dal punto di vista agonistico non è un male. Nel senso che sei più “rispettato” in pista e sanno che corri per stare davanti e quindi i duelli possono essere meno duri. Però la situazione cambia dal punto di vista mentale perché la squadra, il costruttore, i media, i tifosi si aspettano più da me. È una cosa con la quale posso convivere».
Dicono un gran bene della nuova Nissan...
«Aspettiamo di vedere dove siamo: a me pare che siamo messi meglio rispetto alla passata stagione, ma ne sapremo di più dopo questi test. La mia sensazione è che potremmo essere più vicini a quelli davanti, ma anche che quelli dietro siano meno lontani».
Si dice che la media dei piloti di Formula E sia superiore a quella di Formula 1: che ne pensi?
«Forse poteva valere una mezza dozzina di anni fa. Adesso, con il tetto alle spese, anche le scuderie di Formula 1 sono più attente a chi mettono al volante. Mettiamola così: io credo che ogni pilota di Formula E potrebbe gareggiare in Formula 1, se poi sia in grado di vincere, beh, questo non lo so».
Taylor Barnard, il nuovo pilota della Neom McLaren, scuderia cliente della Nissan, ha raccontato che ti è debitore...
«Lo conosco da quando aveva dodici anni: gli ho dato la possibilità di correre in un'altra categoria».
E adesso siete rivali in Formula E.
«Questa cosa mi fa sentire vecchio perché è successo molto prima di quanto credessi».
Farà bene?
«Spero proprio di sì. Ma magari non troppo presto (sorride, ndr)».