Un Odyssey 21 in azione nelle gare di Extreme E della stagione in corso

Extreme E, cattivi ma ecologici. Entra nel vivo la 2^ stagione dei Suv elettrici nati sulle orme della FE

di Nicola Desiderio
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Una categoria che metta al centro l’ambiente, ponga la lente sui luoghi più minacciati dai cambiamenti climatici e faccia da apripista a tutto il mondo del motorsport in linea con quelli che sono gli obiettivi della FIA e anche dell’ONU in tema di sostenibilità. Sono queste le idee alla base di Extreme E, la competizione per suv elettrici al 100% ideata da Alejandro Agag, lo stesso che nel 2014 ha inventato la Formula E e nel 2021 ha lanciato questa nuova categoria che è alla sua seconda stagione e ha obiettivi ambientali e sociali ben più ambiziosi di quelli delle monoposto elettriche, anche se i legami di certo non mancano. Il mezzo infatti è standard e si chiama Odissey 21, un nome omerico che evoca avventura e appare come un mostro fatto per affrontare ogni tipo di terreno.

È lungo infatti 4,4 metri, larga 2,3 metri e alto 1,86 con una luce a terra di ben 450 mm. Le grandi ruote da 890 mm di diametro sono ai quattro angoli del corpo vettura e sono guidate da sospensioni che hanno un’escursione di 385 mm. Motori e batteria vengono dalla Formula E: i primi hanno una potenza di 250 kW cadauno e la batteria da 54 kWh di capacità – ma sono utilizzati solo 40 kWh – è firmata dalla Williams Advanced Engineering, fornitore delle monoposto Gen1 e Gen3 e anche dei prototipi LMDh che correranno nei campionati WEC ed IMSA dal prossimo anno. Le prestazioni si commentano da sole: nonostante un peso di 1.780 kg, la Odissey 21 accelera da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e può superare pendenze fino al 130%. Eppure questo mostro dall’aria arrogante, che sembra fregarsene dell’ambiente, è tra i mezzi più sostenibili al mondo.

Il telaio è in tubi di acciaio ad alta resistenza prodotto in modo sostenibile e la carrozzeria è in materiali derivati dal lino e che permettono di ridurre le emissioni di CO2 del 75%. E anche l’energia con la quale è alimentata è verde al 100%, prodotta grazie all’idrogeno ricavato dall’acqua e dall’energia solare. Un’altra parte importante dell’ecosistema è la St Elena, una nave che prestava servizio tra Città del Capo e l’isola nella quale Napoleone Bonaparte ha trascorso in esilio i suoi ultimi giorni. La Extreme E ha trasformato questo vecchio postale in un vero e proprio paddock galleggiante i cui motori utilizzano gasolio con bassissimo tenore di zolfo e trasporta tutte le vetture e l’attrezzatura dei team da un posto all’altro del mondo rinunciando alla velocità dell’aereo in cambio di un impatto ambientale inferiore di 100 volte.

E non è tutto. La vernice di rivestimento è anti-incrostazione, per diminuire la resistenza all’acqua, le sedie sono in plastica riciclata, l’illuminazione è tutta a Led (oltre 4mila), i bagni utilizzano una quantità d’acqua ridotta e in cucina si fa ricorso ai sistemi di coltura idroponica per ricavare a bordo erbe e odori freschi. Inoltre l’originale piscina da 20 metri è stata trasformata in un laboratorio viaggiante al quale partecipa la Enel Foundation per promuovere studi sui cambiamenti climatici. Per ridurre ulteriormente le emissioni, ogni team può portare con sé solo un ingegnere e quattro meccanici. E quelle che attualmente non possono essere eliminate sono bilanciate con programmi di compensazione e sostenibilità fino a raggiungere un’impronta di CO2 pari a zero che è l’obiettivo fissato dalla FIA per tutto il Motorsport per il 2030. Extreme E si spinge anche oltre scegliendo per correre territori minacciati sia dall’azione diretta dell’uomo sia dai cambiamenti climatici come Groenlandia, Cile, Uruguay, Senegal, Arabia Saudita, Regno Unito e anche Italia. L’ultima tappa infatti è stata Capo Teulada, in Sardegna, nel corso del quale è stato presentato un programma che punta a ricreare gli oliveti distrutti lo scorso anno dagli incendi e ad implementare sensori di gas capaci di segnalare princìpi di combustione con netto anticipo

Per dovere di cronaca, nel doppio round sardo si è imposta la Rosberg X Racing (campione in carica) con la coppia Kristoffersson-Åhlin-Kottulinsky consolidando il dominio in classifica generale. Ed il fatto che siano un uomo ed una donna non è un caso. La Extreme E è infatti il primo campionato FIA nel quale l’equipaggio deve essere composto da un lui e da una lei. Le gare prevedono eliminatorie su circuiti ricavati in scenari spettacolari da percorrere due volte, con una staffetta tra i due piloti, per un totale di circa 14 km fino a una Crazy Race finale che decide i vincitori. Prossimo obiettivo? Un’altra serie ancora. Ebbene sì, Alejandro Agag sta pensando ad una Extreme H alimentata ad idrogeno. L’appuntamento è per il 2024.

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Sabato 30 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 31-07-2022 09:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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