La partenza di un e-prix di Formula E

Cina e India al comando in Europa. La FE sbarca nel Vecchio Continente con Techeetah e Mahindra in testa alle classifiche

di Alberto Sabbatini
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Per ora è un dominio cinese e indiano. Il campionato di Formula E dopo il giro di boa è saldamente nelle mani dei costruttori orientali. Renault, Audi, Jaguar e DS inseguono la cinese Techeetah e l’indiana Mahindra che hanno vinto con i loro piloti, Rosenqvist e Vergne, ben 4 delle 6 corse finora disputate. La tigre asiatica si sta imponendo con prepotenza nella Formula elettrica dopo che nelle prime 3 stagioni erano state Renault e Audi a dominare.
La Mahindra è un produttore indiano di automobili, moto e, sopratutto, trattori di cui è tra i leader mondiali.

Costruisce fra le altre cose piccoli fuoristrada e sport utility che sono commercializzati anche in Italia. Mahindra è stata uno dei primi costruttori ad aderire alla Formula E, fin dal 2014. Da allora è cresciuta rapidamente. Ha iniziato l’attuale campionato con un 3° posto e una vittoria nella doppia gara di Hong Kong e da quel momento si è alternata in cima alla classifica Costruttori con la cinese Techeetah. La squadra indiana gareggia con due piloti di altissimo livello: il velocissimo danese Felix Rosenqvist, grande rivale di Verstappen ai tempi della F3, e il veterano Heidfeld, ex pilota della BMW F1.

Heidfeld ha conquistato un podio nella gara d’apertura, ma nel resto della stagione si è un po’ perso mentre la maggior parte dei punti Mahindra li ha raccolti Rosenqvist che ha vinto due corse, a Hong Kong e Marrakech, ed è spesso ottenuto piazzamenti “pesanti” nelle altre dove ha stabilito due pole position. L’unica vera battuta d’arresto Rosenqvist l’ha subita nella quinta gara, a Mexico City, dove si è dovuto ritirare per un guasto mentre era al comando della corsa. Da quel momento lo svedese, che era appaiato a Vergne nella classifica Piloti, ha dovuto cedere la leadership al francese ed anche la Mahindra è scivolata indietro di 40 punti nel Costruttori lasciando la prima posizione alla cinese Techeetah. Quest’ultima squadra è un marchio cinese; Techeetah non costruisce automobili, ma è una squadra corse che utilizza monoposto di Formula E con tecnologia Renault; il team nonostante la poca esperienza (ha esordito in questa categoria soltanto nel 2016) lavora molto bene.

Uno dei punti di forza della Techeetah sono i suoi piloti, di altissimo livello. Uno è Jean Eric Vergne, francese, ex Toro Rosso F1. Vergne è stato anche per un anno pilota collaudatore della Ferrari, nella prima stagione di Vettel a Maranello. Quest’anno Vergne è partito veramente forte e nelle 6 gare finora disputate non ha mai sprecato un’occasione: due pole position, un podio nella gara d’esordio a Hong Kong, due vittorie - la quarta in Cile e l’ultima in Uruguay - e soprattutto non ha mai concluso peggio del quinto posto. Per questo guida la classifica Piloti con 109 punti, 30 più di Rosenqvist e 33 più di Bird.

Il compagno di squadra di Vergne è un tenace pilota tedesco, Andre Lotterer, ex stella dell’Audi con la quale ha vinto 3 volte la 24 Ore di Le Mans. Lotterer è un esordiente quest’anno in Formula E, ma dopo un breve apprendistato, ha cominciato a mettersi in luce duellando con il suo compagno di squadra Vergne per la vittoria in Cile a suon di toccate muso contro coda che per fortuna non sono sfociate in un incidente.
Nella classifica Costruttori, e anche in quella Piloti, al terzo posto ci sono la DS, il marchio di lusso del gruppo Peugeot-Citroen, e il suo pilota di punta Sam Bird. Un inglese tenace che è anche pilota Ferrari nel mondiale GT. Bird ha vinto la prima gara stagionale, a Hong Kong, poi è andato due volte a podio a Marrakech e in Uruguay e con 76 punti è ancora in piena lotta per il titolo contro Rosenqvist e Vergne.

Piuttosto staccati in classifica, invece, i tre piloti che hanno vinto finora i tre campionati finora disputati: Nelson Piquet jr, Sebastien Buemi e Lucas Di Grassi. Ciascuno di loro difende i colori dei tre marchi automobilistici europei che speravano miglior fortuna in questa quarta stagione della FE: rispettivamente Jaguar, Renault e Audi. Buemi è quarto in classifica con 52 punti, che sono quasi tutti quelli conquistati dalla Renault (59) che soffre la mancanza di un secondo pilota all’altezza.

Ma lo svizzero, che deve dividersi tra il mondiale Endurance con la Toyota e la Formula E, quest’anno ha ottenuto soltanto tre podi, rallentato da problemi tecnici in prova che spesso lo hanno costretto a partire dalle retrovie e obbligato a furiose rimonte. Non è andato meglio Piquet che non ha mai raggiunto il podio in questa stagione accontentandosi tre volte del quarto posto (45 punti). Ma grazie anche ai punti del suo compagno di squadra Evans (41) i due hanno portato la Jaguar al quarto posto assoluto fra i Costruttori con 86 punti.

Discorso a parte merita l’Audi, che dopo aver sofferto a inizio stagione di problemi elettronici all’inverter ed altri componenti elettrici della monoposto, ha iniziato a macinare risultati soltanto dalla quinta gara in Messico, vinta da Abt e seguita da un secondo posto di Di Grassi alla corsa successiva in Uruguay. Ma Abt e Di Grassi, con 37 e 21 punti rispettivamente, sono molto staccati in classifica come l’Audi in campionato, che è sesta con 58 punti.
Nelle rimanenti quattro gare i due Audi hanno il potenziale per essere protagonisti assolutima non possono sprecare nulla se vorranno risalire la classifica.
 

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Venerdì 13 Aprile 2018 - Ultimo aggiornamento: 14-04-2018 01:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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