André Lotterer (Porsche)

André Lotterer, Porsche: «Essere qui è speciale, le vetture elettriche anticipano il domani»

di Mattia Eccheli
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Nessun rimpianto: «Nel motorsport quella che conta è sempre la gara successiva», sintetizza André Lotterer, il tedesco che dall’alto dei suoi 40 anni è il pilota di Formula E più anziano fra quelli in attività. E la prossima, oggi, è proprio a Roma. In 54 ePrix è salito 8 volte sul podio (ben sette piazze d’onore, una all’Eur, dove ha anche conquistato il terzo posto), ma non ha ancora vinto. È ambizioso, combattivo e non si tira mai indietro se c’è da lottare. Per la quarta volta gareggia nella Città Eterna, la seconda con la Porsche Tag Heuer: «Ci vengo con buone sensazioni anche se l’anno scorso non è andata bene, nonostante buone qualifiche – spiega - correre qui è speciale perché la città è ricca di storia e c’è il supporto dei tifosi italiani. E poi mi piace molto il tracciato, il più lungo del campionato. È vario con molti muri e senza vie di fuga: è estremamente stimolante».

Finora ha solo sfiorato la vittoria...
«È ovvio che ci siano sconfitte e che ci siano cose che rimangono nella testa, ma quelle vanno analizzate alla fine per trarne le giuste conclusioni. Solo così si migliora».

Tra lei e Wehrlein, il suo connazionale e compagno di squadra, ci sono 13 anni di differenza: chi impara da chi?
«C’è reciprocità. Siamo diversi, ma funzioniamo bene assieme. Al simulatore Pascal è velocissimo in partenza, mentre a me manca la risposta della monoposto e così mi guardo cosa fa lui. Siamo entrambi molto ambiziosi, motiviamo la squadra e contribuiamo allo sviluppo della macchina, e siamo naturalmente rivali. Ma andiamo nella stessa direzione e ci scambiamo molte informazioni per far primeggiare la squadra».

Qual è la marcia in più della FE?
«È una competizione con un senso. Con i motori elettrici contribuiamo allo sviluppo di una forma di mobilità del futuro: sono fiero di far parte di questo processo. La FE è realmente competitiva: ognuno può vincere. Abilità nella guida e giusta tattica contano molto».

Quindi il futuro del motorsport sarà elettrico o la Formula 1 ad elettrificazione spinta resterà la serie più importante?
«Difficile dirlo. I motori elettrici faranno sicuramente parte del futuro, ma nel motorsport possono convivere entrambe le opzioni. Vedo però in leggero la vantaggio la Formula E, perché accanto alla sostenibilità ha anche la vicinanza agli appassionati grazie alle corse urbane. Portare le gare dove c’è la gente è stata un’idea geniale».

Non le manca il rumore dei motori?
«Nella monoposto noi ne percepiamo comunque, anche se non è lo stesso delle vetture ad alimentazione termica. Il vantaggio è che le comunicazioni con il muretto, fondamentali nella Formula E, diventano più facili».

Cosa si aspetta dalle monoposto Gen3?
«L’evoluzione sarà maggiore rispetto al salto tra la Gen1 e la Gen2: le monoposto saranno più leggere, più piccole, la ricarica sarà più veloce e ci saranno soste ai box. Ogni pilota è contento di maggiori prestazioni e più velocità e anche di un’efficienza superiore. Sarà molto interessante scoprire come saranno».

Alla Porsche ha “ritrovato” Tag Heuer, marchio con il quale ha un legame particolare
«Da piccolo seguivo Ayrton Senna, che ne aveva uno. Ho infastidito talmente tanto i miei genitori, che al diciottesimo compleanno me ne hanno regalato uno, era un cronografo».

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Sabato 9 Aprile 2022 - Ultimo aggiornamento: 11:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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