La locandina del film And we go green con al centro il campione Jean-Eric Vergne, a sinistra Lucas DiGrassi e a destra Sam Bird

Un film da Oscar. ​Leonardo DiCaprio firma documentario sulla Formula E: “And we go green"

di Nicola Desiderio
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Quando Hollywood incontra la Formula E allora è probabile che Leonardo DiCaprio ne faccia un film. Ed è successo così per “And we go green” il lungometraggio prodotto dal famoso attore americano, già vincitore di tre Oscar, con Fisher Stevens (anche lui vincitore della Statuetta), regista dell’opera insieme a Malcom Venville.
 

L’idea è nata da un incontro tra Alejandro Agag, fondatore della Formual E, con Leonardo Di Caprio al Gran Premio di Monaco di qualche anno fa. L’attore statunitense è, come noto, attivista per l’ambiente e fu subito preso dall’idea tanto da coinvolgere Stevens nel progetto. Il regista-produttore racconta di essere stato molto scettico all’inizio, ma di aver cambiato idea dopo aver visitato il paddock dell’E-Prix di New York.

Il film è un documentario, già proiettato al Festival di Cannes nel 2019 e presentato in anteprima mondiale a Toronto. Racconta i protagonisti della stagione 4 (2017-2018) nel corso della quale si incrociano i destini e le personalità dei piloti, ma anche quella di Agag che finalmente vede sbocciare la sua creatura mentre si prepara la vettura di seconda generazione, dotata di una batteria talmente capiente da permettere alle monoposto di terminare la gara.

Le corse ci sono, ma l'obiettivo è puntato sull’anima e sulle storie dei piloti attraverso i loro racconti, i loro ricordi e i loro sentimenti. A cominciare dal vincitore Jean-Éric Vergne, che poi si è aggiudicato il campionato successivo ed è ancora il detentore del titolo. Jev – così come tutti lo chiamano – ricorda gli inizi, l’amico Jules Bianchi e infine quando, scaricato dal suo team Toro Rosso di Formula 1, si è ritrovato solo.

Nel racconto Vergne si emoziona a tal punto da alzarsi e andarsene per poi tornare di fronte alla macchina da presa munito di occhiali da sole. Nel film emerge l’ottimo rapporto – quasi di fratello maggiore – con un mostro del motorsport come André Lotterer (3 volte vincitore a Le Mans), tuttavia alle prese con una formula straordinariamente competitiva e una monoposto inaspettatamente difficile da guidare.

C’è poi il brasiliano Lucas DiGrassi che ricorda come per lui sia stato difficile trovare in patria gli sponsor, stretto da figli d’arte con cognomi importanti come Bruno Senna e Nelson Piquet Jr. Quest’ultimo è il primo campione nella storia della Formula E, ma è in piena crisi ed emergono le difficoltà del rapporto con il padre, tre volte campione di Formula 1, ma che non è mai voluto andare a vedere un E-Prix.

Accanto ai campioni nel guado sportivo e della vita, ci sono le eterne promesse come l’inglese Sam Bird, arrivato ad un passo dal titolo, ma alla fine finito addirittura terzo. Il vincitore del primo E-Prix di Roma ricorda tutta le sue disavventure, le occasioni perse, tutti i piccoli avvenimenti che alla fine non gli hanno fatto valere tutto quello che invece le sue qualità di pilota gli avrebbero dovuto tributare.

E poi c’è anche Agag che ripercorre la sua prima vita di politico e la decisione, dopo aver sposato la figlia dell’allora primo ministro spagnolo José Maria Aznar, di abbandonare una carriera che lo vedeva come predestinato. Le ultime immagini sono per lui. «La domanda è non come ma quando» dice l’uomo d’affari spagnolo parlando della mobilità elettrica e di come il motorsport sia importante per promuoverla. Un commiato che sembra alludere al fatto che il vero regista di questo film sia lui.

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Domenica 14 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 16-06-2020 21:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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