Ucraina, Margelletti: «La Russia non si fermerà, rischio totale di guerra in Europa»

"I Paesi europei dovranno mandare truppe per difendere Kiev e Odessa", sottolinea il presidente del Cesi

Ucraina, Margelletti: «La Russia non si fermerà, rischio totale di guerra in Europa»
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 3 Maggio 2024, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 10:41

La situazione sul fronte orientale, in Ucraina, è drammatica. È molto probabile che i paesi occidentali, a partire da Francia e Regno Unito, saranno costretti a mandare i propri militari per difendere Kiev e Odessa. L’analisi di Andrea Margelletti, presidente del Cesi (Centro Studi Internazionali) e consigliere del Ministero della Difesa, sull’andamento della guerra in Ucraina prevede un futuro cupo: «Continuiamo a non capire che la Russia non vuole trattare, non si fermerà. Vedo davanti a noi un rischio reale di guerra in Europa».

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Quanto è preoccupante la situazione in Ucraina?

«Non è solo preoccupante, è assolutamente drammatica. Gli ucraini pagano innanzitutto il fatto che ricevono poche armi fin dall’inizio.

E le ricevano con troppe esitazione. Ora saranno inviati i caccia, ma ricorderà che due anni fa si disse che non sarebbero mai stati concessi. Lo stesso è successo con i missili a lungo raggio. Abbiamo perso due anni di tempo nella speranza che i russi si comportassero come noi speriamo che si comportino. Se lei vive in un appartamento e ha un vicino complesso, sa che nel corso degli anni non migliora, anzi peggiora».

Centellinare le armi ha reso più complicato per gli ucraini difendersi.

«Infinitamente. Ma il problema non è solo questo. Sempre nella speranza che i russi cambiassero - ma come diceva Mia Martini gli uomini non cambiano - noi non abbiamo messo le nostre economie sul piede di guerra. Il problema non è tanto la qualità delle armi, ma la quantità. Dato che le industrie occidentali non sono in economia di guerra, questo significa che il numero delle armi che escono dagli stabilimenti di produzione è lo stesso di 10 anni fa, 15 anni fa. I russi invece hanno valanghe di armi: sia perché le producono perché sono in economia di guerra da anni sia perché le ricevono a Corea del Nord e Iran che a loro volta sono in economia di guerra da anni».

Cosa rischiamo ora?

«Il coinvolgimento europeo. I francesi l’hanno detto in maniera molto chiara. Preoccupa che tutto questo non sia per nulla nel dibattito nazionale, con la sola eccezione del ministro Crosetto. Tutto questo sulla base di una vaga speranza che le cose vadano diversamente. Lei si gioca la vita su una speranza? Ora gli Usa hanno varato nuovi aiuti per 61 miliardi di euro, ma il problema è sempre quello del flusso costante di armi, serve uno sforzo economico e industriale gigantesco»

Quali paesi potrebbero schierare truppe in Ucraina? Dal punto di vista pratico dove sarebbero utilizzate le truppe?

«Manderebbero soldati Francia, Regno Unito, Polonia, Paesi Baltici, probabilmente la Germania, il Belgio, l’Olanda, la Romania. Sull’Italia, le valutazioni saranno del governo. Stiamo facendo un discorso ipotetico, sia chiaro. Ma nel caso il fronte ucraino dovesse continuare a collassare e l’obiettivo sarà evitare che Kiev e Odessa cadano nelle mani dei russi, una serie di paesi europei potranno schierarsi in quella linea. Intendo sulla linea del fiume Dnipro. A difesa delle due città. Tenga conto che sa cadesse Odessa i russi avrebbero il controllo totale del mercato mondiale del grano. E se i russi non daranno più grano all’Egitto, in Italia arriveranno 100 milioni di immigrati. Tanto per spiegare di cosa stiamo parlando, tanto per rispondere a chi dice “ma a noi che ci importa di ciò che succede in Ucraina?”».

Schierando forze armate di paesi europei in Ucraina a cosa si punterebbe?

«Si spera che a quel punto i russi si possano fermare. Ma la Russia si sta organizzando per avere un esercito di un milione e mezzo di persone. E non c’è alcun segno di un minimo cambiamento nell’opinione pubblica russa. Si rende conto su quali fragilità poggiano le vaghe speranze occidentali?».

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Come mai i russi stanno accettando anni di guerra e decine di migliaia di morti tra i loro soldati, tra i loro cari che partono per il fronte?

«La Russia è un paese differente, la popolazione è abituata a un rapporto differente con il potere. Ma non da quando c’è Putin, succede da quando c’era lo Zar. Putin ha dalla sua la chiesa ortodossa, che anzi è tra i principali sostenitori della guerra. E questo ha molto valore. La Russia non è un paese con un dibattito politico».

Blinken ha detto: noi siamo disponibili a trattare.

«I russi anche l’altro ieri hanno ribadito che non hanno alcuna intenzione di trattare. Alcuni paesi europei hanno un disperato bisogno di trattare, ma i russi semplicemente non vogliono. Non ci pensano proprio. Lo dico ormai da tempo: non vedo alcuna soluzione diplomatica, vedo davanti a noi un rischio totale di guerra in Europa».

In Italia c’è chi sostiene che bisogna favorire la pace e non inviare armi all’Ucraina.

«Io faccio l’analista, mi baso sui fatti, non sulla fantasia o sulla ricerca del consenso. Lo vogliamo capire che i russi non hanno alcuna intenzione di trattare? Hanno richieste molto chiare sui quali non arretrano: smilitarizzazione completa dell’Ucraina, allontanamento della Nato dalla Polonia e dagli altri Paesi dell’area, denazificazione del governo ucraino che significa che decidono loro chi governa in Ucraina. Tutto questo nella speranza che i russi si fermino, perché poi punteranno sui paesi baltici, come hanno già detto».

C’è il rischio dell’utilizzo di armi nucleari?

«Se ci saranno combattimenti tra europei e russi, si apre un vaso di Pandora. L’unica certezza che abbiamo è che sia i russi sia alcuni paesi europei hanno armi nucleari, bisogna capire quanto reggerà la formula della deterrenza. Vede, lo ripeto: i russi non si fermeranno. Hanno 500mila tra caduti, feriti e prigionieri, ma vanno avanti. Vogliono ristabilire gli spazi dell’impero. Ma di quello zarista, non sovietico. Mettono nel conto milioni di morti. Nella seconda guerra mondiale ne hanno avuti 28 milioni ma il Paese non ha rovesciato Stalin».

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