Il Cosmograph di Rolex che viene consegnato ai vincitori della 24 Ore di Le Masn

Tempo di Rolex, il cronagrafo dei campioni:
l'ora che unisce Daytona e Le Mans

di Paolo Gobbi
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Nati come orologi tecnici per eccellenza, i professionali Rolex nel tempo sono riusciti a guadagnarsi una solida fama anche nel mondo dell’automobilismo da competizione. Nel 1959 il Marchio diventa partner del circuito americano Daytona International Speedway e, qualche anno dopo, per la precisione il 1963, aggiunge il nome “Daytona” sul quadrante del suo iconico Cosmograph, il cronografo creato per i piloti automobilistici.


Da allora il sostegno di Rolex alle corse automobilistiche non ha fatto che consolidarsi nel tempo. Così, dallo scorso anno Rolex è Orologio Ufficiale della Formula 1, mentre se guardiamo più lontano possiamo vedere come dal 1992, sia Title Sponsor della Rolex 24 at Daytona in Florida, e dal 2001 Orologio Ufficiale della 24 ore di Le Mans, la più importante corsa automobilistica di endurance al mondo. Legata proprio a questo evento è anche la collaborazione con il pilota danese Tom Kristensen, vincitore di questa competizione per ben nove volte.

Si tratta, a dire il vero, solamente dell’ultima partnership nel mondo delle quattro ruote, che ha visto la presenza di prestigiosi testimonial della Casa ginevrina sin dagli anni ’30: da sir Malcolm Campbell, che superò il mitico muro delle 300 miglia orarie (circa 480 chilometri orari) al volante del suo bolide Bluebird, a sir Jackie Stewart, uno dei piloti di Formula 1 più titolati. Il testimonial però in assoluto più famoso e assolutamente involontario dei cronografi Rolex, è stato certamente Paul Newman. Perché proprio lui? Sembra che il celebre attore e pilota lo avesse indossato in uno dei suoi film ad ambientazione automobilistica, ovvero Winning, girato nel 1969 assieme a Joanne Woodward e Robert Wagner.

Questo almeno riportano le cronache orologiere, anche se in realtà, dalle locandine del film stesso si intuisce che l’attore abbia sì un Rolex al polso, ma sicuramente non un cronografo. Immagini successive, scattate durante le sue innumerevoli presenze nei circuiti automobilistici americani, lo mostrano comunque più di una volta con un Daytona al polso, giustificando così la sua inconsapevole paternità. In ogni caso la denominazione “Paul Newman”, nata per la prima volta negli ambienti collezionistici italiani alla fine degli anni ‘80, è divenuta con il tempo il nome di riconoscimento internazionale di questi modelli.

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Giovedì 12 Giugno 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 15:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA