Jim Hackett, il manager che da maggio dello scorso anno ha preso il timone di Ford Motor Company

Hackett: «Ford sarà la mobility company. Seguiremo il tempo con due orologi: uno per il presente e l’altro per il futuro»

di Nicola Desiderio
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DETROIT - Trasformare una motor company in una mobility company, seguendo il tempo con due orologi: uno per il presente e l’altro per il futuro. Questo è il pensiero di Jim Hackett l’uomo che da maggio dello scorso anno ha preso il timone di Ford Motor Company e che abbiamo incontrato al Salone di Detroit, a pochi passi dal veicolo più venduto negli Stati Uniti: il pick-up F-150. Ed il nostro dialogo non poteva che prendere avvio proprio da qui.

Il messaggio che viene dai vostri annunci è efficienza, guida autonoma e altro ancora. Ma come ci arriviamo? Le persone continuano a desiderare i pick-up e l’F-150 diesel di certo non basta…
«La storia dell’F-150 è affascinante: è leader da 41 anni e si migliora sempre. L’ultima generazione è tutta in alluminio e con il diesel fa 30 miglia con un gallone. Io penso che l’economia non si fa attraverso la tecnologia che compie cose impossibili, ma capendo come le persone possono utilizzarla. L’F-150 non è la soluzione più efficiente, ma è quella che interpreta meglio i bisogni delle persone. Per questo abbiamo previsto l’F-150 ibrido che vedremo nel 2020».

Ford un giorno potrebbe lasciare l’Europa?
«Mi sono sentito spesso fare questa domanda. Ma io rispondo sempre che non abbiamo alcuna intenzione di lasciare l’Europa perché per noi è un mercato di successo e dove abbiamo un grosso credito, ma non solo. Crediamo che in Europa l’elettrificazione e le nuove tecnologie per la mobilità si affermeranno prima che altrove. Per questo abbiamo aperto a Londra un ufficio per lo sviluppo della digitalizzazione. Piuttosto, dobbiamo gestire la Brexit nel modo migliore possibile».

Anche altri lavorano a elettrificazione e guida autonoma. Ford come pensa di essere leader in questi campi?
«Penso che Ford sia leader nel “deep learning”, una disciplina molto giovane nella quale stiamo continuando ad investire perché crediamo che può rendere i veicoli davvero intelligenti. Per la guida autonoma io vedo molte analogie con la storia dei computer: a farla non sono stati gli specialisti, ma personaggi come Steve Jobs. Voglio che Ford sia leader della guida autonoma in modo simile e abbiamo il dovere di rappresentarla verso le persone non come robot senza volante e senza pedali perché questo le intimorisce, ma in un modo che ispiri fiducia».

Quando metterete effettivamente su strada automobili a guida autonoma?
«Nel 2021 e il primo campo di applicazione sarà la logistica. La sperimentazione con Domino’s Pizza (catena di consegna a domicilio, ndr) è andata molto bene e abbiamo scoperto cose inaspettate: per esempio, che alla gente piace ricevere a casa la pizza senza fattorino perché può rimanere senza scarpe o con i bigodini in testa. La guida autonoma dà inoltre soluzioni per definire il momento migliore per la consegna e pensiamo anche che potrà ridare spinta ai piccoli business».

Volete continuare nella strategia One Ford e rimanere da soli o desiderate un alleato?
«La strategia One Ford si riferiva alla presenza del brand e all’allineamento delle piattaforme su scala globale. Alan Mullally capì allora che quella era la cosa giusta da fare per la nostra compagnia. Penso che ora sia arrivato il momento in cui i mercati devono riprendere un po’ il controllo dei loro bisogni, perché ci sono ovviamente delle differenze e noi dobbiamo comprenderle fino in fondo. Alleanze? Ne abbiamo avute in passato, ne abbiamo annunciata già una con Mahindra e pensiamo che l’industria dell’automobile sia altamente frammentata dunque le alleanze sono una cosa sensata».

Quale sarà la strategia per i veicoli elettrici?
«Abbiamo già annunciato un investimento di 11 miliardi di dollari entro il 2022 per 24 modelli ibridi e 16 elettrici. Alcuni pensano a una generazione di modelli completamente nuovi, ma guardate che sensazione ha fatto la presentazione della Mustang Bullit: le persone hanno passione per automobili! Non possiamo rinunciare alla gioia di guidare. Per questo la nostra strategia parte dall’elettrificazione di auto come questa, come la Mustang ibrida che avremo nel 2020, ma nello stesso anno avremo anche la Mach 1, un crossover elettrico dal carattere sportivo. Chi si ricorda, sa cosa fu la Mustang Mach 1…»

Ford è stata sempre una compagnia conservatrice, ma ora state cambiando tutto. Come è possibile gestire tutta questa transizione?
«I nostri nonni dovevano avere di fronte più orologi, ognuno per ogni città del mondo, se dovevano viaggiare o gestire una multinazionale, perché ogni paese aveva un suo tempo. Ora abbiamo contatti con tutto il mondo e mentalmente cerchiamo di prendere il tempo in parallelo. Penso che il futuro sarà così. Penso che nel presente dobbiamo dare ai clienti veicoli per loro accessibili e che a noi diano profitti, ma dobbiamo preparare il futuro prossimo e, allo stesso tempo, guardare più lontano. Questo non vuol dire fantasticare di automobili che volano, ma individuare le tecnologie che hanno un effettivo potenziale di miglioramento. Se guardiamo a cosa avevamo 10 anni, ci rendiamo conto di cosa potremo avere tra 10 anni. Per questo ho nella mia mente due orologi: quello del presente e quello del futuro e dico che anche Ford deve averli entrambi».
 

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Giovedì 17 Maggio 2018 - Ultimo aggiornamento: 15:03 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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