Jaguar, ecco la nuova identità visiva in attesa di un concept che debutterà a Miami il 2 dicembre
Jaguar, ecco il prototipo della GT 4 posti che dal 2025 inaugura il nuovo corso del marchio britannico
Milano AutoClassica, Asi celebra icone storiche nel suo Village. Dalla prima Giulietta Sprint del 1954 alle Jaguar da competizione
MADRID – Nick Cassidy è decisamente cauto, anche più del solito. A Madrid, ai box della Jaguar Tcs, ha avuto una mezza giornata in più per “rilassarsi” perché la scuderia non ha potuto prendere parte alle prime 3 ore di test ufficiali che aprono la stagione 11 di Formula E per via della penalità inflitta in seguito allo sforamento al tetto di spesa, costato anche una multa di 100.000 euro. «Non mi sbilancio, aspetto di capire a che punto siamo», dice. Per il momento il suo riferimento sono i test condotti anche in Italia assieme alla Nissan, che lo ha in qualche modo impressionato: «Abbiamo capito che c'era ancora del lavoro da fare prima di arrivare ai test ufficiali e sappiamo che dovremo crescere ancora prima della gara di apertura, a San Paolo: abbiamo un gap da chiudere», aggiunge.
Soddisfatto della Gen3 Evo?
«La nostra macchina non è nata nel migliore dei modi, dobbiamo riconoscerlo. Dopo i giorni in pista con Nissan, loro sono diventati il nostro riferimento e questa settimana ci serve anche per capire come siamo messi».
Quindi?
«Sono una persona competitiva e per me contano prestazioni e risultati. Dopo due stagioni in cui abbiamo lottato fino all'ultimo per la vittoria (secondo nel campionato 9 e terzo nel 10, ndr) so solo che dobbiamo continuare a restare su quel livello».
La trazione integrale?
«Costruttori come Porsche e Stellantis, ma anche la stessa Nissan, si portano dietro esperienze da altri classi su questo fronte. Noi, come dire, abbiamo più da imparare, ma abbiamo anche notoriamente un grande gruppo, che sa lavorare bene».
Come sarà questa settimana in circuito?
«Mi piace l'aspetto dello sviluppo. E i test sono un'opportunità per lavorare fianco a fianco con le persone alla macchina. Ho un nuovo performance engineer e un car engineer, il quinto diverso in cinque stagioni. Devo digerire molti cambiamenti».
La nuova monoposto Gen3 Evo è una evoluzione o una rivoluzione?
«Bella domanda».
È cambiata la macchina, cambieranno anche le corse?
«Cambieranno di sicuro le strategie. Perché con la trazione integrale e il nuovo modo di impostare gli Attack Mode potranno determinare strategie differenti. Per non parlare dell'introduzione della ricarica: dovremo ottimizzare la condotta di gara».
Tra le novità del calendario, ci sono i doppi appuntamenti di Tokyo e Monaco.
«Le due gare a Tokyo sono grandiose. Se mi guardo indietro, la passata stagione abbiamo perso una grande occasione in Giappone, perché è uno di quei circuiti in cui è difficile sorpassare. Mi piace l'idea di tornarci perché so che possiamo raccogliere punti lì. A Monaco siamo andati bene nelle ultime due stagioni e c'è sempre una domanda che aleggia nell'aria: chi vince a Montecarlo?».