Una colonnina di ricarica di Be Charge

Più colonnine e batterie meno care: è più vicina l'era dell'auto elettrica

di Giampiero Bottino
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MILANO - Sembra che l'era dell'auto elettrica si avvicini davvero a grandi passi. Il massiccio impegno finanziario e tecnologico profuso in questo campo dai costruttori sta dando i suoi frutti, determinando una positiva evoluzione che accomuna tutta la filiera legata alla propulsione a batteria e alla componentistica destinata a supportarla.

Lo dimostrano i dati che riguardano lo specifico settore, artefice di progressi che sotto l'aspetto sia dei costi sia dell'efficienza procedono a un ritmo difficilmente ipotizzabile fino a poco tempo fa. A cominciare dalla capacità produttiva annua del componente chiave – la batteria – passata a livello mondiale dai 103 Gwh (GigaWattora) del 2017 ai 27 previsti per il 2021. Analogo, e addirittura ancora più impetuoso, il trend dei costi di produzione la cui riduzione procede davvero a passi da gigante: secondo uno studio di Morgan Stanley basato su dati del Politecnico di Monaco di Baviera, i 1.000 dollari per kWh del 2010 sono oggi diventati circa 180, con la prospettiva di arrivare attorno ai 109 dollari/kWh nel 2025 per scendere ampiamente sotto il muro dei 100 (a circa 73 dollari/kWh) entro la fine del decennio.

Un andamento virtuoso destinato a riflettersi sui costi di produzione delle vetture e di comseguenza anche sui portafogli degli acquirenti: se nel 2017 una batteria da 50 kWh pesava per oltre un terzo (35%) sul costo totale di produzione della vettura, la stessa percentuale potrebbe scendere al 25% nel 2025, contribuendo a ridurre del 15% il costo di produzione complessivo di una vettura a emissioni zero, che potrebbe così avvicinarsi nei listini alle più tradizionali vetture a combustione interna.

Sono valori destinati ad avere ovvie ricadute sulla diffusione della propulsione elettrica che secondo l'Outlook di Bloomberg New Energy Finance dovrebbe passare dai 5 milioni di vetture circolanti nel mondo nel 2019 agli oltre 40 milioni del 2025 per raggiungere i 500 milioni a metà del secolo, quando l'era dell'auto elettrica si sarà definitivamente affermata. Per quanto riguarda l'Italia, nel corso del decennio appena iniziato il parco cirolante che all'inizio del 2020 ammontava a 48.000 unità potrebbe raggiungere nel 2030 un ventaglio compreso tra i 4 e i 6 milioni di vetture, grazie anche a una rete di ricarica destinata a passare nello stesso arco di tempo da 7.000 a oltre 45.000 stazioni.

Numeri e prospettive – le cui scadenze sono comunque da verificare alla luce dello tsunami sanitario che peraltro potrebbe giocare a favore di una mobilità individuale più soft e rispettosa dell'ambiente – sono stati illustrati da Paolo Martini, amministratore delegato di Be Charge, durante la presentazione del piano strategico nel quale la società del gruppo Be Power dedicata alla diffusione delle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica ha programmato un investimento di 150 milioni di euro entro i prossimi 5 anni.

Il piano prevede la prossima realizzazione di 2.000 punti di ricarica già contrattualizzati destinati ad aggiungersi ai 1.500 in buona parte operativi (la loro attivazione dipende dai distributori locali di elettricità), mentre altri 4.000 sono in avanzata fase di sviluppo nell'ambito di una road map che nel medio termine intende creare una rete di 30.000 punti di ricarica pubblici diffusi su tutto il territorio nazionale, tra cui 300 a Milano e Torino, 320 a Roma e 240 a Napoli.

Tutte le stazioni erogano energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili, possono essere gestite in modalità integralmente digitale tramite l'app Be Charge da scaricare sullo smartphone e sono del tipo Quick (fino a 11 kW) in corrente alternata, mentre per la ricarica rapida in corrente continua ci sono la Fast (fino a 150 kW) e la HyperCharge oltre questo limite.

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Venerdì 1 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 05-05-2020 10:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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