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A Red Wharf Bay, un’estate del 1947, un uomo passeggiava su una delle spiagge più belle del Galles pensando a come sarebbe potuto essere un nuovo tipo di veicolo: una via di mezzo tra un trattore e un mezzo da trasporto. La Seconda Guerra Mondiale era finita da due anni e molte delle aziende meccaniche come la Rover Company stavano trovando il modo di reinventarsi.
Dall’altra parte dell’Atlantico non c’erano macerie e le previsioni di mercato erano magnifiche, con un favore crescente verso i mezzi da fuoristrada. Quell’uomo era Maurice Wilks e, di fronte agli occhi del fratello Spencer, disegnò sulla sabbia la sagoma di una “Rover for the land” (una Rover per la terra).
Il primo esemplare di preserie uscì l’11 marzo 1948 dalla fabbrica di Solihull, aveva la targa HUE 166, circostanza che suggerì il soprannome di “Huey”, nome originale di Qui, il primo dei tre nipotini di Paperino.
Il debutto al pubblico avvenne al Salone di Amsterdam. Era il 10 aprile e nasceva un mito che sarebbe durato, pressoché intatto, per quasi 70 anni, consacrato da oltre 2 milioni di esemplari prima di mettersi a riposo il 29 gennaio 2016, uccisa da quella modernità che non era riuscita a modificarne le forme, se non per la posizione dei fari, spostati dalla calandra ai parafanghi in occasione del lancio della Series III nel 1971.
E anche le apparenze hanno ingannato praticamente tutti perché, in realtà, negli anni Huey ha cambiato tutto tranne un pezzo: un piccolo gancio per fermare il telo. E tra le cose che ha modificato c’è anche il nome. All’inizio infatti era “la” Land Rover, semplicemente perché era la sola e unica. Poi, quando nel 1990 arrivo la Discovery, un nome lo trovarono anche a lei e a tutta la sua storia che, già vent’anni prima, aveva trovato un nuovo sbocco con qualcos’altro di assolutamente originale, un altro fuoristrada sì, ma di lusso, e che nel cofano aveva un motore V8: la chiamarono Range Rover.
La Defender intanto aveva intrapreso una brillante carriera militare presso innumerevoli corpi militari, talvolta indossando l’equipaggiamento da assalto, con tanto di cannoncino e cingoli. Ciononostante, nessuno pensava di poter cambiare quel disegno che Maurice Wilks aveva fatto sulla spiaggia di Red Wharf Bay.
Ed invece già alla fine del millennio, qualcuno cominciò a parlare di un cambio di rotta radicale per affrontare le nuove norme sulla sicurezza che, dopo gli USA, l’avrebbero messa fuori mercato anche in altri mercati, ma nessuno osò fino al 2011 quando al Salone di Francoforte furono presentate la DC100 e la DC100 Sport dove quelle due lettere stavano per Defender Concept.
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