Lo stabilimento UFi Filter altamente tecnologico di Opole (Polonia)

Auto, big italiana di filtri inaugura in Polonia la 16^ fabbrica. UFI “vola” anche in F1 e su Marte

di Sergio Troise
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OSTRAVA E OPOLE - L’inaugurazione di uno stabilimento produttivo di un’azienda italiana all’estero costituisce sempre un evento importante, ma lo è ancora di più se svela insospettabili realtà di un Made in Italy sconosciuto al grande pubblico. E’ il caso, tutto da scoprire, di UFI Filters (acronimo di Universal Filters International), azienda che dal 1971 (quando si chiamava ancora Universal Filters Italy) produce filtri e sistemi di controllo delle temperature (come gli scambiatori di calore) per automobili, camion, veicoli commerciali, motocicli, motori marini, veicoli agricoli e industriali, monoposto di Formula 1 (fornisce 8 team su 10, comprese Mercedes e Ferrari, e il 100% dei team di Formula 2) e perfino veicoli spaziali proiettati sulla conquista di Marte.

Un colosso, insomma, che dai primi passi compiuti “in casa”, nello stabilimento di Nogarole Rocca (Verona), oggi vanta 16 stabilimenti nel mondo, tre centri dedicati all’innovazione (il 5% del fatturato è investito in Ricerca&Sviluppo), 54 uffici commerciali e sei centri logistici per l’aftermarket. Quanto basta per soddisfare un mercato che al momento vede il 95% dei veicoli costruiti nel mondo dotati di filtri UFI e per tenere testa alla concorrenza di altri colossi del settore come Male e Mann+Hummel.

Presente in 4 continenti (manca soltanto l’Oceania) UFI Filters vanta clienti come Volkswagen Group, GM, FCA, Hyundai, Renault, Nissan, Ford, Daimler, Peugeot, Suzuki, Volvo, Great Wall, BMW, tanto per citare alcuni dei più importanti. Oltre alla produzione, il gruppo può vantare tre centri dedicati all’innovazione, con 120 tra tecnici e ingegneri impegnati sul futuro della tecnologia, grazie ai quali l’azienda si è assicurata ben 167 brevetti. I dipendenti sono oltre 4000, 500 dei quali in Italia, gli altri sparsi tra Cina, Corea del Sud, Brasile, Tunisia, Repubblica Ceca, e nelle sedi commerciali e logistiche di numerosi altri Paesi, tra i quali Usa, Giappone, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Belgio, Svezia. La sede legale è a Porto Mantovano (Mantova).

L’ultimo sito produttivo è stato inaugurato il 14 dicembre a Opole, zona economica speciale della Polonia, a circa 200 km da Varsavia, dove la nuova struttura favorirà l’ulteriore sviluppo europeo dell’azienda nel settore termico. Lo stabilimento è nato in appena 14 mesi. «Burocrazia e capacità decisionali sono lontane anni luce dai metodi italiani» è stato spiegato dai vertici dell’azienda, che per ottenere terreni, licenze edilizie e agevolazioni fiscali non hanno dovuto penare né correre il rischio d’imbattersi in pratiche corruttive. Tutt’altro. Il territorio ha messo a disposizione, in tempi record, un’area di 6.000 metri quadri (saranno 12.000 in futuro), creando le condizioni per installare una fabbrica con capacità produttiva di un milione di componenti l’anno (il triplo entro il 2023). Particolare importante, si tratta del primo stabilimento UFI dedicato alla produzione di scambiatori di calore al di fuori della Cina.

«L’impiego di processi tecnologicamente avanzati e completamente integrati sarà utile alla realizzazione di cooler per motori, trasmissioni e altre applicazioni, con focus specifico sui veicoli ibridi ed elettrici» ha spiegato nel giorno dell’inaugurazione l’amministratore delegato Rinaldo Facchini, braccio destro di Giorgio Girondi, che della UFI è il fondatore e il presidente. Un manager illuminato, Girondi, che oggi può concedersi il lusso di viaggiare con aereo privato e di curare, oltre alle sue aziende, anche una prestigiosissima collezione di auto storiche e supercar moderne, ma a costo di molti sacrifici iniziali e, soprattutto, della felice intuizione avuta negli anni 80, quando ebbe il coraggio di guardare alla Cina come la realtà economico-produttiva con le maggiori potenzialità di sviluppo. E l’infatti è lì che si è consolidata l’azienda d’origine mantovana.

«Oggi sono cittadino onorario di Shanghai – racconta Girondi - ma sono arrivato laggiù quando pochi credevano nelle potenzialità di crescita del Paese. Sono stato il primo a produrre filtri per motori in Cina, quando lì non avevano ancora scoperto la motorizzazione di massa e per andare da Shanghai a Pechino ci volevano 33 ore di treno. All’epoca si producevano in Cina 300.000 auto all’anno, contro i 28 milioni di veicoli di oggi. Ho aperto cinque stabilimenti, più altri sette realizzati per conto del governo di Pechino. Da lì abbiamo avviato un processo di internazionalizzazione che ci ha premiato, visto che non abbiamo mai rallentato la crescita, sia della produzione sia del fatturato, fatta eccezione per un piccolo calo successivo al fallimento di Lehman Brothers e alla crisi economica internazionale post 2007».

A margine dell’evento inaugurale, svoltosi alla presenza di amministratori locali, diplomatici, giornalisti polacchi e dipendenti, Girondi ha aggiunto che «gli scambiatori di calore prodotti nel nuovo stabilimento di Opole sono destinati a una molteplicità di mercati, tra cui quello automotive e heavy-duty, dei trattori e delle macchine da costruzione, on-road e off-road, oltre che ai veicoli ibridi, completamente elettrici e a celle di combustibile, che anticipano i sistemi di propulsione e la mobilità elettrica del futuro».

L’amministratore delegato Rinaldo Facchini ha ricordato, da parte sua, che «dalla fondazione ai giorni nostri UFI ha prodotto oltre un miliardo di filtri e che dal 2009 al 2017 il fatturato dell’azienda è cresciuto a doppia cifra, raggiungendo i 436 milioni di euro» (nel 1971, primo anno di attività, fu di 15 miliardi di lire). E ancora, è stato ricordato che tra gli obiettivi perseguiti è al primo posto l’ottimizzazione del just in time, ovvero la capacità di produrre vicino alle fabbriche dei clienti, in modo da velocizzare le consegne, evitando ritardi e sprechi. “Con l’apertura di questo stabilimento strategico in Polonia abbiamo l’opportunità di soddisfare le esigenze di tutti i più importanti costruttori di veicoli in Europa con tempi di consegna ottimizzati” ha sottolineato il manager.

Proprio in questa ottica, tra non molto UFI aprirà nuovi siti produttivi anche in Messico e Turchia, oltre a rafforzare la presenza in Cina e India. Il piano per la Polonia ha richiesto intanto un investimento di 42 milioni di PLN (circa 10 milioni di euro) ed è stata annunciata la creazione di 250 nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni: non solo manodopera, ma anche “cervelli”, in forza di un accordo di collaborazione con l’Università locale.

Quello di Opole è il primo stabilimento UFI dedicato alla produzione di scambiatori di calore al di fuori della Cina. Tovandosi non lontano dal sito industriale di Ostrava, in Repubblica Ceca, dove UFI produce ed assembla filtri, può assicurare in meno di due ore una connessione rapida ed immediata fra le due sedi.

«Tecnologia, innovazione e flessibilità produttiva sono regole imprescindibili delle nostre attività” tiene a ricordare in proposito il presidente Girondi, aggiungendo che la velocità è una voce essenziale delle dinamiche aziendali. “Nelle riunioni con il mio staff pretendo che non si disquisisca sui problemi ma che si portino soluzioni, da adottare il più velocemente possibile. La velocità decisionale e operativa è uno dei segreti del nostro successo».

Ma tra le scelte di fondo, come detto, c’è anche la flessibilità. E nello stabilimento ceco di Ostrava il concetto è ben rappresentato dalla capacità di produrre impianti di filtraggio per olio, gasolio e aria. Nel primo caso uno dei clienti più importanti è BMW, per conto della quale IFI produce in esclusiva l’intero modulo filtro olio in plastica per motori a 6 cilindri; per Volkswagen viene prodotto invece, sotto lo stesso tetto, un esclusivo filtro per il gasolio dedicato al veicolo commerciale Crafter: “E’ realizzato in alluminio a saldatura laser ed è un aggeggio unico al mondo” dice con orgoglio Paolo Malagoli, general manager di UFI per l’area compresa tra Repubblica Ceca e Polonia. Altra esclusiva, infine, è il filtro aria per Mercedes-AMG, un vero e proprio oggetto di design preteso dalla divisione sportiva della Casa di Stoccarda per identificare i modelli sportivi all’apertura del cofano motore.

Se non bastasse, UFI ha recentemente introdotto la novità Multitube, rivoluzionario sistema (brevettato) per il filtraggio dell’aria, che assicura il 4% di cavalli motore in più, una apprezzabile riduzione delle emissioni nocive, flessibilità geometrica e ridimensionamento del filtro (fino al 50% di spazio occupato in meno). Caratterizzato da una struttura tubolare che rimpiazza il tradizionale filtro a pannello, il Multitube è stato scelto dalla Porsche come primo equipaggiamento per la GT2RS, ma – assicurano in casa UFI - presto troverà altre applicazioni italiane e internazionali, essendo un prodotto destinato a diffondersi rapidamente sia per il primo equipaggiamento sia per l’aftermarket.

Una delle scelte strategiche decisive, per un’azienda che era nata e cresciuta operando in un mondo concentrato sui tradizionali motori termici, benzina e diesel, è stata quella di aggiornare la produzione con l’inserimento della plastica, presente dal 2014, e di dedicarsi a forniture custom, anche in esclusiva, per marchi di prestigio come le succitate BMW, AMG e Porsche, per non dire dei filtri super esclusivi realizzati per la Formula 1 (fino a 14 per ogni monoposto).

Vale la pena ricordare, poi, che dal 2017 UFI è all’avanguardia anche per la fornitura di apparati utili ai motori ibridi ed elettrici, che rappresentano ormai l’oggi e il domani della mobilità. Non solo filtri, dunque, ma anche sistemi di raffreddamento per la meccanica, per le trasmissioni (ZF è uno dei principali clienti) e per i pacchi di batterie che alimentano e alimenteranno le auto ibride ed elettriche di ultima e futura generazione.

«Siamo già al lavoro per soddisfare un mercato in rapida evoluzione in tutto il mondo” dice in proposito Luca Biagini, responsabile per l’area Asia-Pacifico di IFI Filters. “Il futuro – aggiunge il manager - sarà delle auto elettriche alimentate da fuel cell caricate a idrogeno, perciò lavoriamo a filtri aria e cooler specifici. Nei nostri centri ricerche siamo impegnati, con partner lungimiranti, nel perfezionamento di progetti sulle fuel cell che guardano oltre i traguardi già raggiunti da Toyota e Hyundai».

 

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Mercoledì 19 Dicembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 20-12-2018 11:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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