La nuova Ferrari 488 Pista a ruote fumanti tra i cordoli di Fiorano

488 Pista da favola. Al volante sul tracciato di Fiorano della nuova Ferrari “speciale”

di Giorgio Ursicino
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MARANELLO - Dalla Pista alla strada. Una Ferrari Speciale, molto speciale. C’è fermento nella fabbrica delle invenzioni del Cavallino, il riferimento mondiale della tecnologia automotive sempre più affascinante ed avanzato. Nascono nuovi edifici, altri vengono ristrutturati e tirati a lucido, su uno dei brand di lusso più ambiti del pianeta (ha un valore dell’azione superiore ai 115 euro e una capitalizzazione che va oltre i 22 miliardi) il sole non tramonta mai. Si lavora sul Suv tutto rosso, il gioiello con power unit ibrida (il motore termico dovrebbe essere V6) che il prossimo anno getterà nuova luce nei settori in grande spolvero degli sport utility e dell’elettrificazione, asset strategici nella corsa globale verso la mobilità sostenibile.
 

Innovazione sì, ma grandissimo rispetto per la tradizione, per quei valori e quella filosofia voluti dal fondatore dell’azienda che hanno dato vita ad un successo planetario. Verrà prodotta sempre una Ferrari in meno di quelle richieste dal mercato (per il momento il divario fra offerta e domanda resta forte), sarà sempre un capolavoro del Cavallino la supercar più sognata e prestazionale, anche nel domani dei veicoli a batterie. Non si toccano, quindi, le “fuoriserie”, i modelli a tiratura limitata come la F40, la Enzo e LaFerrari, ed avranno sempre il loro posto al sole le versioni “speciali” della V8 a motore centrale, l’architettura più sportiva delle rosse prodotte in serie. Così, dopo la 360 Challenge Stradale del 2003, la 430 Scuderia del 2007 e la 458 Speciale del 2013, ecco la 488 Pista, la variante top della 488 GTB che ha dimostrato come anche il motore sovralimentato possa essere un ingranaggio perfetto per le gemme di Maranello. La nuova Principessa, che ha sfilato per la prima volta in pubblico allo scorso salone di Ginevra monopolizzando curiosità e attenzioni, ha un pedigree che sposta in avanti i precedenti riferimenti del mondo dell’auto.

Deriva, infatti, dalla grande esperienza che il Cavallino ha nelle competizioni, in particolare dalla 488 Challenge (negli ultimi due anni è stata protagonista del trofeo monomarca che vede impegnati oltre cento piloti in tre continenti) e dalla 488 GTE, il bolide capace di conquistare il titolo Costruttori GT del Wec sia nel 2016 sia nel 2017, portando avanti una tradizione che dal 2012 ha visto la Scuderia vincere 5 Mondiali e 35 gare sulle 51 disputate. La ricetta di una “speciale” è sempre la stessa, semplice a dire complicatissima da realizzare: su la cavalleria giù il peso. Tutto questo su un modello che è già un riferimento assoluto dal punto di vista della potenza e della leggerezza. Il passo in avanti è impressionante, come mai era avvenuto in precedenza, sia rispetto alla 488 GTB, sia in confronto con la 458 Speciale. I cavalli rispetto alla prima sono 50 in più, con la potenza specifica che raggiunge il valore record di 185 cv/l (era 135 sulla 458 Speciale), rispetto la seconda addirittura 115 in più.
 

 

La Pista pesa ben 90 kg meno della 488 GTB grazie all’abbondante utilizzo di fibra di carbonio e il rapporto peso/potenza raggiunge il fantastico valore di 1,78 cv/l (sulla 458 Speciale era di 2,13). Altra area in cui i tecnici del Cavallino si sono impegnati a fondo mettendo sul tavolo tutta la loro competenza è l’aerodinamica: l’efficienza è aumentata del 20% rispetto alla GTB, con un incremento del “carico” importante senza penalizzare troppo la resistenza all’avanzamento. Lo studio dei flussi è stato accuratissimo, dall’F-Duct anteriore in stile F1, all’estrattore e allo spoiler posteriore. I passaggi dell’aria giusti hanno consentito al propulsore più potente (bielle in titanio, collettori di aspirazione in carbonio, quelli di scarico in Inconel) di respirare e raffreddarsi senza aumentare le prese dinamiche e la superfice delle masse radianti.

Crescita consistente anche del sofisticato pacchetto elettronico che ha permesso al formidabile gruppo di collaudatori guidati da Raffaele de Simone di centrare gli ambiziosi target, cioè consentire anche ai piloti non professionisti di avvicinarsi al limite e provare il superbo piacere di guida che l’auto riesce ad offrire. L’SSC arrivato alla sesta generazione incorpora la funzione FDE (Ferrari Dynamic Enhancer) che con il “manettino” nella nuova posizione CT-OFF (c’è anche quella ESC-OFF) consente di guidare in sovrasterzo di potenza senza perdere il controllo. Il tempo sul giro a Fiorano scende a 1’21”5, due secondi netti in meno della già mitica 458 Speciale. L’accelerazione è superba (0-100 in 2,85 secondi, 0-200 in 7,6), la velocità supera i 340 km/h.
Altrettanto impressionante la frenata: la Pista da 100 km/h si ferma in appena 29,5 metri, da 200 km/h in 116 metri. In circuito performance, handling e piacere di guida raggiungono livelli mai visti, ma le aspettative sono elevatissime. Se possibile sorprende di più il comportamento stradale: nel traffico o in viaggio, la belva può essere un cucciolo docilissimo.
 

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Martedì 12 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2018 12:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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