Massimo Nalli, presidente di Suzuki Italia

Suzuki boom, nel 2017 vendite in Italia cresciute del 37%. E per il 2018 punta forte sulla “Hybrid generation”

di Giampiero Bottino
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ROBASSOMERO - Non poteva essere migliore il 2017 per Suzuki Italia. Marchio di nicchia, portabandiera del «piccolo è bello» per la capacità di declinare le vetture compatte abbinando lo stile intrigante e originale a contenuti tecnologici di prim'ordine, nell'anno da poco concluso ha battuto record su record: quello delle vendite, cresciute del 37,4% (il quadruplo del mercato nel suo complesso) a 31.088 unità, e quello della quota di mercato, passata dall'1,24 all'1,58%, livello mai raggiunto nella storia italiana del brand giapponese.

Gran parte del merito viene ascritto a Ignis, il Suv di taglia extra small che con 8.941 esemplari ha rappresentato quasi il 30% delle vendite di marca, piazzandosi all'ottavo posto nella classifica del segmento A che in Italia vale il 15% delle vendite ed è il terzo del mercato come consistenza. Alle sua spalle si piazzano le 7.620 unità della più grande Vitara, che occupa il decimo posto nella graduatoria relativa ai Suv.

Considerando i pesi sul totale delle consegne Suzuki, il duo di testa è seguito dalla S-Cross, un altro Suv di taglia compatta che vale il 12% delle vendite di marca, seguito dal 10% di cui sono accreditate due berline, la city car Celerio e l'apprezzata Swift protagonista di una performance rilevante nonostante sia arrivata nelle concessionarie quando l'anno era già inoltrato. Il fuoristrada Jimny, autentica icona del marchio, si è attestato sull'8%, precedendo di un punto percentuale la Baleno, altra piccola berlina.

Merita di essere sottolineato il ruolo della Suzuki nel campo della propulsione ibrida che nel 2017 ha registrato in Italia una crescita del 71%, arrivando a rappresentare il 3,4% del mercato totale. In quest'area emergente la casa giapponese ha saputo conquistare una solida posizione, come conferma il secondo posto tra i costruttori «ibridi», ottenuto dai tre modelli elettrificati – Swift, Ignis e Baleno – che sono stati acquistati rispettivamente da 1.245 (in 9 mesi), 2.409 e 588 clienti. È una soluzione semplice nella sua genialità, degna di un costruttore che ha sempre messo la sue considerevoli competenze tecnologiche al servizio della concretezza, senza cercare effetti speciali ma puntando su una fascia di clientela attenta anche al rapporto qualità/prezzo.

L'ibrido Suzuki è infatti leggero (pesa 6,2 kg), abbastanza compatto per consentire di collocare le batterie sotto il sedile di guida senza rubare posto agli occupanti, economico perché comporta un sovrapprezzo di soli 1.000 euro rispetto al corrispondente modello a propulsione convenzionale, furbo perché il motore elettrico interviene solo quando serve davvero, ma anche perché beneficia di tutti i provvedimenti a favore della mobilità verde, dai vantaggi fiscali alla libertà d'accesso in molti centri urbani «regolamentati».

Partendo da questi presupposti, Suzuki Italia attribuisce alla «Hybrid generation» un ruolo fondamentale nella strategia 2018 che prevede di consolidare il buon momento dell'anno precedente ponendosi un obiettivo di 33.000 consegne che nelle previsioni potrebbe portare la quota di mercato all'1,65%. Un livello che confermerebbe l'Italia al terzo posto tra i mercati europei del marchio, alle spalle della Germania e del Regno Unito.

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Domenica 21 Gennaio 2018 - Ultimo aggiornamento: 22-01-2018 17:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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