Carlos Ghosn, ex ceo di Renault-Nissan

Ghosn, oggi conferenza stampa a Beirut. Difesa manager nega accesso a computer privato

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TOKYO - Oggi la conferenza stampa di Carlos Ghosn è fissata per le ore 15 locali (le 14 in Italia). «Quando non devi più dimenarti tra questo o quell’altro, che non hai più quella specie di pressione che avevi in Giappone, a un certo punto bisogna dire le cose», ha continuato il legale ai microfoni di BFM-TV. «Mio marito farà emergere la verità», afferma, da parte sua, Carola Ghosn, la moglie dell’ex tycoon con triplo passaporto francese, libanese e brasiliano, anch’essa nel mirino della giustizia giapponese e oggetto di un mandato d’arresto internazionale.

Intanto il tentativo degli investigatori di confiscare il computer utilizzato da Carlos Ghosn, nello studio del suo avvocato, è stato bloccato dal team della Difesa dell’ex tycoon. «In base alle regole sulla riservatezza dei nostri clienti, ci siamo avvalsi del diritto di rifiutare la richiesta dei pm, come previsto dal codice di procedura penale», hanno spiegato gli avvocati in un comunicato. Il pubblico ministero sta anche indagando sulle modalità di accesso alle risorse finanziarie dell’ex top manager della Nissan-Renault per portare a termine il piano di fuga dal Giappone verso il Libano.

Nuovi dettagli riportati dalla stampa giapponese parlano di un tentativo del pubblico ministero di convincere la Corte distrettuale di Tokyo ad aumentare l’importo della cauzione considerando le vaste risorse economiche di Ghosn. I calcoli dei pm sulla garanzia, riferiscono fonti alla Kyodo News, ammontavano a 10 miliardi di yen, l’equivalente di 83 milioni di euro.

Il team della Difesa di Ghosn, tuttavia, si è detto contrario, accordandosi alla fine per un importo minore, pari a un miliardo di yen. Dopo il rilascio dal centro di detenzione, lo scorso 6 marzo, Ghosn è tornato in prigione il 4 aprile con una nuova accusa a suo carico, prima di essere rilasciato il 25 aprile dietro il pagamento di una cauzione di 500 milioni di yen. Le fonti aggiungono che secondo i pm la defezione di Ghosn non sarebbe potuta avvenire se la cauzione fosse stata più elevata. Dopo la violazione dei termini di custodia cautelare la procura ha ordinato la confisca dell’intero importo di 1,5 miliardi di yen.

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Mercoledì 8 Gennaio 2020 - Ultimo aggiornamento: 15:05 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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