Un gruppo di motociclisti

FMI e Ancma scrivono a Conte: «Le due ruote al collasso in Italia, subito aiuti al settore per risollevarsi»

di Antonino Pane
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ROMA - Incentivi economici e una maggiore coesione delle Regioni per le attività sportive. Il presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Giovanni Copioli, è quello dell’Ancma (costruttori motocicli e accessori) Paolo Magri, si sono rivolti al presidente del Consiglio  Giuseppe Conte per rappresentare tutti i problemi da risolvere per rendere di nuovo competitivo il comparto italiano delle due ruote.  

Un comparto importantissimo se si pensa che nel 2019 sono stati immatricolati in Italia 250.000 tra motoveicoli e scooter, mentre gli utenti delle due ruote a motore sono attualmente circa 8.000.000 milioni di persone.

Per quanti riguarda la situazione economica i due presidenti fanno notare che la “prolungata chiusura obbligata delle Aziende e degli esercizi commerciali ha provocato un fortissimo calo dei rispettivi fatturati. E' dunque assolutamente importante individuare soluzioni per aiutare il settore a risollevarsi il più velocemente possibile. Lo strumento degli incentivi economici - sottolineano Copioli e Magri -  è indispensabile per favorire l’accesso dei cittadini a un mezzo di spostamento sostenibile e per aiutare aziende e concessionari a smaltire gli stock di veicoli euro 4 formatisi a causa del lockdown. Moto e scooter, anche elettrici, hanno un ruolo decisivo nel risolvere i problemi di traffico e certamente rispettano il fondamentale distanziamento sociale. In più sulle medie e lunghe distanze (tangenziali e strade a grande percorrenza) risultano decisamente più idonei”.

Nelle lettera inviata anche al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli e a  quello dello Sport, Vincenzo Spadafora, si evidenzia come “nel momento in cui si chiede alla popolazione il massimo rispetto riguardo il distanziamento fisico, favorire nel modo più ampio possibile l’utilizzo del mezzo a due ruote a motore, a basso livello di inquinamento, a ridotto ‘consumo’ di spazio in movimento ed in parcheggio, è un elemento che dovrebbe essere preso in concreta considerazione da parte del Governo, così come anche incentivare gli indispensabili supporti di sicurezza (casco e abbigliamento tecnico), attraverso una defiscalizzazione per incoraggiarne l'acquisto”. 

C’è poi la parte sportiva. “Anche le 1740 società affiliate alla Federazione Motociclistica Italiana, spina dorsale delle attività turistico\sportive in Italia - si sottolinea nella lettera - avranno poi bisogno di un aiuto economico per garantire la loro stessa sopravvivenza. Inoltre - aggiungono - siamo costretti a lamentare la grande discrezionalità delle disposizioni emanate dalle singole Autorità Regionali, riguardo l’uso delle motociclette sia per la pratica del ‘Mototurismo’ che di quella più propriamente ‘Sportiva’. Questo genera grande confusione nei nostri utenti, che faticano a districarsi in una enorme mole di norme diverse, spesso in contrasto tra loro, alimentando le loro proteste anche nei confronti dell’Autorità di Governo. Dal 4 maggio si possono effettuare attività sportive individuali, ma nei documenti ufficiali non riusciamo a trovare la chiarezza che auspichiamo riguardo l’uso delle motociclette, strumento a guida singola e distanziata per eccellenza. Siamo invece fermamente convinti che l’uso sportivo della motocicletta, in pista o in fuoristrada, abbia caratteristiche decisamente simili a quello della bicicletta o del cavallo.

Dal punto di vista sportivo la Federazione Motociclistica si è immediatamente adeguata alle richieste governative, identificando un gruppo di atleti di Interesse nazionale e dando precise linee guida per l’utilizzo degli Impianti. Ma proprio per la natura del mezzo tecnico utilizzato, sia in gara sia in allenamento, limitarne l’uso ad un gruppo ristretto di utenti ci appare una discriminazione non giustificata dalla situazione, visto altresì che il motociclismo conta ben 23 diverse discipline; limitare pertanto gli allenamenti agli atleti di interesse nazionale trascura la maggioranza degli appassionati che formano una base consolidata e indispensabile per le nostre attività. Da ultimo - conclude la lettera - evidenziamo che la FMI ha iscritte al proprio Registro Storico oltre 250.000 motociclette. In molte parti del nostro Paese ci sono limitazioni e divieti per la loro circolazione o nei centri cittadini. In questa fase, ma anche all’auspicato ritorno alla normalità, si potrebbero sospendere questi divieti perché anche le moto storiche, se ufficialmente certificate, possono rappresentare una valida alternativa alla mobilità”.

 

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Mercoledì 6 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 08-05-2020 08:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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