Sergio Marchionne, ceo di Fca

Fca, nuovo piano ipotesi unica divisione Alfa-Maserati. Domani Marchionne svela strategie al 2022

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TORINO - Sono giorni di grande lavoro per Sergio Marchionne che a Torino mette a punto con i suoi collaboratori più stretti gli ultimi dettagli del piano industriale 2018-2022 di Fca. La presentazione ufficiale avverrà venerdì nel centro di Balocco (Vercelli) - dove l’amministratore delegato aveva presentato nel 2004 il primo piano - ma continuano a trapelare indiscrezioni sulle linee strategiche del gruppo. E sulla scia dei rumors il titolo Fca vola in Borsa e ieri chiude in rialzo del 4,01% a 19,01 euro. Il piano che si delinea avrà al centro i brand Maserati e Alfa Romeo, per i quali si ipotizza la costituzione di un’unica divisione: rimarrebbero due società distaccate, ma verrebbero considerate insieme dal punto di vista dei report finanziari. Se questa ipotesi fosse confermata potrebbe essere anche un primo passo verso un futuro spin off dei due marchi del lusso.

Dell’Alfa Romeo si sa che finirà la produzione della Mito a Mirafiori, che dovrebbe essere sostituita da un crossover, mentre resta da definire l’erede della Giulietta. Per Maserati si pensa a un suv grande che potrebbe essere prodotto a Mirafiori dove sui fa già il Levante o a Grugliasco, mentre il coupè Alfieri potrebbe essere prodotto a Modena. Il marchio forte è Jeep che nel piano farà la parte del leone: dovrebbe raddoppiare le vendite nel 2022 rispetto a 1,4 milioni di unità del 2017, con un’espansione in Asia, Brasile ed Europa. Dovrebbe essere ridimensionato il marchio Fiat che potrebbe lasciare Stati Uniti e Cina per concentrare l’attività in Europa e in Sud America. In Italia resterà la produzione della 500X a Melfi, mentre quella della Panda sarà spostata da Pomigliano in Polonia. Non sarà più prodotta la Punto, a 25 anni dal lancio e oltre 9 milioni di esemplari, non è certo il futuro della Tipo realizzata in Turchia. Tutta la produzione italiana sarà concentrata sui modelli del lusso e sui Suv.

Marchionne, che lascerà Fca nella primavera del 2019 e affiderà il piano al suo successore, dovrà indicare soluzioni in tema di automazione, di guida autonoma, le risposte del gruppo alla sfida dell’elettrificazione, il futuro degli stabilimenti che producono i motori diesel per le auto (è il caso di di Pratola Serra, mentre la Vm di Cento fornisce motori diesel sui modelli Ram considerati Truck e pertanto meno coinvolti dalle limitazioni previste per le auto). All’amministratore delegato di Fca - che ha promesso di indossare la cravatta se l’obiettivo di azzerare il debito industriale sarà stato raggiunto - e al presidente John Elkann i sindacati chiedono certezze sull’obiettivo della piena occupazione negli stabilimenti italiani.

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Giovedì 31 Maggio 2018 - Ultimo aggiornamento: 18:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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