Una fabbrica di automobili

Diesel, quei gas troppo difficili da “ripulire” che saranno cancellati dall’elettricità

di Giorgio Ursicino
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ROMA - Scomparso per sempre nelle nebbie del Canale della Manica mentre cercava di risolvere mille problemi, è poi diventato un eroe per gli straordinari traguardi raggiunti dal motore che ha inventato. Non sarebbe in ogni caso felice in questo periodo l’ingegner Rudolf Diesel, dopo decenni di crescente successo la sua creatura è stata messa sul banco degli imputati e, in un mondo globale che corre spedito verso la mobilità sostenibile, pare proprio che abbia poche ancore di salvezza.

Eppure sia era arrampicato molto in alto. Spinto dall’industria europea e in particolare da quella tedesca aveva dimostrato di essere una soluzione perfetta non solo per i grandi camion, le navi, le ruspe e i trattori, ma anche per le piccole citycar. Per il diesel sono state combattute anche guerre ideologiche con mostruosi interessi in campo. Gli europei lo hanno sempre adorato, convinti che fosse la loro arma in più per battere la concorrenza e per abbattere la CO2 incolpata di causare i cambiamenti climatici. Americani e giapponesi lo hanno sempre digerito poco, considerandolo in ogni caso inquinante. Poi sono arrivati i cinesi, un altro grande mercato e un’altra strategica industria, e si sono schierati dalla parte dei secondi quasi ignorando il propulsore a gasolio.

Sia come sia, lo sanno tutti che il diesel ha ormai un destino segnato. Anzi, un orizzonte temperale limitato lo hanno tutti i motori termici. È solo una questione di tempo (tempi lunghi, ovviamente, non si parla certo del 2022), ma verranno sostituiti dai propulsori elettrici che non inquinano e non fanno rumore oltre ad essere (potrà sembrare strano) più performanti e garantire un maggiore piacere di guida. Arriverà un momento in cui costeranno anche meno di quelli tradizionali.

La politica, inoltre, ha lanciato un sasso nello stagno: francesi ed inglesi hanno annunciato che nel 2040 vieteranno la vendita dei motori a scoppio sulle vetture. Le amministrazioni locali si sono portate avanti. Ieri a Roma la domenica era “ecologica” e, con una decisione difficile da comprendere, le modernissime vetture Euro 6b non erano autorizzate a circolare. Il motore diesel è stato e resterà un capolavoro. Grande efficienza, coppia da record, emissioni di CO2 inarrivabili per un benzina. Utilizza però un carburante meno nobile, emette sostanze più complesse da pulire che richiedono dispositivi più complessi e costosi. Apparati che, quando non sono perfettamente in ordine, potrebbero non funzionare.

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Domenica 11 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 12-03-2018 11:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 di 2 commenti presenti
2018-03-11 13:18:20
Mi devono ancora spiegare chi dovrà pagare il passaggio di decine di Milioni di Auto da combustibile tradizionale a "elettrico", il quale NON si sa dove troveranno MILIONI di KiloWattOre necessari a ricaricare le batterie delle nuove Auto. Ogni motore a"scoppio" produce almeno 30 KiloWattOra (ogni ora) per andare avanti. In Italia circoleranno ogni mattina 10 Milioni di auto, quindi mancano all'appello 300 Milioni di KiloWattOra in più di quelli prodotti oggi, naturalmente da produrre col petrolio o altro combustibile fossile, visto che di Notte il Solare non c'è, nè con la Nebbia, la Brina, il Nuvoloso, ecc. Staremo tutti fermi (senza lavorare nè mangiare ) da novembre ad Aprile per il brutto tempo?
2018-03-11 22:58:52
Ma il motore ad idrogeno? Ormai è un decennio se non più che gira su BMW e su una Hyundai......motore a fuel cell che emette solo vapore acqueo. E non serve nemmeno acqua potabile. Peccato che i petrolieri paghino per non vedere affermati questi motori, che azzererebbero la CO2 e il particolato. Ma poi i loro resorts nel deserto chi li mantiene?