
De Meo (Renault): «Per rilancio Europa creare sorta di Airbus delle piccole elettriche. Non abbandonare motori tradizionali»

De Meo cede la guida del Gruppo Renault: «Lascio un'azienda trasformata e pronta per il futuro»

Alpine, c'è profumo di casa. Il brand del gruppo Renault punta a ripetere il successo del 1979 quando impose la tecnologia turbo

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«Dobbiamo fornire un quadro favorevole all’acquisto di auto piccole ed elettriche, come fatto in Giappone. Creare una sorta di Airbus delle piccole auto elettriche. Sarebbe l'occasione perfetta per l’Europa per tornare all’attacco e lo stesso si può fare anche per i piccoli veicoli commerciali». Lo ha detto l'amministratore delegato del gruppo Renault, Luca de Meo, in audizione davanti alla Commissione attività produttive della Camera.
«Il progresso è nell’elettrico ma quando ha senso dobbiamo cercarlo anche nei motori tradizionali». Lo ha detto l'amministratore delegato del gruppo Renault, Luca de Meo, in audizione davanti alla Commissione attività produttive della Camera. «Dovremmo adottare un nuovo approccio, guardando le emissioni "dalla culla alla tomba" e alcune soluzioni sono possibili lavorando sul miglioramento dei motori tradizionali», ha aggiunto de Meo, sottolineando che «serve un piano industriale europeo.
Per troppo tempo l'approccio dell'Ue è stato accumulare regole, mettere scadenze. Abbiamo bisogno che le istituzioni assumano un ruolo di direttore d’orchestra, organizzando tutti gli operatori del sistema, dall’estrazione delle miniere» e ribadendo che serve una «strategia olistica lungo tutto la catena del valore».
«Dobbiamo evitare forme di antagonismo tra le tecnologie. Le autorità ci devono dire dove vogliono che arriviamo ma non come. Bisogna lasciare il modo in mano ai tecnici e agli ingegneri. L’obiettivo non si discute», ha continuato il manager, chiedendo anche all'Europa di essere «flessibili e veloci» quando si prendono le decisioni, considerando che «nelle aziende costruiamo strategie a 10 anni, piani a medio termine a 5 anni e poi ogni anno il budget» che può portare alla modifica continua delle strategie più a lungo termine. Inoltre, servirebbe in Europa «fare squadra. Uno dei temi portanti è quello della standardizzazione, una strategia industriale europea è anche questo: fare in modo che la regolamentazione sia un elemento strategico», per esempio standardizzare «alcune componenti che non cambiano nulla al cliente può aiutare», tanto che la «standardizzazione forzata è quello che hanno fatto i cinesi negli ultimi 15 anni». Inoltre, si potrebbe procedere a una «armonizzazione delle regole della mobilità tra le città europee», ha spiegato de Meo.
Inoltre, uno dei temi centrali è quello dei costi e dell'energia. «Il costo di produzione in Europa è il 30% di più di quello cinese, dove c’è sostegno continuo. In più in Usa e Cina l'energia costa di meno. Abbiamo bisogno di energia sostenibile a costi bassi. In Italia, per esempio, fare aree industriali dove l'energia sia a costi più bassi», ha proseguito de Meo, aggiungendo che «una questione chiave è il sostegno all’innovazione. Abbiamo 8-9 regolamenti che arrivano ogni anno e l'accumulo dei regolamenti assorbe il 25% della ricerca e sviluppo e non crea sviluppo e il cliente non è disponibile a pagare di più per un regolamento» e una soluzione può essere «regolamentare solo il nuovo e non il vecchio». Inoltre, per de Meo serve «uno sportello unico» per fare in modo che «i nuovi regolamenti non si contraddicano a vicenda». Regolamentazione che ha «tartassato» negli ultimi anni soprattutto le auto dei segmenti più piccoli, mentre l'Europa per salvaguardare il suo futuro deve «fare veicoli più compatti e leggeri».