Xavier Martinet è senior vice president di Dacia & Lada per Marketing, Sales & Operations. E' stato anche direttore generale di Renault Italia tra il 2018 e il 2019.

Dacia, un 2021 da incorniciare: sale sul podio delle vendite in Europa ai privati e punta ancora più in alto

di Nicola Desiderio
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Dacia chiude il 2021 con un volume pari a 537.095 unità, un aumento del 3,1% e il terzo posto assoluto tra i marchi per le vendite a privati dove la quota di mercato conquistata è del 6,2% contro un 3,5% complessivo calcolando gli altri canali di vendita.

Tale successo è supportato, ancora una volta da Sandero che, con 226.825 pezzi, è per il quinto anno l’auto più venduta ai privati in Europa e la seconda in assoluto. Un risultato straordinario e “vero” poiché le automobili vendute ai privati sono quelle per le quali i clienti entrano nelle concessionarie e non quelle invece vendute alle flotte e alle aziende che rientrano nel computo finale. Altro pilastro è la Duster che, con 186.001 unità, è ancora il suv più venduto ai privati e ha superato i 2 milioni sin dal suo lancio nel 2010. Da incorniciare anche i risultati della Spring: il piccolo crossover elettrico ha portato in cascina 27.876 vendite e ancora tanti ordini da evadere tanto che se ne contano 46mila fino al 31 dicembre.

Questi e altri numeri sono stati commentati da Xavier Martinet, responsabile Marketing e Vendite di Dacia a livello globale e già direttore generale di Renault Italia, esperienza che gli ha fruttato un’ottima conoscenza della nostra lingua. Martinet ha sottolineato come il 60% delle vendite di Dacia siano di conquista e che il marchio rumeno è perfettamente complementare a Renault tanto che, chi abbandona Dacia, nel 75% dei casi sceglie proprio modelli della casa madre. Il francese ha anche evidenziato come il successo sia generalizzato tanto che vi sono ben 12 paesi (Marocco compreso) in cui Dacia è nella top 5 e tra questi l’Italia che rappresenta il secondo mercato per Dacia in assoluto.

Secondo Martinet, la dinamica dei prezzi delle automobili, in rapido aumento, rappresenta un’occasione unica per Dacia per conquistare ulteriori quote di mercato e consolidare la propria immagine puntando sull’elemento fondamentale ovvero il miglior rapporto tra contenuti e listino. A questo proposito, anche Dacia ha dovuto aumentare i prezzi del 4-7% per colpa dell’aumento delle materie prime fondamentali: in un anno l’acciaio è passato da 600 a 1.200 euro la tonnellata, l’alluminio da 1.500 a 2.500 euro. A rinforzare Dacia in termini di brand ci saranno una nuova immagine coordinata e un nuovo frontale che coinvolgerà tutti i modelli, compresa la nuova Jogger che avrà anche una versione full hybrid con lo stesso sistema della Clio.

Con il nuovo suv Bigster, che si posizionerà al di sopra della Duster non prima del 2023, Dacia conta di avere 5 pilastri sui quali consolidarsi come brand puntando sempre sulle proprie peculiarità, tra le quali la disponibilità dell’alimentazione GPL che rappresenta il 35% delle vendite e addirittura il 70% in Italia ed è, in ogni caso, uno strumento per abbassare le emissioni con un impatto minimo sulle tasche dei clienti. «Noi siamo Dacia e vogliamo rimanere Dacia» ha sintetizzato Martinet e ha aggiunto: «Dacia ha nei prossimi anni un ruolo sociale da giocare perché può continuare a garantire la mobilità per tutti».

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Mercoledì 19 Gennaio 2022 - Ultimo aggiornamento: 20:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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