Batterie per auto elettrica di provenienza cinese

Auto elettriche, Giappone e Usa si alleano contro batterie cinesi: accordo per fornitura minerali

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Giappone e Stati Uniti hanno firmato un accordo per rafforzare le catene di approvvigionamento di minerali critici per l’ auto elettrica, con Tokyo che si aspetta di ottenere benefici fiscali dall’Inflation Reduction Act degli Usa per i componenti delle batterie e le materie prime critiche utilizzate nei veicoli elettrici. Lo scrive S&P Global Commodity Insights. In base all’accordo, firmato dall’ambasciatore giapponese negli Stati Uniti Koji Tomita e dal rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Katherine Tai a Washington, i paesi rafforzeranno la cooperazione bilaterale nell’area dell’estrazione, fusione e lavorazione di minerali critici utilizzati per la produzione di batterie, secondo il governo giapponese.

L’accordo - siglato per evitare una dipendenza dalla Cina - mira a rafforzare e diversificare le catene di approvvigionamento di minerali critici e promuovere l’adozione di tecnologie per le batterie dei veicoli elettrici con impegni per facilitare il commercio, promuovere una concorrenza leale e condizioni orientate al mercato per il commercio di minerali critici, secondo l’accordo firmato. I minerali critici includono cobalto, grafite, litio, manganese e nichel. L’accordo Giappone-Usa segue quello del 18 marzo tra Giappone e Germania per cooperare nell’area delle catene di approvvigionamento globali critiche, tra cui energia pulita, idrogeno e batterie per la transizione energetica. Gli Stati Uniti, l’Ue, il Giappone, il Canada e altri governi stanno lavorando per ridurre la loro dipendenza dalla Cina per i minerali critici che sono essenziali per i loro sforzi di decarbonizzazione, sottolinea S&P, secondo il quale «i governi stanno aumentando la loro attenzione per garantire l’accesso ai minerali critici necessari per l’energia rinnovabile, le batterie dei veicoli elettrici, le tecnologie di difesa e altri usi».

L’accordo Usa-Giappone arriva pochi giorni dopo che il 24 marzo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro canadese, Justin Trudeau, hanno promesso di rafforzare le catene di approvvigionamento di minerali critici del Nord America. Trudeau aveva affermato che la cooperazione nella catena di approvvigionamento aiuterebbe i paesi a raggiungere gli obiettivi climatici e a contrastare le minacce alla sicurezza nazionale. «Con la crescente concorrenza, anche da parte di una Cina sempre piu assertiva, non c’e dubbio sul motivo per cui e importante che ci rivolgiamo ora l’uno all’altro per costruire un mercato nordamericano su tutto, dai semiconduttori alle batterie dei pannelli solari», aveva spiegato Trudeau in un discorso al parlamento canadese. Il Giappone si aspetta anche di ottenere lo stesso trattamento di un paese dell’accordo di libero scambio degli Stati Uniti sotto l’IRA seguendo le procedure necessarie che devono essere prese dagli Stati Uniti, ha spiegato Nishimura. «Cio significa che ci aspettiamo di vedere che i veicoli elettrici che utilizzano minerali e materiali critici rilevanti estratti o lavorati in Giappone soddisferanno probabilmente i criteri per ricevere crediti d’imposta nell’ambito della misura di incentivazione fiscale dell’IRA», ha detto il ministro dell’Economia, del commercio e dell’industria Yasutoshi Nishimura. L’accordo consente alle aziende giapponesi di beneficiare degli incentivi dell’IRA degli Stati Uniti, legislazione fondamentale per accelerare l’adozione di energia pulita e veicoli elettrici.

La legge offre 7.500 dollari in crediti d’imposta agli acquirenti di veicoli elettrici se soddisfano due criteri: almeno la meta dei componenti della batteria deve essere prodotta in Nord America e il 40% del valore dei minerali critici utilizzati nel veicolo deve provenire dagli Stati Uniti o da un paese dell’accordo di libero scambio. I veicoli che soddisfano solo uno dei criteri si qualificano per un credito d’imposta di 3.750. «Dopo che la legge e stata approvata ad agosto, il Giappone si e unito al Canada e ai paesi dell’Ue - conclude S&P - nell’esprimere la preoccupazione che le loro catene di fornitura di batterie domestiche sarebbero state danneggiate dai redditizi incentivi per parti e veicoli forniti dagli Stati Uniti».

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Mercoledì 29 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 30-03-2023 10:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA