Un veicolo elettrico abilitato al vehicle to grid

Auto elettrica diventa una batteria per vendere l’energia. Arriva il decreto del Mise per lo sviluppo del “vehicle to grid”

di Sergio Troise
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ROMA - “Vendere” l’energia attraverso la propria auto elettrica quando questa non è in uso facendola diventare, lasciata agganciata alla colonnina, una specie di batteria a cui il gestore può attingere in caso di necessità. È il ‘vehicle to grid’ (letteralmente ‘veicolo alla retè), un sistema rivoluzionario finora limitato ad alcune sperimentazioni che riceve adesso uno specifico inquadramento normativo con il decreto del ministero dello Sviluppo economico pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il decreto ha tra gli obiettivi non solo la diffusione dell’ auto elettrica, ma anche quello di rendere più stabile tutto il sistema elettrico in un’era in cui le rinnovabili fanno la parte del leone, ma per loro natura non sempre sono in grado di assicurare l’energia necessaria al Paese: da qui l’esigenza di avere dei sistemi di accumulo (tra cui per l’appunto le auto elettriche) che contribuiscano a stabilizzare la rete. Il provvedimento è la cornice entro la quale questo nuovo sistema si può sviluppare, ma c’è ancora qualche passo da fare per vedere la partenza vera e propria del nuovo regime.

In particolare, entro tre mesi, l’Arera (la vecchia Autorità per l’energia) dovrà adottare delle disposizioni per integrare la propria regolazione del dispacciamento, proprio per includere le infrastrutture di ricarica, «anche domestiche». Il relativo documento verrà messo in consultazione e poi emanato quindi, secondo fonti di settore, prevedibilmente verso l’estate tutto il processo dovrebbe essere completato. Il sistema prevede infatti che il singolo automobilista si affidi a un “aggregatore” (come è per esempio Enel X che ha avviato da tempo la sperimentazione) che in pratica fa da trait d’union tra l’ auto e il gestore della rete elettrica. L’automobilista si collega alla colonnina (sia quelle tradizionali e monodirezionali, sia quelle nuove e bidirezionali) e non solo riceve energia, ma la fornisce anche nei momenti di necessità ‘bilanciandò la rete. Alla remunerazione dell’automobilista penserà quindi lo stesso aggregatore, che verosimilmente agirà attraverso uno sconto sul successivo “pieno” di energia elettrica.

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Lunedì 17 Febbraio 2020 - Ultimo aggiornamento: 19:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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