La Qatar Airwais rifornisce i suoi Airbus A300 con il GTL di Shell

GTL, gasolio di bellezza. Il carburante ecologico Shell che ha in comune sostanze con le creme cosmetiche

di Nicola Desiderio
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ROMA - Immaginate di mettere nel serbatoio della vostra auto diesel un carburante che non deriva dal petrolio, ma dal metano e che viene prodotto negli stessi impianti dove vengono ricavate le basi poi utilizzate per fare le migliori creme cosmetiche. E immaginate infine che questo carburante sia capace di pulire le emissioni inquinanti del vostro motore a gasolio dandovi un’aria più pulita da respirare permettendo alle città di diminuire perlomeno i giorni di fermo del traffico. Un gasolio che – in parole povere – è capace di rendere l’aria più bella così come fanno i cosmetici con i quali condivide l’origine e la chimica. Questa possibilità c’è, si chiama GTL, è l’acronimo di “Gas-To-Liquids” ed è un carburante sviluppato dalla Shell che lo produce a Bintulu, in Malaysia al ritmo di 14.700 barili al giorno e a Pearl, nel Qatar, dove la capacità è di 140.000 barili.

Il processo tuttavia è stato sviluppato ad Amsterdam dove il cervello che progetta gli impianti per la sua raffinazione è italiano. Si chiama Valentina Altieri, è nata a San Salvo, in provincia di Chieti, ed è un ingegnere ambientale che ci parla del GTL come una cosa, tutto sommato, semplice: «Si prende il metano, lo si ripulisce dallo zolfo poi lo combiniamo con l’ossigeno ottenendo il Syngas (un gas sintetico, ndr) e poi lo catalizziamo creando composti cerosi paraffinici che vengono poi “craccati” come si fa con il petrolio ottenendo così oli base per lubrificanti, nafta, kerosene e infine le paraffine, che diventano creme, e il nostro gasolio». L’ingegnere non usa per cautela l’aggettivo “pulito”, ma l’aspetto di questa sostanza lo meriterebbe: è infatti molto fluido, limpido come l’acqua e non ha praticamente odori perché, oltre ad essere privo di zolfo come già detto, non contiene aromatici cancerogeni.

Ma la pulizia più interessante è quella che si manifesta nella combustione. Le sperimentazioni dimostrano che il GTL, usato al posto del gasolio fossile derivato dal petrolio, ha un impatto significativo sulla diminuzione delle emissioni inquinanti: dal 5 al 37% per gli ossidi di azoto (NOx) e dal 10 al 90% per il particolato (PM), anche se alcuni utilizzatori hanno rilevato benefici fino al 95%. Sono proprio quelle per cui le amministrazioni pubbliche fermano il traffico e che hanno messo il diesel alla gogna come se fosse l’origine di tutti i mali. Il gasolio da GTL è infine in grado di ridurre il rumore prodotto dal motore diesel da 1 a 8 dB e può essere utilizzato al 100% o mescolato con quello fossile senza modifiche ai serbatoi, ai motori e agli impianti di scarico che anzi – viste le emissioni intrinsecamente più pulite – hanno vita più facile: pensiamo ai filtri antiparticolato che hanno dato in passato non pochi grattacapi agli automobilisti.

Questi benefici sono il frutto di altre proprietà chimiche come un potere calorifico maggiore (+3%) e il numero di cetano superiore: 74-80 contro 51-57 dei normali gasoli. Questo vuol dire migliore accendibilità che si trasforma in emissioni inferiori e anche in minor rumore (da -1 a -8 dB), anche quest’ultimo un beneficio da non sottovalutare. Il GTL è attualmente usato su strada a Copenhagen, Strasburgo, Utrecht, Groningen, dal trasporto fluviale sui fiumi Reno e Senna, nel porto di Amburgo e infine da alcuni autotrasportatori di Danimarca, Francia, Olanda e Regno Unito, oltre ad essere in fase di sperimentazione a Londra, Parigi, ma anche a Tokyo, Shanghai, Pechino e a Doha, nel Qatar. I benefici sono maggiori nei diesel di vecchia generazione e questo rende il GTL una soluzione ipotizzabile per chi ha un parco macchine vetusto e, al momento, non ha la possibilità economica di rinnovarlo.

Sembrerebbe anche una buona soluzione per un paese dove, secondo i dati Unrae, alla fine del 2016 c’era un parco circolante con il 54,3% delle 36,42 milioni di automobili e il 69,2% dei 3,65 milioni di mezzi commerciali ante EuroIV (quando alcuni di essi si sono dovuti dotare di filtro antiparticolato) e con il 70% dei 630mila mezzi industriali ante EuroIV pure loro (anche se rispondono a regole diverse). E se per le prime sono a gasolio una su due, per le altre categorie il diesel abbraccia praticamente la totalità e il ritmo di ricambio verso soluzioni future come l’elettrico e l’idrogeno sarà sicuramente più lento di quanto non lo sia oggi. Non potremo far sparire questi mezzi d’incanto in pochi anni, ecco perché un carburante capace di pulire i motori e diminuire la dipendenza dal petrolio è un’ipotesi che deve essere presa in seria considerazione.

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Giovedì 22 Marzo 2018 - Ultimo aggiornamento: 27-03-2018 18:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 di 2 commenti presenti
2018-03-22 17:29:23
E adesso come la mettiamo? I fautori delle crociate anti diesel finalmente staranno zitti? Diesel sintetico più pulito e indipendenza dal petrolio....come faranno adesso i petrolieri? Forse ci sono loro dietro questa mania dei motori ibridi a benzina?
2018-03-22 20:12:07
giusto, se esce profumo invece che puzza sarà dura dire che inquina. ovviamente per chi ci crede. io dico che quando una cosa brucia fa sempre inquinamento.