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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino

Montecarlo, divieto di sorpasso: atmosfera magica ma circuito anacronistico

Paesaggio magnifico, ma circuito troppo antico per le moderne astronavi ibride. Passi in prova, dove l’abilità di guida certamente emerge sfiorando muretti e guardrail a quasi 170 chilometri di media oraria. In gara, invece, i sorpassi non sono più possibili e, almeno che qualcuno non sbatta o abbia problemi meccanici, la classifica rimane inchiodata, dal semaforo alla bandiera a scacchi. Questo è accaduto ieri al Gran Premio di Monaco e, nonostante il fascino del Principato, la corsa non poteva che essere noiosa anche perché le monoposto attuali sono incredibilmente affidabili.

Così la classifica finale è uguale alla griglia di partenza: ha vinto Daniel Ricciardo con la Red Bull che ha preceduto la Ferrari di Sebastian Vettel e la Mercedes di Lewis Hamilton, i due galletti che si sfidano per appaiare a quota 5 titoli il mitico argentino Manuel Fangio. Ai piedi del podio l’altra Rossa di Kimi Raikkonen, quindi la seconda Freccia d’Argento di Valtteri Bottas e la Force India di Esteban Ocon, un team in grosse difficoltà economiche, ma ancora in grado di realizzare delle buone auto. Al settimo posto non c’è Fernando Alonso solo perché è stato tradito dalla trasmissione della sua McLaren.

Non sono arrivati al traguardo nemmeno Leclerc e Hartley: nel finale di gara l’Alfa Romeo del pilota di casa con problemi ai freni ha violentemente tamponato all’uscita del tunnel la Toro Rosso-Honda del vincitore di Le Mans. I tre top team sono tutti abbastanza soddisfatti. La Red Bull ha trionfato, la scuderia di Maranello ha ridotto lo svantaggio in entrambe le classifiche mondiali (Sebastian ha recuperato 3 punti in quella Piloti, il team 5 in quella Costruttori), la corazzata di Stoccarda ha limitato i danni marcando il Cavallino in un tracciato che poteva essere ostico per le Stelle.

Dopo i punti persi in Cina e in Azerbaijan qualcuno ha puntato ancora il dito contro Vettel che per 78 giri non ha mai provato ad attaccare l’australiano nonostante Daniel fosse sempre a tiro e in alcune fasi abbia anche accusato problemi. In realtà Seb ha corso bene e nel duello che durerà l’intera stagione, forse opportunamente consigliato, ha evitato inutili rischi alla Verstappen pensando al bottino grosso, come quest’anno ha sempre fatto il suo vero rivale Lewis Hamilton. È vero, ad un certo punto la Red Bull di testa era in difficoltà per un evidente calo di potenza (problemi alla parte ibrida) ed ha iniziato a girare su tempi di 9 secondi superiori a quello della pole position, ma nello stesso momento la SF71H aveva problemi di graining soprattutto alla Pirelli ultrasoft anteriore sinistra e con quelle coperture doveva arrivare fino in fondo.

Il «tedesco del sud Italia» è stato saggio, se avesse tentato l’assalto poteva finire come a Baku (o peggio) e non era proprio il caso di regalare altri punti a Lewis che ormai ha imparato (quando è il caso) a guidare come faceva l’attuale suo boss Niki Lauda. Lo stesso approccio lo hanno avuto anche gli altri e sorpassi praticamente non ci sono stati. Hamilton non ha mai insidiato Sebastian, Raikkonen non ha mai dato fastidio a Lewis, Bottas si è guardato bene di attaccare Kimi nonostante avesse probabilmente le gomme migliori. Durante l’unica sosta, infatti, tutti sono passati dalla hypersoft alle ultrasoft, mentre a Valtteri i tecnici Mercedes hanno montato le supersoft.

I Pirelli con la banda rossa erano stati scartati da tutti durante le prove (da Hamilton per primo) perché non garantivano sufficiente aderenza, invece in gara il finlandese girava due secondi più rapido di tutti gli altri ed ha recuperato 20 secondi alla Ferrari del connazionale prima di adeguare il suo ritmo a quello degli avversari perché a Montecarlo è vietato sorpassare. L’unico che ha guadagnato in pista diverse poisizioni è stato Verstappen, ma partiva ultimo guidando una Red Bull e pare non abbia accusato problemi come quella del compagno che ha dominato.

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Venerdì 8 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 19:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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