• condividi il post
  • 22
MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Sebastian Vettel

La rivincita di Vettel: conquistare il titolo mondiale con la Ferrari e poi lasciarla

di Giorgio Ursicino

Forse il lockdown ha velocizzato l’amara decisione. Stando a casa, c’è più tempo per trattare. Invece, quando si riaccenderanno i motori, si dovrà correre così veloci da un continente all’altro che non ci sarà il tempo neanche di pensare. Il sogno da bambino di Sebastian Vettel, però, si era infranto da tempo. La meravigliosa favola di scrivere una pagina di storia in groppa al Cavallino più famoso del mondo, Seb aveva capito che era ormai sfumata. Quante volte aveva desiderato di aprire un’era a Maranello come aveva fatto il suo amico e idolo Michael Schumacher (un tedesco come lui).

Di riuscire dove avevano fallito campioni del calibro di Alain Prost e Fernando Alonso, costretti ad abbandonare la Scuderia senza aver centrato il bersaglio grosso. Ieri mattina, sul presto, è arrivata l’ufficialità. La Ferrari e il quattro volte campione del mondo hanno fatto sapere, in maniera garbatissima e con reciproco rispetto, che al termine di questo strano 2020 le loro strade si separeranno. Dopo due accordi triennali, niente nuovo contratto. «Sulla decisione non hanno influito gli aspetti economici.

«La Ferrari è speciale, le auguro tutto il successo che merita», ha dichiarato il driver tedesco. Altrettanto elegante e sinceramente commosso Mattia Binotto che ha sempre esternato stima per il pilota e per l’uomo. Vettel è stato un ferrarista vero, legato come pochi altri al mito della Rosse; il Mondiale non è arrivato per tanti motivi, anche per colpa di Seb che nei momenti topici ha commesso errori gratuiti e si è trovato di fronte una “macchina da guerra” come Hamilton. «Ci siamo confrontati e abbiamo scelto insieme a Sebastian - ha detto il team principal - lasciarci era la cosa migliore per ritrovare nuove energie e nuove motivazioni».

Sul tema è intervenuto anche chi, col suo impeto e la sua velocità, ha contribuito alla svolta: «Grazie Seb, ho imparato tantissimo da te - ha dichiarato Charles Leclerc - fra noi c’è stato qualche attrito in pista, ma sempre con il massimo rispetto». Al di là delle parole, la scelta è stata sofferta, forse più per Vettel che per il team. Abituato ad essere considerato un fenomeno, a 32 anni l’ex Red Bull ha provato l’amara sensazione di non sentirsi più indispensabile, un nuovo scenario difficile da digerire, ma suffragato dai fatti.

A parte i crash, Seb lo scorso anno è arrivato dietro a Charles, un poco più che debuttante all’esordio con il Cavallino. Certe cose non possono non pesare in una trattativa con tanti zeri. Eppure Binotto lo aveva sempre sostenuto, l’anno scorso ad inizio stagione disse: «Leclerc è bravo, ma ha ancora tanto da imparare, la nostra punta è Sebastian». Con queste carte in tavola, l’offerta per il rinnovo prevedeva un accordo più breve del solito e un ingaggio ridotto. Dopo averci pensato a lungo, Seb non ha accettato. Ma forse è sincero quando dice che i soldi non c’entrano.

Ha voltato le spalle e se n’è andato perché, in qualche modo, si sentiva subordinato al compagno di squadra che, anche per la giovane età, è il nuovo astro nascente ed è legato a Maranello per ben cinque anni. La svolta può riaccendere uno scacchiere che sembrava un po’ ingessato, perché da qualche anno tutti i pezzi grossi sono fedeli alle loro squadre. A Sebastian, a parte pensare ad un futuro tutto da costruire, rimane solo una ghiottissima occasione: fare in un solo anno (per di più dimezzato) quello che non è riuscito a fare in cinque e lasciare la Rossa da campione del mondo.

L’idea non è poi tanto folle perché se la nuova Ferrari sarà una buona macchina Seb è nella condizione migliore per tentare l’impresa, non ha nulla da perdere. E quando tutto gira come dice lui è ancora estremamente veloce, specialmente in gara, quando bisogna essere costanti e sfruttare al meglio le gomme. Nei 5 mesi del Campionato 2020 Seb sicuramente si ricorderà del 2008, anno in cui disputò a 21 anni appena compiuti, al volante di una Toro Rosso, l’intero GP d’Italia in testa, sotto il diluvio a Monza dove si gira a 250 km/h. O la seconda parte della stagione 2013 quando con la Red Bull vinse le ultime 9 gare di fila.

Se torna quel Vettel è dura per tutti, una parte del sogno si può ancora avverare. Molto prima di quel giorno sapremo chi affiancherà Leclerc nel 2021, le strade portano tutte a Carlos Sainz con qualche chance per l’australiano di origini italiane Ricciardo. Per Sebastian le porte dei top team sembrano blindate ma, se ha rinunciato alla Rossa, la speranza di andare in Mercedes e far tornare la sfida del secolo Prost-Senna ce l’ha.

  • condividi l'articolo
  • 22
Giovedì 14 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 20-05-2020 09:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti