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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Charles Leclerc e Carlos Sainz

Ferrari, in Ungheria Binotto spinge la doppietta: lotta fra Charles e Sainz per le “gerarchie interne”

di Giorgio Ursicino

A carte scoperte. Il primo a puntare al bottino pieno all’Hungaroring è stato Mattia Binotto che, dopo il disastroso GP di Francia, aveva estrema necessità di ricompattare la squadra (soprattutto i piloti): «Inutile piangersi addosso, bisogna guadare avanti. Usciamo dal Paul Ricard con la consapevolezza di avere la monoposto più in forma e dobbiamo puntare sulla doppietta a Budapest». Facile a dirsi, meno a farsi: bisogna fare i conti con quel mastino del campione del mondo Verstappen. Comunque la si guardi, almeno finora, la stagione 2022 è targata olandese: Max ha vinto 7 gare su 12 (una è andata a Perez) le altre sono chiacchiere. I vertici è gli strateghi della Scuderia faranno di tutto per rimanere attaccati al sogno mondiale, ma quando in cuor loro dovendo sottoscrivere i target, vedono forse più il 2023 per tornare a dominare. E su questo stanno già lavorando.

Attualmente di una cosa si può essere estremamente soddisfatti: l’indiscussa superiorità della SF-75 che può far dire ad un tipo cauto come il team principal «In Ungheria per vincere». Andrà come andrà, le corse sono imprevedibili. Il potenziale, però, c’è tutto e nessuno può dire di averla sparata grossa. La Rossa e nata benissimo ed è cresciuta meglio. Tutti gli sviluppi portati dei tecnici diretti da Enrico Cardile hanno funzionato e la monoposto ha domato il “porpoising” trovando sempre più equilibrio. L’ala posteriore ha ridotto la resistenza aerodinamica conservando carico, coadiuvata dal fondo in costante crescita per garantire l’effetto suolo attraverso i tubi Venturi. Poi c’è il motore, capace di saltare in aria, ma potente e guidabile, in grado di resistere alla Red Bull sul rettilineo del Mistral anche con l’ala “tutta aperta”.

Le cose ancora da mettere a punto sono altre, per questo a Maranello rimangono con i piedi per terra. La prima è l’affidabilità, la seconda il rendimento dei piloti, specialmente da quando si sono messi in lotta fra loro. In Francia Charles è stato troppo duro con se stesso. Ma ha detto la verità: un Campionato del genere si può vincere all’ultima gara, non con decine di punti di vantaggio. Quindi, se il distacco sarà minimo, sapremo di chi è la colpa. La Ferrari, inoltre, è già “smarcato” il quarto motore per entrambi i piloti e sicuramente non basterà fino al termine. Questo vuol dire ritiri e penalizzazioni sulla griglia. Insomma, sembra manchi ancora un passettino per scatenare la “tempesta perfetta”. Fra i due piloti appare tornato il sereno, ma si notano ancora tracce di ruggine.

Charles, probabilmente, considerava la Ferrari casa sua e ha fatto l’errore di mettersi i galloni del capitano in modo del tutto inappropriato. Carlos, che di solito è tipo calmo ed educato, non ha gradito, specialmente a Silverstone quando la prima vittoria dello spagnolo qualcuno l’ha considerata un mezzo scippo. Binotto è convinto che, per avere la ricetta magica, bisogna avere due piloti giovani, forti ed in armonia. Può questo nuovo scenario essere un’ arma in più per il lavoro del team principal?

In Francia si è visto un Carlos veloce e, soprattutto, aggressivo come non mai. Bisogna incanalare tutte queste energie nella direzione giusta. Leclerc, poi, ha fatto un errore tipico di chi non regge la pressione e questa potrebbe arrivare più dall’interno che dall’esterno. Doppietta sì, ma cosa accadrà nel finale se i due galletti si dovessero trovare vicini?

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Giovedì 28 Luglio 2022 - Ultimo aggiornamento: 29-07-2022 12:33 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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