
Ferrari, la pioggia australiana causa un nubifragio: delusione per il risultato e, soprattutto, per le prestazioni
La Formula 1 emette i primi verdetti della stagione ed emergono sia le sorprese che le conferme. Fra le prime delude la Ferrari protagonista di una corsa da dimenticare. La gara, infatti, è andata peggio delle anonime qualifiche e le Rosse hanno chiuso all’ottavo ed al decimo posto. Hamilton, preceduto da Leclerc, non ha ruggito nella sua prima cavalcata con il Cavallino e, comprensibilmente, ha mostrato qualche segno di nervosismo nelle sue chiacchierate via radio con i box. Fenomenale, invece, l’ingresso nel mondo dei grandi di Kimi Antonelli che è riuscito ad essere, nello stesso tempo, conferma e sorpresa. Il ragazzo ha ribadito la sua talentuosa velocità, arrivando quarto subito dietro all’esperto compagno Russell autore di una prestazione maiuscola.
Kimi, però, scattava dalla sedicesima casella della griglia per non essere riuscito ad entrare nel Q2 e, su una pista quasi impossibile, che ha visto naufragare tutti gli altri rookie più grandi di lui, ha guidato come un veterano, senza fare errori e collezionando un numero di sorpassi da primato. Le vere certezze, il profumo era nell’aria ma non di queste dimensioni, arrivano dalla McLaren e dal 4 volte campione in carica. La monoposto papaia, che ha riconquistato la corona proprio lo scorso anno, ha ribadito con gli interessi quello che era trapelato dai test invernali in Bahrein. Fino a che sono state entrambe in gara, le MCL39 hanno dimostrato di avere una marcia in più.
Sul difficilissimo asfalto bagnato, con le barriere vicine vicine, Norris e Piastri hanno dato spettacolo, costringendo alla resa anche il formidabile Max che al via si era infilato fra loro. Per quasi venti giri il fenomeno è rimasto nel panino, tutto di pilotaggio perché la vettura era apertamente inferiore, più vicina alla Mercedes e alla Ferrari che non alla McLaren. Ma l’olandese volante ci ha abituato ha vedere che forse è l’unico capace di sopperire all’inferiorità del mezzo meccanico. Oscar, nato a poca distanza dal circuito, voleva vincere il gran premio di casa e spingeva come un dannato. Dopo aver fatto alzare bandiera bianca all’orange, si è messo a fare pressione sul compagno e i due bolidi inglesi hanno viaggiato almeno un secondo più rapidi di tutti. Dal muretto Brown e Stella impartivano l’ordine: mantenere le posizioni.
Buttare una doppietta sicura per battagliare fra loro in una palude sarebbe stato intollerabile. Dopo aver montato le slick in regime di safety car, ha ripreso a piovere e Piastri l’errore l’ha fatto finendo sul prato e ripartendo in coda al gruppo. Nel finale un Super Max stellare ha fatto di nuovo pressione a Lando che è passato sotto la bandiera a scacchi con meno di un secondo di vantaggio. La Ferrari ha fatto il patatrac proprio quando è ripreso a piovere e in pista c’era di nuovo la safety car per le uscite di Lawson e Bortoleto. Le due SF-25, che per le soste si ritrovano prima e seconda, sono rimaste in pista, ma costrette a rientrare il giro successivo perché l’acqua era troppa.
Volti scuri nel box delle squadra italiana che sperava di iniziare il 2025 in un modo diverso visto che le aspettative erano molto alte e, prima di scendere in pista venerdì, gli obiettivi erano la pole e il podio. Un filo polemico Lewis, soprattutto quando era nell’abitacolo, tanto che si è lasciato sfuggire toni per lui non proprio abituali: «Ma non mi avevate detto che erano quattro gocce...». L’Imperatore non era a suo agio già prima e rifiutava i suggerimenti del suo ingegnere Adami: «Lasciatemi fare, per piacere, lasciatemi fare...». A fine gara il britannico ha spiegato con più calma: «È stata una delle giornate più dure, essere in quelle condizioni sotto la pioggia per la prima volta con questa macchina e questa power unit, con tutte le funzioni del volante, le comunicazioni degli ingegneri, è stata una sfida enorme. È un peccato perché speravo in qualcosa di più. Sono contenuto di aver finito e aver preso almeno un punto. Ma nel complesso non è ciò che speravo, c’erano tante di quelle cose da dover gestire, con tutti i vari setting che mi comunicavano dai box, oggi il bilanciamento della macchina era davvero difficile».
Poi guarda avanti, è solo l’inizio e bisogna essere positivi: «Penso che possiamo migliorare nelle prossime gare e portare la vettura in una finestra migliore, perché credo che ci sia un potenziale nettamente più alto di quello che siamo riusciti ad estrarre a Melbourne». Deluso ma autocritico anche Charles: «Colpa mia, è stata una giornata difficile, ma non per colpa della squadra. Se non andavo in testa coda potevo arrivare quarto o salire sul podio. Sarà importante reagire subito. Purtroppo andiamo in Cina, e sicuramente per noi non è una pista amica. L’anno scorso abbiamo fatto tanta fatica, ma è una pista vera e dobbiamo fare meglio. Lavoreremo per provare a migliorare guardando avanti». Le Rosse, in realtà, non hanno mai avuto ritmo. Altro passo le McLaren e Verstappen ma, con pista libera, il principino non riusciva a tenere nemmeno il ritmo della Mercedes di Russell. Fra 4 giorni si torna in pista a Shanghai, speriamo che ieri sia stata solo una giornata storta.