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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Charles Leclerc, un 2023 iniziato in salita

Ferrari, la penalizzazione di Leclerc pesa: anche a Jeddah ci sarà da combattere

di Giorgio Ursicino

C’era d’aspettarselo. Ma ora è ufficiale. Il Campionato 2023 per la Ferrari è iniziato in salita. Soprattutto per Charles Leclerc che non è stato premiato dalla fortuna per la maiuscola performance nel weekend inaugurale, nonostante una SF-23 apparsa zoppicante. In particolare se confrontata con lo stato di grazia della Red Bull che in Bahrain ha corso contro se stessa. Il principino sarà costretto domenica a Jeddah a scattare sulla griglia con dieci posizioni di penalizzazione. Per il team ed il pilota la notizia non è una novità. I tecnici del Cavallino, appena rientrati da Sakhir la settimana scorsa, hanno preso atto che di entrambe le centraline, andate in crisi per il malfunzionamento di un connettore, non ci si poteva fidare. Ed hanno tirato giù dallo scaffale una terza unità che, secondo la Federazione, non avrebbe mai dovuto essere impiegata nel corso della stagione.

Non è una gran figura, andare in penalità appena alla seconda gara dell’anno, ma è chiaro che ci sono delle attenuanti. Con quel “corto” nell’impianto, se non fosse stato scoperto, tutte le centraline montate sarebbero saltate. Ora che il problema è venuto a galla e risolto, però, non c’è da preoccuparsi per l’affidabilità ed il “cervello elettronico” è privo di colpe. Situazione ben diversa dalle grane di affidabilità avute nel 2022 quando ad avere problemi strutturali era stato il V6 termico e le turbine esplose in una nuvola di fumo. L’unico modo per affrontare quell’ostacolo imprevisto, in attesa che i ragazzi dell’ingegner Gualtieri individuassero le parti da rinforzare, fu togliere potenza alla power unit, un handicap portato avanti per tutta la stagione.

Vasseur, sotto i riflettori per l’esordio e le polveri bagnate della nuova Rossa al debutto, certamente non ha gradito perché, in una squadra come la Ferrari, anche un semplice connettore deve superare il controllo qualità, cosa che invece è sfuggita. L’imprevisto non avrà strascichi futuri, ma è costato uno zero in pagella in Bahrain e il dover quanto meno scattare in mezzo al gruppone in Arabia Saudita con sofferenza dei punti in classifica. E quando si ha a che fare con un fenomeno come Verstappen non bisogna lasciare nulla per strada. Se SuperMax confermerà anche sul Mar Rosso la superiorità vista nell’Emirato questo fine settimana potrebbe già avere una cinquantina di gettoni in saccoccia. Charles, si sa, vede il bicchiere pieno anche dopo aver bevuto.

Lui è uno che, quando abbassa la visiera, non si arrende mai, ma il colpo lo ha incassato ed ha cercato le coccole anche del Presidente. Fred è vaccinato abbastanza per non farsi trovare impreparato di fronte ad acque che sembrano agitate. Ed ha mostrato sicurezza scompaginando il cerimoniale: di solito le squadre scoprono le carte all’ultimo minuto, mentre lui ha fatto la prima mossa annunciando la penalizzazione in anticipo. In un’intervista, poi, è apparso sereno e tranquillo, neanche minimamente preoccupato dell’atmosfera incandescente e degli allarmi dei media per il numero di defezioni. In sintesi: «La vettura è sana, non sono preoccupato, queste piccole turbolenze non sono affatto inattese, ci sono sempre quando cambia il vertice di una struttura, le pedine importanti restano tutte, compreso Mekies che conosco da 25 anni ed ho totale fiducia in lui. Inoltre, ho un ottimo rapporto con Elkann e Vigna e una libertà decisionale che non ho mai avuto in carriera. Perciò, lasciatemi lavorare...».

Jeddah è senz’altro un tracciato più adatto alle caratteristiche della SF-23. Ha velocità di punta più elevate ed è meno esigente con le gomme, due aiuti non di poco conto. Verrà rispolverata anche l’ala posteriore monopilone che è collassata dieci giorni fa. Sotto la lente di ingrandimento ci sarà, giocoforza, Carlos Sainz che ha già in bacheca un quarto posto e potrebbe allungare ancora su Charles. Se la Rossa andrà, sarà lo spagnolo a dover attaccare le RB dovendo dimostrare che rapidamente avrà lo stesso feeling con la monoposto mostrato dal predestinato, sicuramente più veloce di lui, in qualifica e in gara, a Sakhir.

Oltre a contrastare le meraviglie di Newey, c’è un target ancora più importante che Frédéric ha chiesto: dimostrare in gara di saper stare davanti all’Aston Martin e pure alla Mercedes. Cosa non facile perché la vettura di Silverstone sembra proprio nata bene e Fernando, a 42 anni, ha ritrovato la forma dei giorni migliori. Le Frecce Nere, poi, sono nelle stessa condizione di Maranello: avevano aspettative molto alte, si sono ritrovate con le gomme sgonfie.

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Giovedì 16 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 18-03-2023 14:28 | © RIPRODUZIONE RISERVATA