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MILLERUOTE
di Giorgio Ursicino
Elkann, le grandi manovre. Le prime mosse da presidente di Stellantis: Manley capo delle Americans

Elkann, le grandi manovre. Le prime mosse da presidente di Stellantis: Manley capo delle Americans

di Giorgio Ursicino

Stellantis mette a segno un altro colpo. Sarà Michael Manley il nuovo capo della “region” Americans, A poco più di due settimane dalle assemblee degli azionisti di Fca e Psa, che daranno il via libera definitivo alla nascita del nuovo gigante, un importantissimo tassello si incastra nel puzzle. Non è una pedina qualsiasi, ma un pezzo da novanta. Una mossa che anticipa e delinea come potrebbe essere strutturata la società e come si muoverà sullo scacchiere globale. Un annuncio che analisti e investitori aspettavano da tempo. Due erano infatti le figure di spicco nel processo di fusione.

Oltre a quella di John Elkann che è abituato a fare il presidente, anche perché la “sua” Exor è di gran lunga l’azionista di riferimento, l’unico con una quota del pacchetto azionario a doppia cifra (14,4%): i ceo dei due gruppi, Carlos Tavares e Michael Manley. Il primo, già negli accordi preliminari, era stato designato come guida operativa, il nuovo amministratore delegato. Nulla era trapelato sull’altro se non il grande impegno per l’azienda, le parole di stima i riconoscenza del nipote dell’Avvocato e il ritornello dello stesso interessato che però non poteva essere una garanzia assoluta: «Stellantis è una grande opportunità, io resterò nella newco, mi sento parte di questa impresa».

Poi, con le improvvise dimissioni di Camilleri per «motivi personali» si è aperto un nuovo scenario. La “famiglia” darà al suo manager più in vista l’onore-onere di guidare il bene più prezioso della ex galassia del Lingotto? Una gemma preziosa che dà una visibilità planetaria e vale a Wall Street e Piazza Affari qualcosa come 35 miliardi di euro. La sola ipotesi di balzare in groppa al Cavallino ha fatto venire il mal di pancia ai dipendenti di Fiat Chrysler, soprattutto a quelli dell’altra parte dell’Atlantico. Non bisogna dimenticare infatti che la stessa Fca nasce da due mondi diversi, facendo confluire l’azienda di Detroit dentro quella di Torino con una manovra di avvicinamento che rasenta la perfezione.

Un dialogo inventato dalla mente geniale di Sergio Marchionne puntando sempre su Michael Manley, una figura di garanzia quando il manager italo-canadese avesse lasciato. “Mike” viveva ad Auburn Hills da prima che arrivassero gli italiani e, stimatissimo da quelle parti, ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella parte americana dell’azienda. Un amore corrisposto. Il car-guy britannico è considerato in Michigan “uno di loro”, una presenza strategica per una parte dell’azienda che attualmente vale oltre la metà della futura Stellantis. Cosi John, sempre più nel ruolo del “capo”, ha voluto fare un regalo di Natale ai suoi dipendenti e un attestato di fiducia e stima all’uomo che ha fatto crescere Jeep e Ram.

Con una procedura un po’ irrituale che certamente rafforza la posizione di numero uno, incassato il sì preventivo dei francesi e, soprattutto, di Tavares con cui c’è grande feeling, Elkann ha scritto al suo “esercito” per dare l’annuncio. Anche questa una mossa che rafforza la squadra e dà riconoscimento alle donne gli uomini dell’azienda, proprio come la Ferrari che è quasi una famiglia. John non ha lesinato complimenti, ha riconosciuto tutti i meriti a Manley. Soprattutto non dimenticando lo spirito di servizio e il profilo tranquillo, due grandi doti per chi deve esercitare l’arte della leadership. Poi dal cappello ha tirato fuori la carica che anticipa un po’ come sarà organizzata Stellatis. Il giovane capitano d’industria ha scritto agli operai di stare tranquilli, Manley resterà al suo posto, lavorerà al fianco di Carlos con il ruolo di Head of Americas, la crema della nuova Compagnia che lui conosce come le sue tasche.

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Sabato 19 Dicembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 24-12-2020 10:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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