La Fiat Uno è stata svelata a Cape Canaveral nel 1983

Fiat Uno compie 40 anni. Il lancio in grande stile da Cape Canaveral nel 1983. Dal design di Giugiaro alla campagna pubblicitaria di Forattini

  • condividi l'articolo

La Fiat Uno ha spento 40 candeline il 19 gennaio scorso festeggiando un anniversario importante, in un momento in cui il marchio si trova in una nuova fase di svolta, proprio come allora. Infatti, avviato il processo di elettrificazione, con le vetture ibride, Fiat è passata anche all’elettrico puro con la 500e, e sta compiendo il proprio percorso verso la transizione energetica. Nel 1983, con un investimento di 1000 miliardi di lire, la Fiat Uno fu l’auto della ripresa. una vettura che, al termine della carriera, fu venduta in oltre 9 milioni di esemplari. Portava innovazione, a partire dallo stile firmato Giugiaro, e poteva contare su una campagna di comunicazione innovativa, con un linguaggio moderno. Lo spot, realizzato con il prestigioso coinvolgimento di Giorgio Forattini, recitava frasi del tipo: «è comodosa», «è sciccosa», «è scattosa», «è risparmiosa», e, per la variante diesel, «è viaggiosa». infatti, il 1.3 a gasolio aspirato prometteva, sempre in base al lancio pubblicitario, di far dimenticare il superbollo.

Auto dell’anno nel 1984, la Fiat Uno presentava un interno che guardava al futuro, al pari della linea esterna con parabrezza inclinato, che favoriva un Cx di 0,33. Infatti, la strumentazione era affiancata da due satelliti, e c’erano soluzioni originali, come il posacenere che poteva scorrere lungo la plancia, o il pulsante del clacson integrato nel comando delle frecce. Inizialmente, nel 1983, le motorizzazioni erano di 900, 1.100 e 1.300 cc, con potenze che andavano dai 45 ai 70 CV e, a pochi mesi dal lancio, si aggiunse la diesel aspirata da 45 CV. Due anni più tardi arrivò la Turbo i.e. da ben 105 CV che poteva raggiungere i 200 km/h di velocità massima, ed entrò in gamma il motore Fire 1.0 sulla 45, al posto dell’unità precedente derivata dalla Fiat 127. Nel 1986 il turbo arrivò anche sulla variante a gasolio, e così debuttò la Uno Turbo D 1.4 da 70 CV. Non mancò una versione con cambio automatico a variazione continua, denominata Selecta, ad arricchire la gamma che, anno dopo anno, acquisì diversi aggiornamenti tecnici. Con il restyling del 1989, la Uno acquisì diversi spunti stilistici dall’allora sorella maggiore, la Tipo, e prima di lasciare il testimone alla Punto, abbassò il Cx a 0,30. Inoltre, ridefinì il design degli interni in maniera più tradizionale, e incrementò le prestazioni dei motori, con la Turbo i.e. che arrivò al traguardo dei 118 CV, grazie all’aumento di cilindrata a 1.372 cc, e all’adozione della turbina Garrett T2 in luogo della IHI montata sulla prima serie.

Parte del successo della Fiat Uno, nel lontano 1983, derivò anche da una campagna pubblicitaria innovativa, affidata all’estro di Giorgio Forattini. Tramite vignette che hanno per protagoniste simpatiche caricature di animali, nello specifico, l’elefante ed il pinguino, perfettamente adattati allo scopo, a seconda del neologismo che andavano a rappresentare, Forattini creò un linguaggio immediato, carico di simpatia, ed efficace nel trasmettere il messaggio voluto. Infatti, termini come «sciccosa», «comodosa», «scattosa» o «risparmiosa» raccontano delle qualità attribuite alla Uno attirando l’attenzione con leggerezza a tal punto da entrare nel linguaggio comune. Originale anche la cartolina promozionale musicale del 1983, «La voce della Uno!», con tanto di disco in plastica che riproduceva una voce umana e invitava a recarsi in concessionaria. Segno che Fiat aveva investito in maniera importante anche sul fronte della comunicazione per convincere la potenziale clientela, che poi si rivelò numerosa, a toccare con mano l’allora neonata Uno. Un dettaglio che evidenzia quanto il costruttore fosse confidente nelle potenzialità dell’auto.

La rivoluzione copernicana del segmento B attuata dalla Fiat Uno passò attraverso un design di successo realizzato dal talento di Giorgetto Giugiaro. Per soddisfare le ambizioni di Vittorio Ghidella, l’allora amministratore delegato Fiat, Giugiaro studiò una linea semplice e funzionale, ma non priva di carattere. Come avvenne anni prima, con la Volkswagen Golf, ripropose un concetto stilistico essenziale, ma con volumi caratterizzati per conferire importanza a determinati elementi, come il cofano anteriore, lungo, e rilevanza funzionale ad altri, quale il tetto dalla forma più estesa, che aveva il compito di offrire una maggiore abitabilità nella zona posteriore. Anche i volumi interni ebbero la loro rilevanza, con un’altezza del cielo più elevata, a tutto vantaggio dello spazio sopra la testa degli occupanti, ed un passo più lungo, in luogo di quello corto del prototipo, inizialmente destinato alla Lancia, da cui la Uno derivava. Tutta questa attenzione per l’abitabilità della nuova vettura di casa Fiat non si scontrò con l’esigenza di ottenere un’aerodinamica evoluta. Infatti, sulla Uno troviamo una novità importante rispetto alle auto dell’epoca: l’assenza dei gocciolatoi sul tetto, grazie alle porte che rientravano verso l’interno.

Inoltre, il parabrezza diventò fortemente inclinato e, sulla cinque porte, Giugiaro riuscì a conservare l’ossatura del montante posteriore sfruttando una terza luce che proseguiva verso la base del lunotto. Il tutto si combinava con un notevole incremento della qualità costruttiva. A tal proposito, Giorgetto Giugiaro ha dichiarato: «Con questo modello la Fiat espresse un livello di qualità di prodotto prima carente. Erano scomparsi i giochi e le tolleranze macroscopiche negli accoppiamenti fra elementi di carrozzeria, fra carrozzeria e gruppi ottici e superfici vetrate, nei rapporti fra parti mobili, porte, montanti e tetto che ora risultavano integrati in modo organico, preciso».

  • condividi l'articolo
Domenica 22 Gennaio 2023 - Ultimo aggiornamento: 24-01-2023 09:54 | © RIPRODUZIONE RISERVATA