Giuseppe Benincasa, segretario generale di Aniasa e responsabile per il noleggio a breve termine

Benincasa (Aniasa). «Cresce la domanda, il noleggio a breve termine è in fase positiva»

di Nicola Desiderio
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ROMA - «Il fattore principale è il mercato», così Giuseppe Benincasa, segretario generale di Aniasa e responsabile per il noleggio a breve termine, riassume i motivi alla base della crescita del comparto del quale è competente, ovvero il noleggio a breve termine.

Prima l’Expo, poi il Giubileo e poi il turismo. C’è qualche altro fattore di spinta per questo business?
Il principale è la crescita strutturale del mercato e della domanda. Oggi il Rac è sempre più diffuso, sempre più appetibile ed è diventato sostitutivo. Il turismo inoltre si è livellato verso il breve periodo per cui il rent è entrato nella dinamiche del budget delle famiglie. Per questo aumentano sia la flotta media sia la rotazione dei mezzi perché aumentano noleggi e durata, dunque i chilometraggi.

L’aumento di rotazione ha conseguenze sull’usato e sui meccanismo del defleet?
Negli ultimi due anni abbiamo visto l’aumento sostanziale della formula del buy-back, dunque a provvedere sono i costruttori attraverso i propri canali di distribuzione dell’usato che riguardano prevalentemente mercati stranieri.
C’è anche il ruolo del rent-to-rent…
È un canale di acquisizione ormai consolidato che consente alle società di noleggio di completare la flotta in base alle proprie esigenze e nel momento in cui serve, tra l’altro con un impegno finanziario diverso.

Alcune aziende di Rac stanno facendo offerte di lungo termine. Quanto contano?
In realtà si tratta di plurimensili che non arrivano a 12 mesi e sono meno del 10%, è comunque un fenomeno interessante che va verso nuovi segmenti di mercato e che non ha alcun impatto per il Nlt, neppure per le dinamiche gestionali perché all’interno di un unico contratto plurimensile all’utilizzatore possono essere assegnate anche due vetture diverse.
Da come parla, è il leisure a crescere di più…
Sì, sta tirando moltissimo, ma anche il canale business ha ripreso e persino il downtown, dopo un lungo periodo di calo, ha ripreso a salire, segno che la domanda è sempre più ampia. Tutto questo è la naturale conseguenza della sharing economy dove il car sharing fa da “pay per use” quotidiano e il noleggio soddisfa altre esigenze.

La crescita del leisure e di alcune aree turistiche sta portando a nuove dislocazioni della flotta e alla nascita di nuovi attori?
Assolutamente sì! Stanno crescendo nuovi attori che stanno beneficiando della politica di riduzione dei costi che stiamo potando avanti con il nostro sistema aeroportuale, che rimane particolarmente esoso. Questi operatori inoltre svolgono un ruolo fondamentale perché forniscono un servizio a fasce di clientela che solitamente non sono considerate dai grandi marchi internazionali. Ma la dislocazione sempre più a Sud accentua l’atavica criticità dei furti…

La situazione rimane sempre la stessa?
Per i furti rimaniamo sempre i primi a livello planetario, ma la colpa è del legislatore, fermo al concetto di ladro di auto come ladruncolo che ruba per il pezzo di ricambio e non come membro di organizzazioni criminali che operano a livello continentale: una vera e propria industria di riparazione e vendita di auto. Le forze dell’ordine fanno il massimo, ma il livello giudiziale vanifica il loro lavoro rimettendo questi malfattori in libertà già il giorno dopo. Per la sicurezza all’interno degli aeroporti abbiamo fatto invece un ottimo lavoro: i furti non li abbiamo all’interno degli scali. E continueremo ad investire in modo consistente.

E le altre criticità?
Stiamo intervenendo adeguando la logistica all’interno degli aeroporti sia per gli autonoleggi sia per i clienti. È stato fatto un ottimo lavoro a Roma, Firenze e Venezia mentre stiamo soffrendo a Linate e Malpensa che sono totalmente inadeguati pur essendo molto costosi.
 

 

 

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Giovedì 29 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 01-01-2017 02:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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