La Golf GTI di 8^ generazione si evolve conservando gli elementi estetici che la rendono riconoscibile da sempre

​Volkswagen Golf GTI 8, la sportiva da famiglia onora la tradizione ma diventa digitale

di Nicola Desiderio
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«Lo stile della Golf GTI di ottava generazione sottolinea il fatto che è la GTI più digitale di sempre». Così Klaus Bischoff, il capo del design di tutto il gruppo Volkswagen sintetizza la filosofia che ha guidato alla definizione formale di un vero e proprio mito che si rinnova a 45 anni dalla prima comparsa avvenuta al Salone di Francoforte del 1975.

La Golf era stata lanciata un anno prima e a Wolfsburg qualcuno pensò di farne anche una versione sportiva, una piccola GT dotata di motore 1.6 da 110 cv con cambio a 4 rapporti e alimentazione ad iniezione, allora di tipo meccanico. Da qui scaturisce il nome GTI per una serie che fu messa sul mercato nel 1976 e doveva essere prodotta in 5mila esemplari. L’errore fu clamoroso, nel senso che il successo fu così grande che fino al 1983, anno di presentazione della Golf di seconda generazione, erano state vendute 461.960 GTI. Era nato un mito, ma soprattutto un’idea: quella della hot hatch, ovvero la piccola auto da famiglia che diventa una sportiva.

Da allora le concorrenti si sono moltiplicate e la GTI vendute alla fine del 2019 erano 2,3 milioni, ma ciò che più conta è che quelle tre lettere sono diventate un simbolo, quanto la Golf stessa tanto che è impossibile immaginare una Golf senza GTI. L’ottava generazione avrebbe dovuto debuttare al Salone di Ginevra, insieme alla GTD e alla GTE ibride plug-in, derivazioni ideali della idea originale della GTI secondo un’altra naturale attitudine della Golf: quella di racchiudere una gamma ampissima di forme di propulsione e di potenze, comprese l’elettrico e la R, subentrata negli anni alla GTI nel ruolo della Golf più potente con l’aggiunta della trazione integrale.

La nuova Golf GTI ha un motore 2 litri da 245 cv e 370 Nm con cambio manuale a 6 rapporti o DSG doppia frizione a 7 rapporti con comando by-wire. Raggiunge i 250 km/h (autolimitati) mentre gli altri dati sono ancora segreti ma, conoscendo i tecnici di Wolfsburg, farà ancora meglio della settima generazione sia per prestazioni sia per consumi. Il dovere riguarda poi lo stile: conservare gli elementi iconici della GTI evolvendoli in linea con i tempi. E proprio questo hanno fatto Bischoff e la sua squadra. La tipica linea rossa sulla calandra è diventata una firma luminosa insieme ai 5 mini proiettori inseriti nella trama della griglia a nido d’ape.

Il frontale è più basso e sottile, la linea del cofano più bassa mentre quella del tetto si abbassa in modo più marcato. La scritta GTI posteriore è ora posizionata al centro, sotto il logo che fa anche da maniglia di apertura del portellone. Nuove anche le luci posteriori la cui grafica creata dai listelli luminosi è più evidente. Il risultato estetico è superato da quello tecnico. Al di là del gusto infatti la nuova GTI ha un cx che passa da 0,30 a 0,275 e si dimezzano i valori di portanza sia per l’assale anteriore sia per quello posteriore. In coda, l’estrattore è più evidente e non possono mancare i due terminali di scarico agli angoli che nella GTI originale, e per le 6 generazioni successive, erano invece accoppiati.

L’obiettivo dei progettisti era rendere la Golf più agile, precisa e meno sottosterzante ma, allo stesso tempo, anche più intuitiva e facile da guidare. Le sospensioni, con ammortizzatori a controllo elettronico dalla diversa idraulica, sono state ribassate di 15 mm e montate utilizzando attacchi più rigidi. Le molle anteriori sono più dure del 5%, quelle posteriori del 15%. All’avantreno è stato adottato il sottotelaio in alluminio della Clubsport, 3 kg più leggero, e uno sterzo progressivo più diretto (2,1 giri di volante) mentre il retrotreno ha una geometria diversa. Confermato il differenziale autobloccante elettroidraulico a lamelle e migliorata anche la risposta al pedale del freno. I cerchi possono essere da 17”, 18” o 19”.

Grande lavoro anche per l’elettronica di controllo, tutta collegata in rete e coordinata dal Vehicle Dynamic Manager. Per migliorare la direzionalità della vettura, i freni delle ruote interne forniscono pinzate in curva mentre l’ESC può essere regolato su tre livelli, influenzando le soglie di intervento anche di ABS e controllo di trazione: On, Sport e Off che lo spegne completamente, ma è pronto a riattivarsi prontamente in caso di pericolo. Il risultato è nel cronometro. Sui 3,3 km della pista handling del centro prove di Ehra-Lessien, la Golf 8 GTI ha rifilato alla “7” quasi 4 secondi (2’04”8 contro 2’08”7) riuscendo inoltre a compiere lo slalom da 18 metri e la prova ISO del doppio cambio di corsia ad una velocità superiore di 3 km/h.

L’abitacolo segue l’evoluzione “digitale” della Golf 8 con la strumentazione tutta su display e lo schermo da 8,25” del sistema infotelematico che specchia qualsiasi tipo di dispositivo e fornisce i servizi online avanzati tra cui il Car2X. Altra grande novità è il pulsante di avviamento che pulsa di luce rossa. Elevatissima la possibilità di personalizzazione dell’interfaccia uomo-macchina accanto a sistemi di assistenza alla guida all’avanguardia. Immancabili i sedili sportivi con seduta in tessuto quadrettato, le decorazioni in filo rosso, la pedaliera in metallo e la scritta GTI sul volante.

La nuova Golf GTI sarà disponibile a breve nei concessionari, ma non è stato ancora deciso il prezzo. In successione, ed entro la fine dell’anno, sarà il turno anche delle altre GT Golf ovvero la GTD con motore diesel 2 litri da 200 cv e la GTE ibrida plug-in che ha 245 cv come la GTI, ma ottenuti con l’accoppiamento di un 1.4 a benzina con un elettrico e una batteria da 13 kWh in grado di farla marciare ad emissione zero per circa 60 km e fino a 130 km/h.

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Giovedì 14 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 15-05-2020 17:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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