La hypercar S9, che andrà in produzione nel 2023, è il biglietto da visita di una nuova avventura imprenditoriale di grandi ambizioni che ha il cervello e l anima saldamente radicati in Italia, nel cuore della Motor Valley emiliana.

S9, nasce in Italia la hypercar ibrida cinese. L’alleanza tra l’americana Silk Ev e la cinese Faw ha cervello e anima radicati nella Penisola

di Giampiero Bottino
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MILANO - Alla sfida della sostenibilità che coinvolge l’intera industria automobilistica non si sottrae neppure il rarefatto mondo delle hypercar, auto per pochi eletti che, sposando la passione e l’artigianalità con l’eccellenza tecnologica e stilistica, regalano a chi se le può permettere prestazioni iperboliche come i relativi listini.

La più giovane esponente di questa esclusiva categoria si chiama S9 ed è accreditata di 1.400 cv erogati da un powertrain di assoluta avanguardia nel quale un 8 cilindri 4.0 a benzina da 918 cv collabora con tre unità elettriche (una sul cambio a 8 marce e due sull’asse anteriore) interamente sviluppate in casa e accreditate di un regime di rotazione di 30.000 giri contro i 18.000 che rappresentano la media del mercato. Un sistema che promette una velocità massima di 400 km orari e un tempo inferiore a 2 secondi per passare da 0 a 100 km all’ora.

Numeri davvero impressionanti per disegnare l’identikit di quella che non è solo una supercar, ma un’autentica bandiera: la S9, che andrà in produzione nel 2023, è il biglietto da visita di una nuova avventura imprenditoriale di grandi ambizioni – l’alleanza tra l’americana Silk Ev e il colosso cinese dell’auto Faw – ha il cervello e l’anima saldamente radicati in Italia, nel cuore della Motor Valley emiliana che tutto il mondo ci invidia per le sue competenze specifiche nel campo delle supercar sportive.

Parla italiano anche la struttura operativa, a cominciare “Managing director” Katia Bassi, che ha avuto responsabilità di rilievo in Lamborghini, Ferrari e Aston Martin. Nel suo staff troviamo i nomi di prestigiosi intepreti della recente storia dell’auto made in Italy: Walter De Silva, vice presidente responsabile del design, Roberto Fedeli che come Chief Technology e Innovation Officer ha il ruolo già coperto in Ferrari, Maserati e Alfa Romeo, e Amedeo Felisa, l’ex Ceo della Ferrari che torna in pista in qualità di consigliere speciale del presidente Jonathan Krane.

I progetti della neonata società guardano ben oltre questa prima tappa, visto che è già previsto l’ampliamento della gamma con la S7, Suv di lusso prodotto in Italia. Invece i modelli S5 e S3, destinati a una più larga diffusione, nasceranno in Cina dove l’intera famiglia sarà commercializzata con la marca Hongqi, mentre per l’Europa è allo studio un brand specifico.

Per quanto riguarda gli obiettivi, per senza entrare nei dettagli Katia Bassi afferma che «con la S9 saremo nell’ordine delle centinaia di unità all’anno, destinate a diventare migliaia con la S7 e decine di migliaia con l’aggiunta dei modelli prodotti in Cina». 

L’impianto carbon free – che in prospettiva produrrà anche le batterie – sorgerà in località Gavassa, a 9 km dalla stazione dell’alta velocità di Reggio Emilia. Oltre alla fabbrica, l’area di 320.000 m2ospiterà il centro di Design, sviluppo e innovazione al quale è destinato il 38,5% dell’investimento complessivo superiore al miliardo che porterà alla creazione di almeno mille posti di lavoro. 

Anche sui prezzi la Bassi, che Forbes Italia ha inserito nell’elenco delle 100 donne più influenti del nostro Paese, preferisce non sbilanciarsi troppo visto il tempo che ancora manca al lancio commerciale. Nel range tra 1 e 2 milioni di euro, è probabile che la S9 sia più vicina al limite superiore.

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Lunedì 13 Settembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 14-09-2021 14:52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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