Ferrari, leggenda Testarossa. La 849 sfoggia il celebre marchio. Il V8 termico affiancato da un elettrico: potenza totale di 1.050 cv

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MILANO - Ci sono automobili che non si limitano a muoversi: diventano simboli. La Ferrari 849 Testarossa appartiene a questa categoria. Non è soltanto una nuova supercar, ma un manifesto che racconta la capacità della Casa di Maranello di tenere insieme tradizione e innovazione, potenza assoluta e ricerca stilistica. È la celebrazione di un nome che ha fatto epoca e che oggi ritorna a splendere in chiave moderna, dopo una lunga battaglia legale che ha riportato a Maranello la piena titolarità del marchio. La scheda tecnica parla di un powertrain ibrido plug-in che unisce un V8 biturbo da 3.990 cm³ e 830 cavalli a un motore elettrico da 163 cv. In totale, 1.050 cavalli. Numeri che valgono un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 2,3 secondi, lo 0-200 in 6,35 e una velocità massima superiore ai 330 km/h. In modalità eDrive la 849 Testarossa percorre fino a 25 chilometri in totale silenzio, con una batteria da 7,45 kWh che abbassa il baricentro e ottimizza il bilanciamento 45/55 tra assi.

È la Ferrari del futuro, ma con radici salde nel suo passato. La voce del V8 è stata trattata come un’opera d’arte. Ai bassi è corposa, ai medi pura, agli alti diventa un urlo inconfondibile che esplode a 8.300 giri. Le cambiate del doppia frizione a otto rapporti sono calibrate per amplificare lo spettacolo, soprattutto in modalità “Race”, dove il suono accompagna i passaggi di marcia con scoppiettii che ricordano il mondo delle corse. A 250 km/h l’auto genera 415 kg di carico, 25 in più della SF90 Stradale. Il fondo anteriore ridisegnato produce il 35% del totale con sei generatori di vortici, lo splitter con flick ne aggiunge un altro 10%. Dietro, la doppia coda “twin tail” e lo spoiler attivo brevettato — in grado di passare da Low Drag a High Downforce in meno di un secondo — aggiungono fino a 100 kg di deportanza.
L’efficienza termica è stata migliorata con radiatori maggiorati (+18%) e intercooler più ampi (+19%). I freni carboceramici da 410 mm davanti e 372 mm dietro sono supportati da convogliatori che aumentano la portata d’aria fino al 70% al posteriore, garantendo costanza di rendimento anche nelle sollecitazioni più estreme. Il sistema FIVE (Ferrari Integrated Vehicle Estimator) lavora come un gemello digitale, stimando in tempo reale parametri invisibili come angolo d’assetto e velocità. Ne deriva un’auto che legge in anticipo i desideri del pilota, affinando trazione, differenziale e ABS Evo. Gli spazi di frenata parlano chiaro: 28,5 metri da 100 km/h, 108 da 200. Le sospensioni alleggerite (-35% sul peso delle molle) e il rollio ridotto del 10% esaltano la precisione in curva, mentre i pneumatici sviluppati con Michelin, Pirelli e Bridgestone offrono un incremento del 3% nella performance laterale rispetto alla SF90 Stradale.

Firmata dal Centro Stile Ferrari guidato da Flavio Manzoni, la 849 Testarossa mescola suggestioni anni ’70 e ’80 con linee futuristiche. La porta “sponda”, brevettata, funge da condotto aerodinamico, il frontale a ponte orizzontale richiama le berlinette storiche, il posteriore con doppia coda omaggia la 512S. Dentro, l’abitacolo è un mix di plancia orizzontale e cockpit da monoposto. E qui entra in scena un dettaglio significativo: il ritorno ai tasti fisici, richiesto dai clienti, incluso l’iconico pulsante di avviamento meccanico. Una scelta controcorrente, che restituisce il piacere del contatto diretto in un mondo dominato da schermi touch.

Chi vuole il massimo può scegliere l’Assetto Fiorano: 30 kg in meno grazie a carbonio e titanio, sospensioni Multimatic, splitter più estremo e spoiler twin wings posteriori. A richiesta gomme Michelin Cup2 e livrea bicolore a gradiente. Ma la 849 Testarossa non è solo tecnica e design. Il suo nome è tornato a vivere grazie a una sentenza europea che, qualche mese fa, ha restituito alla Ferrari i diritti sul marchio dopo quasi dieci anni di dispute. Nel 2017 una società tedesca di giocattoli aveva contestato il nome sostenendo che non fosse più utilizzato tra il 2010 e il 2015. La Corte Generale dell’Unione Europea a Lussemburgo ha ribaltato il verdetto, riconsegnando “Testarossa” a Maranello e creando un precedente importante per la tutela dei marchi storici. Un ritorno di fatto e di diritto, che rende questa vettura ancora più simbolica. Un mito che non resta fermo alla memoria: la 849 Testarossa è la prova che per Ferrari il domani si scrive senza dimenticare le proprie radici.




