la Ferrari Daytona Sp3

Daytona Sp3, la Ferrari fuoriserie. Torna il mitico modello in onore dei successi degli anni Sessanta. Solo 599 esemplari

di Alberto Sabbatini
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MARANELLO - Quale nome può evocare meglio di qualunque altro una Ferrari moderna ispirata dal passato? Daytona. La località degli Stati Uniti che ospita la mitica 24 Ore della Florida. Daytona, dove la Ferrari il 6 febbraio 1967 rifilò il più grande smacco della storia dell’automobilismo alla americana Ford. Vincendo a casa loro quell’estenuante corsa con una tripletta e umiliando il colosso americano con un arrivo in parata sotto la bandiera a scacchi che fece scalpore. Proprio in omaggio a quell’impresa, Ferrari ha deciso di chiamare “Daytona” la propria nuova supercar della serie “Icona”. Una Ferrari iper-esclusiva, perché sarà realizzata in appena 599 esemplari e del costo di due milioni di euro tondi tondi. 

Icona è la gamma di modelli che la Ferrari ha creato nel 2018 per una serie speciale di vetture del Cavallino in tiratura limitatissima. Dove, per una volta tanto, al centro del progetto non c’è la raffinata meccanica, da sempre fiore all’occhiello della Ferrari, ma il design estremo. Perché è lo stile che su queste auto deve stupire per prima cosa. E lasciare senza fiato per la bellezza delle forme. La nuova Ferrari Daytona SP3 ha colpito nel segno. Gli inglesi, quando l’hanno vista per la prima volta, hanno reagito con un’esclamazione che non lascia dubbi: speechless. Senza parole. La Daytona non è la banale riedizione moderna di un’auto del passato. È un’auto moderna e tecnologicamente avanzatissima, ma con una serie di soluzioni stilistiche che prendono spunto dalle leggendarie Ferrari da corsa Sport Prototipo degli anni Sessanta. Da qui la sigla SP3 dopo il nome. Quelle Rosse del passato secondo Flavio Manzoni, il direttore del centro Stile Ferrari, possedevano qualità stilistiche impressionanti: «Nonostante fossero auto da corsa progettate per la pista avevano una forma artistica e delle linee sensuali che indubbiamente erano frutto del gusto artistico che è insito nella cultura e nell’amore per l’arte di noi italiani». La Daytona SP3 non è un’operazione vintage. Tutt’altro. Ancora Manzoni ammette: «Non volevo semplicemente fare la riedizione in chiave moderna di un’auto specifica del passato, come poteva essere le Ferrari P4 da corsa che è la più simbolica della nostra storia agonistica di quegli anni. Ho invece voluto realizzare un’auto proiettata dal futuro che fosse però immediatamente identificabile come una Ferrari. La Daytona è un’auto moderna ispirata dal passato». Osservando certi dettagli della Daytona SP3 si trovano infatti numerosi richiami stilistici a quelle leggendarie Ferrari.

La linea morbida e arrotondata ricorda quella delle Dino 206 S o della Ferrari P3 del 1966; la forma arrotondata e sensuale dei parafanghi anteriori è la stessa della leggendaria P4 del 1967 o della 350 Can-Am dello stesso anno. Invece il posto di guida, compatto e incastonato nel corpo vettura, è tipico della 512 S del 1970. Molto originale la coda, formata da una serie di listelli orizzontali nello stesso colore della carrozzeria per alleggerire le forme e nello stesso tempo conferire volume all’auto. Un design che fa venire in mente la Testarossa stradale del 1984 o la P5 Concept, un prototipo di design realizzato da Fioravanti e mostrato al salone di Ginevra del 1968. Estremamente raffinata la fiancata posteriore, dotata di una sciancratura estrema che nasconde l’alloggiamento di due “camini”. Molto originale anche l’abitacolo, due posti secchi con sedili azzurro elettrico e una soluzione anche qui derivata dalle auto da corsa: i sedili sono fissi e la posizione di guida si adatta regolando la pedaliera che è scorrevole.

La Daytona SP3 è avanzatissima anche dal punto di vista tecnologico. Sotto il cofano sfoggia il motore 12 cilindri a V di 6,5 litri di cilindrata in posizione posteriore centrale, derivato da quello 812 Competizione, ma ulteriormente potenziato. Eroga 840 cavalli. È la più alta potenza in assoluto mai raggiunta da un propulsore del Cavallino non elettrificato. Per raggiungere questo valore il V12 viene fatto girare ad altissimo regime: 9.500 giri/minuto. A quel regime, senza turbo, il rombo del V12 aspirato è esaltato dai tubi di scarico rettangolari che fuoriescono in coda. Le prestazioni per quest’auto che pesa 1.485 kg sono mozzafiato: 2,85 secondi nello scatto da 0 a 100 km/h; 7,4 secondi per accelerare fino a 200 km/h da fermo e una velocità massima superiore ai 340 chilometri orari. Per selezionare i 599 privilegiati fra le migliaia di richieste la Ferrari privilegerà chi già possiede un’auto della gamma Icona (la Monza) o i clienti più vicini al marchio che partecipano a raduni e corse organizzate dal Cavallino.

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Giovedì 30 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 01-01-2022 19:58 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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