Il frontale aggressivo della nuova Ferrari Portofino

Ferrari Portofino, l'erede della California. In vetrina da protagonista al salone di Francoforte

di Giampiero Bottino
  • condividi l'articolo

MARANELLO - Ci piace vincere facile. E quindi, anche se non disponiamo di una sfera di cristallo, siamo pronti a scommettere che il 14 settembre, quando aprirà i battenti al pubblico l’edizione 2017 dell’Iaa, il Salone dell’Auto di Francoforte, il corridoio su cui affaccia lo stand della Ferrari sarà più affollato della Rinascente nei giorni che precedono il Natale. Sarà quasi impossibile fendere il muro di folla curiosa e adorante richiamata dalla Portofino, il più recente gioiello del Cavallino che ha scelto la Germania per presentarsi al mondo.
 

Un debutto straordinario come lo è sempre la nascita di una nuova Ferrari, un evento che capace di emozionare non solo le schiere di appassionati che le Rosse vantano in ogni angolo del pianeta, ma di suscitare emozione e attenzione anche in chi per le automobili nutre un interesse sporadico. E che, nella specifica occasione, con il suo appeal e la sua eco mediatica potrebbe almeno in parte compensare l’amarezza degli organizzatori per le numerose defezioni lamentate quest’anno dalla manifestazione tedesca, a cominciare da quella di FCA, rappresentata a Francoforte soltanto dai marchi di lusso «esterni» al gruppo come Maserati e, appunto, la casa di Maranello.

Il nome scelto per la new entry non è certo casuale, ma vuole essere un esplicito riferimento agli elementi che accomunano la Perla del Tigullio e i prodotti del costruttore italiana: esclusività, eleganza e lusso discreto, il tutto condito dalla capacità di mantenere questi valori intatti nel tempo. Un Dna profondamente italiano, e per questo inimitabile, nel quale la Portofino si riconosce pienamente, reinterpretando alla luce delle tecnologie più moderne la grande tradizione Ferrari nel campo delle supercar sportive scoperte con motore 8 cilindri.

I miglioramenti rispetto alla California T di cui prende il posto sono significativi e coinvolgono tutti gli aspetti della vettura, dal propulsore – incoronato per due anni consecutivi (2016 e 2017) «Motore internazionale dell’anno» – rivisitato che porta in dote 40 cv in più (adesso sono 600) all’abitacolo ridisegnato nel quale il Centro stile interno che ha firmato la Portofino è riuscito a ricavare – grazie anche ai sedili anteriori di nuova concezione – lo spazio per due posti posteriori, utilizzabili per brevi tragitti ma sufficienti per trasformare l’originaria due posti secchi in una coupé-cabrio dal fascino pari alle altissime prestazioni che promette.
 

 

Anche se il debutto ufficiale è previsto la Salone tedesco, le anticipazioni e le immagini divulgate da Maranello sono state insolitamente ricche e complete, e disegnano il ritratto di una supercar sportiva che sprizza fascino e aggressività da ogni dettaglio: nelle proporzioni delle fiancate, nello sguardo intrigante del nuovi gruppi ottici full Led a sviluppo orizzontale, nell’andamento a cuneo del profilo studiato anche per dissimulare il volume posteriore dove viene alloggiato il tetto retrattile RHT, ora alleggerito e azionabile anche in movimento a bassa velocità. Nello spazioso e confortevole abitacolo non mancano i contenuti inediti che vanno dal sistema di infotainment con display touch da 10,2 pollici alla nuova climatizzazione studiata per migliorare la qualità della vita a bordo anche quando si viaggia a cielo aperto.

La Portofino rappresenta una svolta nella storia delle Ferrari scoperte, un’evoluzione che ha coinvolto l’intera componentistica della scocca, ridisegnata con l’obiettivo di migliorare al tempo stesso leggerezza e robustezza: pesa meno della California T di cui raccoglie l’eredità, ma vanta una superiore rigidità torsionale a tutto vantaggio di
guidabilità e sicurezza.

Dal punto di vista meccanico, la nuova Gran Turismo del Cavallino dispone del pluripremiato V8 3.8 che, con i suoi 600 cv, ne fa il modello più potente della sua non certo affollata categoria, in grado di coniugare la velocità massima superiore ai 320 km all’ora con i 3,5 secondi di accelerazione 0-100 che la collocano di diritto tra le supersportive più performanti, non importa se con carrozzeria chiusa o aperta.

Per garantire prestazioni di questo livello non basta la cavalleria esuberante, ma servono degli accorgimenti tecnici in grado di conciliare i muscoli con l’ormai irrinunciabile ricerca dell’efficienza. Soluzioni come il Variable Boost Management che, dosando l’erogazione della coppia in funzione della marcia innestata, incrementa le accelerazioni in tutti i rapporti ottimizzando al tempo stesso i consumi, con testimoniano le emissioni di CO2 di 245 g/km che non rappresentano certamente un’esagerazione per un’auto con queste caratteristiche. A completare il panorama delle tecnologie al servizio della dinamica, la Portofino è la prima Ferrari della sua categoria a disporre del differenziale elettronico di terza generazione (E-Diff3) e dell’Eps (Electric power steering) che rende lo sterzo più diretto – il rapporto è stato ridotto del 7% – e preciso.

 

  • condividi l'articolo
Domenica 17 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 18-09-2017 16:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti