Sergio marchionne, ceo di Fca

Marchionne: «Fusione negativa, a Fca non serve nessuno. Spin off Magneti Marelli nel 2018»

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DETROIT - Una «fusione sarebbe stata la cosa peggiore che avrei potuto fare. Non ci avrebbero mai pagato quello che valiamo ora»: Fca non ha bisogno di nessun partner, non c’è alcuna trattativa in corso con i cinesi. Al salone dell’ Auto di Detroit, Marchionne presenta una Fiat «indipendente», spinta in Borsa - dove ha aggiornato i propri massimi storici toccando 19,6 euro - da un adeguamento della valutazione del titolo agli obiettivi. Target che Marchionne conferma per il 2017 e per il 2018, anno entro il quale potrebbe esserci lo spin off di Magneti Marelli, con una sua quotazione solo a Milano.

«È quello che proporremo in consiglio di amministrazione», dice l’amministratore delegato. Sulla partita italiana Marchionne chiarisce: l’impegno è quello di eliminare qualsiasi dubbio sull’attività di Fca nel nostro Paese, con il prossimo piano industriale che dovrebbe mettere fine alla cassa integrazione alla fine del 2018. «Andrà confermato in maniera ufficiale con il piano», mette in evidenza Marchionne, sottolineando che il gruppo «sta cercando di usare gli stabilimenti che ha. Ritengo che il piano che si dovrà presentare» il primo giugno a Balocco «deve per necessità affrontare la conclusione del processo di ristrutturazione industriale in Italia. Bisogna completare in maniera piuttosto specifica», spiega Marchionne rispondendo a chi gli chiedeva di un possibile azzeramento della cassa integrazione alla fine del 2018.

«L’impegno verso l’Italia è definire questo ciclo di sviluppo della Maserati e dell’Alfa Romeo, dobbiamo completarlo. Non possiamo lasciare l’Alfa: è un valore incompiuto. Nonostante il successo tecnico non hanno ancora un impegno finanziario e commerciale per stabilire un impatto a livello internazionale: questo è un lavoro che bisogna continuare, e hanno bisogno anche di altri prodotti». Guardando sempre all’Italia, Marchionne esclude una sua discesa in politica ‘ «nemmeno di notte» - e non si dice preoccupato per le elezioni: «l’importante è sapere chi governa» aggiunge Marchionne, definendosi scettico su una possibile riforma delle tasse in Italia simile a quella varata negli Stati Uniti. «L’Italia è il terzo paese più indebitato al mondo, quindi prima di fare discorso sulle riforme fiscali è meglio prima vedere se possiamo permettercelo. C’è bisogno di un’infrastruttura industriale che possa rispondere con rapidità, in Italia non so se c’è», dice l’amministratore delegato di Fca, che promette di indossare la cravatta alla presentazione del prossimo piano industriale se «riusciremo a pagare» tutti i debiti.

Poco dopo la presentazione del piano dovrebbe essere annunciato il «mio successore.Sarà il consiglio di amministrazione a sceglierlo. In corsa non c’è alcuna donna» precisa. Marchionne si mostra fiducioso e prevede più del 50% di possibilità di un aumento delle vendite Fca negli Stati Uniti nel 2018. Un ottimismo dettato dal successo dei modelli Jeep e Ram. Fca inoltre potrebbe favorire un buyback sul dividendo se il cash flow è positivo: «il mercato è cambiato moltissimo. Ritengo sia più intelligente comprare azioni che pagare dividendi». Salutando il Salone dell’ Auto di Detroit, Marchionne mette infine in guardia l’industria dell’ auto: o si reinventa o è a rischio. L’avvertimento prende le mosse dal fatto che in sette anni la metà delle auto sarà ibride o elettriche.

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Martedì 16 Gennaio 2018 - Ultimo aggiornamento: 13:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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