La McLaren P1 GTR svelata a Pebble Beach

McLaren, fra storia e futuro: una P1
da mille cavalli fa rivivere il mito GTR

di Nicola Desiderio
  • condividi l'articolo

PEBBLE BEACH - L’arma finale della McLaren si chiama P1 GTR, è stata presentata al Concorso di Eleganza di Pebble Beach, ha 1.000 cv e con una messa a punto specifica di telaio e aerodinamica, si propone come il punto di riferimento tra le ipersportive destinate ad essere i giocattoli di facoltosi gentleman driver ansiosi di portarsi in garage un pezzo di Formula 1.

Ora come 20 anni fa. Eppure il nome GTR è un pezzo di storia che la casa di Woking ha costruito fuori dal mondo delle monoposto, non certo meno glorioso. La F1 GTR infatti nel 1995 vinse clamorosamente la 24 Ore di Le Mans battendo anche i prototipi. E il legame a quell’auto leggendaria, la cui versione stradale era stata progettata da Gordon Murray e aveva 3 posti con il centrale per la guida leggermente avanzato, è anche cromatico visto che nella fase di sviluppo la F1 GTR era verniciata di nero e arancio, come la P1 GTR che ne raccoglie l’eredità ideale, magari non come auto pronta scendere in gara, ma come quella che più di tutte può fornire sensazioni simili. Il numero 01 si ricollega al numero di telaio di quella F1 che contribuì a creare il mito di una stradale che mai prima di allora era stata così vicina ad un’auto da gara.

Aerodinamica da corsa. Opera dell’MSO (McLaren Special Operations), il reparto dedicato alla personalizzazione tecnica ed estetica più estrema delle auto stradali prodotte a Woking, la F1 GTR ha un’aerodinamica evoluta anche nella parte attiva. A differenza della P1 “normale” l’alettone posteriore non è scomparsa, ma rimane sempre visibile e ha dimensioni ben maggiori, varia comunque la propria inclinazione in sintonia con i deflettori mobili di fronte alle ruote anteriori gestendo così la deportanza della vettura in ogni fase. In aggiunta, vi sono un labbro inferiore e un paio di baffi per accompagnare meglio i flussi e le prese d’aria sono state ridisegnate per migliorare il raffreddamento. Anche lo scivolo estrattore posteriore è stato ridisegnato, così come i parafanghi posteriori a profilo aperto. Il cofano anteriore è ora solcato da due profonde aperture, il periscopio sul tetto e più evidente e i retrovisori sono stati spostati dai parafanghi al montante anteriore per avvicinarli all’occhio del pilota.

Mille cavalli, ma non solo. La McLaren afferma che la P1 è stata rivista tecnicamente in profondità, ma non dice ovviamente fino a che punto. Il fatto più clamoroso è la potenza del sistema ibrido plug-in portata a 1.000 cv e si capisce che parte di questo progresso è dovuto al motore elettrico alleggerito, parte al V8 biturbo di 3,8 litri, dotato di una diversa messa a punto e di un nuovo impianto di scarico 4-in-1 in titanio e inconel – una lega di nickel e cromo particolarmente resistente alle alte temperature – con due enormi terminali circolari che sostituisce il 4-in-2-in-1 con terminale unico a trapezio rovesciato della P1 targabile. Anche l’assetto è stato ribassato e dotato di un sistema pneumatico per sollevare la vettura e facilitare la sostituzione rapida degli pneumatici slick Pirelli, montati su cerchi da 19 con fissaggio monodado, anteriori con canale da 10,5 pollici e posteriori da 13 pollici. La carreggiata anteriore inoltre è stata allargata di ben 80 mm. Il telaio – lo ricordiamo – è tutto in fibra di carbonio e basata su una struttura centrale a vasca definita MonoCell e progettata dall’italiano Claudio Santoni.

Per essere piloti McLaren. La P1 GTR è ovviamente destinata a diventare realtà entro un anno, così fanno sapere quelli della McLaren, ma non sarà omologata per la pista. La produzione comincerà nel 2015 dopo che saranno consegnate tutti i 375 esemplari previsti della P1 stradale e a 20 anni di distanza dal trionfo alla 24 di Le Mans della F1 GTR. Il prezzo? Si sussurra che sarà più del doppio della P1, ovvero ben oltre i 2 milioni di euro, ma con un esperienza che va ben oltre il semplice acquisto. A supporto dei pochissimi che se la potranno permettere ci sarà infatti un programma di full immersion nel mondo McLaren, a cominciare dai corsi di guida su pista e sul simulatore utilizzando gli stessi strumenti messi a disposizione dei piloti di Formula 1, per finire alle giornate passate a Woking e a contatto con gli ingegneri seguendo la messa a punto della vettura. In tre parole: essere piloti McLaren.

  • condividi l'articolo
Lunedì 25 Agosto 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 14:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA