I veicoli Mercedes lungo l'Autosole

Le Stelle brillano sul valico: Mercedes mette a confronto 50 anni di progressi dei veicoli

di Giampiero Bottino
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FIRENZE - Cinquantadue anni fa veniva inaugurata nell’interezza dei suoi 760 chilometri l’Autostrada del Sole. Il simbolo di un’Italia che, sull’onda del boom economico, era risorta con orgoglio e determinazione dalle ceneri del conflitto diventando un Paese moderno, capace di pensare in grande e di inseguire i traguardi più ambiziosi, nel segno di un ottimismo che gli eventi avrebbero poi rivelato ingiustificato.

La stessa spina dorsale della viabilità italiana lo avrebbe dimostrato, aspettando per un trentennio che la Variante di Valico di cui si vagheggiava già nel 1985 diventasse realtà, ponendo fine allo stillicidio interminabile delle code che aveva fatto della tratta Barberino del Mugello-Roncobilaccio, laddove la A1 scavalca l’Appennino Tosco-Emiliano, la protagonista di riferimento di tutti i notiziari sul traffico e i suoi problemi, capace di trasformare l’arteria che aveva avvicinato il Paese in una diabolica trappola capace di tagliarlo in due.

Ce n’è voluto del tempo, ma dall’antivigilia del Natale 2015, con l’apertura ufficiale della Variante (mai regalo fu più gradito dagli automobilisti) quei venti infernali chilometri hanno recuperato il ruolo di tortuoso e affascinante percorso paesaggi collinari di rara suggestione, guadagnandosi il soprannome di Panoramica per distinguersi dal nuovo tracciato che, riducendo i circa il 30% il tempo di percorrenza tra Bologna e Firenze, assorbe la stragrande maggioranza del traffico automobilistico e la quasi totalità di quello pesante.

Questa doppia anima, che dimostra la possibilità di adeguare l’infrastruttura – seppure con ritmi neppure lontanamente paragonabili – all’evoluzione dei mezzi di trasporto, ha suggerito a Mercedes-Benz Italia di scegliere il tratto appenninico dell’Autosole come teatro di un singolare evento, non a caso intitolato “Ritorno al futuro”, che ha permesso di toccare con mano – cioè mettendosi al volante o prendendo posto accanto all’autista – gli enormi progressi tecnologici compiuti dai prodotti della Stella (ma il discorso vale per l’intera industria automobilistica) da quando l’Autosole è nata a quando ha raggiunto la sua veste attuale.

Un confronto davvero a tutto campo, visto che il gruppo di Stoccarda è presente in tutti i settori del trasporto su gomma privato e collettivo: autovetture, bus, furgoni medi e leggere, veicoli industriali. Tutti accomunati oggi dalle più evolute tecnologie di propulsione, assistenza alla guida e connettività, ma capaci ieri di introdurre innovazione che hanno segnato la storia della motorizzazione e fatto scuola all’intero settore.

L'evento organizzato sull’Autosole da Mercedes-Benz Italia aveva lo scopo di sottolineare la continuità con cui il gruppo di Stoccarda persegue tenacemente – dalla fondazione risalente a 130 anni fa – l’innovazione tecnologica come fonte della qualità ai massimi livelli. Un ponte tra passato e presente che non ha però trascurato uno sguardo al futuro. Che, a Stoccarda come per altre case sarà elettrico e connesso. Un binomio che, unitamente alla guida autonoma, rappresenta un obiettivo da perseguire in tutti i rami della sua attività motoristica: nei veicoli industriali, come anticipa il concept Urban eTruck, ipotesi di camion con autonomia di 200 km (mentre sulle distanze superiori si pesa che il gasolio continuerà a farla da padrone ancora a lungo); nel settore dei commerciali, il cui futuro a batterie è ipotizzato dal Vision Van; nel trasporto pubblico dove al Citaro Bluetec Hybrid già in fase di avanzata sperimentazione si aggiungeranno nel corso del decennio le versione E-Cell a batterie e F-Cell con pile a combustibile.

A questa tendenza non può ovviamente sottrarsi l’automobile, come testimonia la recente introduzione di una versione elettrica per tutti i modelli della smart, a due e quattro porte. Il marchio Mercedes non può essere da meno, come ha dimostrato al Salone di Parigi la show car EQ, un Suv-Coupé sportivo con 500 km di autonomia che preannuncia il primo modello – sarà prodotto a Brema – del nuovo marchio EQ creato per accogliere i futuri modelli Mercedes completamente elettrici: almeno dieci entro il 2025.

Andata e ritorno tra passato e presente, sul vecchio tracciato alla guida dei modelli storici, sulla nuova variante per provare i potenti motori e gli straordinari equipaggiamenti che consentono alle Mercedes di ultima generazione di anticipare concretamente alcune peculiarità della guida autonoma, ultima (per ora) frontiera dell’industria automobilistica. Se ci si limita a valutare le performance, l’efficienza energetica o la connettività non c’è ovviamente gara. Anche perché sono equipaggiamenti che neppure esistevano quando sono nati i modelli d’epoca schierati in occasione del “Ritorno al futuro”. Se però il confronto si sposta sul fronte della personalità e del fascino il discorso cambia. Prendiamo la Classe E, modello simbolo di un brand alla costante ricerca dell’eccellenza automobilistica : comoda, impeccabile alla guida, potente e sobria a un tempo, fin troppo perfetta. Ma quanto a emozioni, resta inarrivabile il fascino della 280 SE Coupé del 1968, la coinvolgente atmosfera delle due porte che si aprono su un abitacolo rifinito artigianalmente con pelle e legni pregiati, spazioso e comodo come quello di una grande berlina.


Dimensioni e ruoli completamente diversi, ma discorso analogo per i giganti della strada che abbiamo apprezzato sedendo al fianco dei piloti professionisti delle divisione Mercedes Truck: nell’abitacolo dell’Actros 1848 LS, tecnologico come un’astronave, comodo come una limousine, spinto da un diesel 12.8 da 480 cv che gli consentirebbe velocità ben superiori a quelle previste dalle norme. Ma davanti a un prodotto del 1966, il truck LP1620 che sulle curve della Panoramica raggiungeva a malapena la velocità massima (60 km all’ora) è inevitabile togliersi il cappello: è il primo camion che ha detto addio al “musone” preferendo la cabina avanzata che ha fatto scuola in Europa, e il primo che, grazie al servosterzo proposto in opzione, ha aperto la professione del camionista anche a chi non possiede il fisico del culturista.

Nata ufficialmente 130 anni fa (il 125° anniversario è stato celebrato nel 2011 nell’ex aeroporto di Tempelhof, nel cuore di Berlino, con un maxi evento coronato da 200.000 presenze in due giorni), Mercedes-Benz ha adottato esattamente un secolo fa la stella a tre punte che esprime l’ambizione di essere protagonista in terra, mare e cielo. Pochi dubbi sul fatto che il primo traguardo sia stato centrato, meno note le escursioni negli altri due campi, testimoniate all’ultimo Monaco Yacht Show da due prime mondiali, entrambe firmate da Mercedes-Benz Styke: i lussuosi interni del filante e bellissimo megayacht Arrow 460 Granturismo e la raffinata cabina Vip di un aereo a corto-medio raggio, tipo Boeing 737 o Airbus 320A, sviluppata assieme a Lufthansa Technik. Per non porre dei limiti, nel 1908 fu brevettato uno stemma, mai utilizzato, che di punte ne aveva una in più, rappresentativa dell’aspirazione – allora fantascientifica – a un ruolo primario anche nello spazio.
 

 


 

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Giovedì 8 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 09-12-2016 15:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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