Lewis Hamilton

Formula1, Hamilton: «La mia guida è un dono. Voglio diventare come Muhammad Ali»

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SHANGAI - «Riuscire a guidare come faccio io, in mezzo a venti piloti affamati, è un dono. È un regalo di Dio che non ho voluto sprecare: per me stesso, per la mia famiglia, in onore del destino». In una intervista su GQ di aprile Lewis Hamilton si racconta tra sacro e profano, tra la sua voglia di andare controcorrente, la sua profonda fede religiosa e il suo sogno di diventare come Muhammad Ali. «Sono cattolico, sono un uomo di fede e prego più volte al giorno - assicura il tre volte campione del mondo della Formula 1 - quando mi sveglio, quando vado a letto e prima di ogni pasto. Ho una relazione stretta con Dio, lo ringrazio, chiedo aiuto per gli amici in difficoltà. E domando appoggio per me stesso quando lo stress diventa troppo forte».

«Sono cresciuto - racconta il pilota inglese - sentendomi ripetere che non ce l’avrei mai fatta. E da quel giorno, provare alle persone che si sbagliano mi dà gran gusto. È una delle energie che mi muovono. La vecchia generazione di piloti viveva così: sveglia, gara, cena, letto. Stop. L’unico modo per essere competitivi, dicevano, è quello lì. Ecco, mi vorrebbero quadrato, omologato. Per me, invece, andare alle sfilate di moda a Milano, una settimana prima dell’inizio della stagione, non è accettabile? Io ci vado. Uscire la sera che precede un Gran Prix? Lo faccio, e poi mi presento in pista e corro al meglio. Evadere dagli schemi, spostare i limiti, è il mio obiettivo».

Poi Hamilton affronta l’argomento futuro: «Se il tuo obiettivo è diventare il più grande, la pressione da gestire è quasi inimmaginabile. C’è la competizione, feroce in sé. E poi ci sono i media, che nella sconfitta cercano di approfittarne e infieriscono. Nel cuore e nella mente è come se si liberasse l’energia di una bomba atomica, da assorbire in un mondo dove esiste solo il primo posto. Se arrivi secondo, hai perso». Per quanto tempo correrà ancora? «Per tutto il tempo necessario a diventare il migliore di sempre, a essere The Greatest, come Muhammad Ali - conclude Hamilton - Se saranno cinque anni, saranno cinque anni in cui migliorerò senza sosta. Alla naturalezza con cui guido voglio aggiungere nuovi strumenti. Ma adesso ho ancora strada da fare».
 

 

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Sabato 8 Aprile 2017 - Ultimo aggiornamento: 17:17 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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