Lucas Di Grassi a bordo della sua monoposto Audi di Formula E

Di Grassi: «Elettrificazione, ecco il domani del motorsport. Con la Formula E prepariamo il futuro»

di Lucas Di Grassi
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LE MANS - Anche quest’anno avrei dovuto correre la 24 Ore di Le Mans con la Ferrari GTE insieme a James Calado e Alessandro Pier Guidi. Sarebbe stata la mia quinta volta, ma purtroppo non potrò essere al via. Come dice il mio cognome, anche io ho origini italiane e le altre quattro volte ho corso a Le Mans con un’Audi nella massima categoria, dal 2013 al 2016 con un secondo, due terzi e un quarto posto, ma ho accettato la sfida di guidare un’auto derivata dalla serie perché credo che un pilota debba essere completo e voglio vivere questa corsa da un’angolazione diversa. Nella mia carriera l’ho fatto spesso, non solo affrontando categorie differenti come le vetture da Turismo o le monoposto di Formula 1, ma anche dotate di un motore “diverso”. Mi è capitato con l’Audi R18 e-tron diesel ibrida e mi capita tutt’ora al volante della mia monoposto di Formula E del team ABT Schaeffler Audi Sport, con la quale corro da 3 stagioni e continuerò a fare per altre due.


In un certo senso dunque sono un esperto di categorie dove il tasso di innovazione è particolarmente elevato e credo che questa tendenza sia inevitabile. L’ibrido, l’elettrico, e tra poco persino la guida autonoma nella Roborace, fanno ormai parte stabilmente delle competizioni così come nella vita normale. In pista non mi sono mai divertito tanto come con le Formula E. Le corse sono combattutissime, su circuiti ricavati al centro di grandi città, in posti bellissimi, dove il pubblico è a stretto contatto.

È un piacere correre così e sono pienamente cosciente che, guidando queste vetture, sto preparando il futuro della tecnologia dell’automobile raccogliendo conoscenze che saranno utili per fare auto più pulite e sicure da usare tutti i giorni. Dall’altra parte io credo che lo sport motoristico debba essere comunque uno sport e dunque esaltare le capacità del pilota che in certe categorie è in secondo piano.

Lì vinci e ti metti in mostra solo se hai la macchina migliore. Per questo immagino un motorsport dove, accanto alle categorie dove il fattore tecnologico è preponderante, ve ne siano altre dove il valore del pilota continui ad essere determinante. Per questo credo che le corse di durata, così come la Formula E, debbano essere necessariamente “tecnologiche”, perché esaltano l’efficienza e l’affidabilità. Certo, anche le GT un giorno potrebbero essere ibride anche a Le Mans, ma dobbiamo chiederci se questo non innalzi troppo i costi e alla fine snaturi le corse. Ogni transizione deve essere efficiente dal punto di vista dei costi e portarci verso il futuro, ma senza perdere l’essenza dello sport motoristico che è quello che da sempre rende la 24 Ore di Le Mans una delle corse più belle.
 

 

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Venerdì 16 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 23-06-2017 10:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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