Sora, il bus a fuell cell di Toyota

Toyota Sora, per andare alle Olimpiadi di Tokyo prenderemo il bus ad idrogeno

di Nicola Desiderio
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TOKYO - Idrogeno per tutti, anche per i bus. Questa è l’idea fissa di Toyota che si prepara ad applicarla anche ai mezzi pubblici con Sora, un bus fuel cell che la casa giapponese produrrà in almeno 100 esemplari entro il 2020, in occasione dei giochi olimpici di Tokyo.

Aria e acqua per muoversi. Il nome non ha alcuna ascendenza con l’omonimo comune del frusinate, ma è l’acronimo di Sky Ocean River Air e fa parte della visione che Toyota ha della mobilità futura e della cosiddetta “società dell’idrogeno”, concetti che ribadisce al 45° Salone di Tokyo in preparazione di quella che dovrebbe essere la migliore vetrina del Giappone di fronte a se stesso e al mondo. Il Sora ospita fino a 79 persone, 22 delle quali a sedere su sedili ripiegabili automaticamente, compreso il conducente che – volendo – può attuare in determinate condizioni di traffico il cosiddetto platooning, ovvero la guida autonoma in colonna mantenendo la distanza di sicurezza attraverso il controllo automatico di freno e acceleratore. Dunque massima sicurezza e stress minimo per l’autista.

Chiede la precedenza ai semafori. Altre particolarità del Sora sono il sistema di visione perimetrico attraverso 8 telecamere ad alta definizione che consentono di sorvegliare costantemente la presenza intorno al mezzo di pedoni o ciclisti. C’è anche l’ITS, ovvero il sistema che dialoga con gli altri veicoli e l’infrastruttura per evitare situazioni di pericolo e facilitare la circolazione facendo in modo, ad esempio, di attivare il verde agli incroci. Interessante anche il sistema che diminuisce gli effetti dell’accelerazione sull’equilibrio dei passeggeri e quello di avvicinamento automatico alla fermata, che arresta il Sora con una tolleranza di 10 cm all’interno dello spazio preposto e a 3-6 cm dal gradino del marciapiede così da facilitare l’ingresso e l’uscita dei passeggeri, soprattutto quelli che viaggiano con la carrozzella.

Ha due Mirai dentro. La parte elettromeccanica utilizza molte delle parti già presenti sulla Mirai, l’auto a idrogeno che Toyota ha a listino in atri paesi, non ancora in Italia, ma raddoppiate. I due motori da 113 kW e 335 Nm sono infatti quelli della Mirai, alimentati da due celle a combustibile che, alla bisogna, possono anche produrre 235 kWh di energia a 9 kW per rifornire la rete in caso di blackout. Gli stack sono posizionati sul tetto, così come i 10 serbatoi a 700 bar per un volume totale di 600 litri, rifornibili in 10-15 minuti e sufficienti per 200 km di autonomia. Così come le altre auto ad idrogeno, c’è un batteria tra stack e motori con un doppio scopo: recuperare l’energia in rilascio e in frenata e fare da tampone nel momento in cui è richiesta potenza e le fuel cell hanno bisogno di qualche istante per andare a regime.

Più di 100 a zero emissioni. Toyota intende produrne oltre 100 che saranno impiegati a Tokyo in occasione dei giochi olimpici e paraolimpici del 2020. Il costo è di circa 100 milioni di yen (circa 750mila euro), 3-5 volte quello di bus normale, ma ci sarà un sostanziale intervento del governo giapponese. Una goccia sui 35mila bus che circolano nel Sol Levante, ma che ha una notevole carica simbolica. Per il momento, non è prevista l’esportazione del Sora in altri paesi.

 

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Giovedì 26 Ottobre 2017 - Ultimo aggiornamento: 17:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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